Sono qui, ancora una volta, a fissare il vuoto. E ancora a scrivere le stesse cose. Anno dopo anno, le mie dita scorrono su queste tastiere, componendo resoconti che si assomigliano in modo disarmante: denunce, necrologi, appelli. Troppi. Come un orologio rotto, il progresso in ogni angolo del mondo non fa che acuire l’immobilità del […] L'articolo Penso a Narges, arrestata, e Sedigheh, impiccata. E alla nostra memoria corta sull’Iran proviene da Il Fatto Quotidiano .