Tutto a posto, come al solito non funziona proprio niente. L'editoriale di Capezzone

No, non poteva sfigurare. Né voleva far fare brutta figura alle «colleghe»delle altre stazioni metro, già tutte sfasciate e sgarrupate. Si sa: turisti e carovane arrivano a Roma da tutto il mondo per vedere il Colosseo e il Cupolone, ma pure per ammirare la collezione autunno-inverno delle scale mobili variamente transennate, impacchettate, comunque inagibili. Qualcuno, per ricordo, rimane anche infortunato sul posto, se la scala mobile – di umore variabile – decide di rompersi proprio mentre il turista ci sta sopra. Un souvenir romano, un po' come la foto col finto gladiatore. E così pure la nuovissima scala mobile della fermata Colosseo, l'altro ieri inaugurata in pompa magna dal sindaco Gualtieri, dopo un solo giorno si è già fermata anche lei. Omologata alle altre: e dunque istantaneamente divenuta immobile. Naturalmente il giallo può infittirsi, e servirebbe il talento di Gianluigi Nuzzi, di Salvo Sottile, di Massimo Giletti, di Milo Infante, per risolverlo. Altro che Garlasco. Come mai la scala mobile è diventata immobile? Prima ipotesi. Vedendo spegnersi le luci delle telecamere che sfavillavano al momento dell'inaugurazione, o forse non sentendo più il suono melodioso della chitarra di Roberto Gualtieri, dopo un solo giorno la povera scala mobile si è immalinconita e si è fermata. Seconda ipotesi. Appena arrivata in servizio, si è subito iscritta alla Cgil e quindi si è automaticamente messa in sciopero. Ma, essendo nuova, non poteva sapere che da queste parti si sciopera di venerdì. Lei invece si è bloccata di mercoledì. Mala voglia di scherzare passa presto, amici lettori. Ricapitoliamo. Circa un miliardo speso dai contribuenti, cioè da tutti noi. Circa vent'anni d'attesa. Risultato finale: stai giù giù ai binari e il telefono non prende, come vi abbiamo raccontato ieri. Poi tenti di risalire su e la scala mobile è già bella chiusa e impacchettata. Vogliamo far finta che vada tutto bene? Direi di no. E suggerirei a tutti di fare attenzione: prima o poi i romani potrebbero stancarsi.