«Ma insomma, qualcuno ci ha provato con te?». «Sei stata europarlamentare, e sai come funziona». Tra Lilli Gruber e Alessandra Moretti va in scena quasi un seduta psicoanalitica, senza lettino. O un caffè tra amiche in cerca di una spalla su cui piangere. Il tutto, rigorosamente e ovviamente, davanti alle telecamere di La7. Lo psicodramma politico e giudiziario del Qatargate ridotto a chiacchiera intima, stile Bruxelles Confidential. A Otto e mezzo tiene banco lo scandalo corruzione che più o meno in questi giorni, era il dicembre del 2022, aveva sconvolto le Sacre stanze dell’Unione europea. Una indagine e una storiaccia, tra arresti, confessioni vere o presunte e indiscrezioni di stampa, che nel corso dei mesi ha coinvolto anche due eurodeputate del Pd di punta come Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti. A inizio settimana il voto sulla revoca della loro immunità parlamentare ha decretato un verdetto divergente: Gualmini “salvata” dai colleghi e Moretti data in pasto ai pm belgi con 497 voti a favore, 139 contrari e 15 astensioni. «Ci hanno provato con lei o no?», chiede dunque la Gruber all’europarlamentare vicentina, in collegamento. La Moretti non si formalizza e passa direttamente al “tu” con la padrona di casa: «Hai fatto l’eurodeputata e sai che molta parte della nostra attività politica è quella di confrontarci con i portatori d’interesse, chiamiamoli lobbisti. Fa parte del nostro lavoro, perché il confronto con questi ci permette di capire le varie sfaccettature e poi scegliere in autonomia e in totale indipendenza. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45455168]] Quando si vota non sono i singoli parlamentari a fare le liste di voto, ma c’è un relatore, un intero gruppo che, dopo una discussione, decide come votare. Certo che sì che io incontro i portatori d’interesse e in tutte le dinamiche è così. La cosa importante in questa vicenda è che se si vanno a vedere i miei voti, le mie dichiarazioni, le mie interrogazioni, io sono stata molto dura contro il Qatar». Altra domanda piccante: perché Gualmini no e lei sì? «Non saprei rispondere, bisognerebbe chiederlo a chi ha deciso di non entrare nel merito, ma di fare altre valutazioni. Non capisco perché si debba revocare l’immunità ad un deputato esponendolo ad altre ripercussioni quando basta sentirlo come cittadino». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45449920]]