“Logoramento dello schieramento avversario”: Giorgio Rossetto, storico leader del centro sociale appena sgomberato Askatasuna, arringa gli antagonisti in vista della manifestazione “L'Aska non si tocca”. Lo fa incitando i suoi contro “lo schieramento avversario”, quello cioè delle forze dell'ordine che dovranno vigilare sul raduno dell'estrema sinistra. Rossetto non usa troppi giri di parole in un suo intervento a Radio Onda d'Urto, chiamando a raccolta gli antagonisti che stanno confluendo a Torino e chiamando in causa direttamente la questura: “Spero che la risposta allo sgombero sia adeguata. La scelta della questura prima delle feste è avventata, c'è la possibilità di tenere il fiato sul collo, in modo che sia lo stesso fiato sul collo che si tiene sulle montagne della Val Susa, ai cantieri – sottolinea – e penso che ci siano i margini anche nella zona di Vanchiglia, la zona dell'Askatasuna, per poter lavorare ad un logoramento dello schieramento avversario” Una dichiarazione quella di Rossetto – l'uomo al momento si trova agli arresti domiciliari accusato dalla procura di essere vertice di un'associazione a delinquere (è stato assolto in primo grado dalle accuse) – che pare essere una chiamata alle armi per quella che è una giornata che si preannuncia ad altissima tensione. Come ricostruito da Il Giornale, il riferimento allo “schieramento avversario” sembrerebbe essere proprio verso Stato e forze dell'ordine. Che la dichiarazione di Rossetto infiammi gli animi, lo testimonia anche quanto scritto dai collettivi in questi giorni sui social media: “Niente sarà più come prima, il campo è tracciato – si legge – chi con noi continua a volere un presente e un futuro diversi sa che la partita non è finita, ma solo iniziata”. Torino come la Val di Susa con i violentissimi scontri dei no Tav con le forze dell'ordine: sarebbe questo lo scenario voluto dagli antagonisti. Oggi nel capoluogo piemontese sono attesi circa duemila persone e saranno invece cinquecento i poliziotti e carabinieri che dovranno contenere il pericolo di scontri. Nel frattempo, nella città si fa forte il timore di residenti e commercianti: il presidente di Confesercenti Torino e Piemonte, Giancarlo Banchideri, ha espresso preoccupazione: “Il nostro è già un settore in crisi, mi auguro che i manifestanti abbiano rispetto del nostro lavoro e che facciano il loro corteo senza mettere in pericolo nessuno”. Facile però prevedere che potrebbe non essere così.