"Siamo 10 mila oggi in corteo, domani saremo 100 mila. Siamo la possibilità di un mondo più giusto. La lotta si riversa ovunque". Così i militanti del centro sociale Askatasuna sul corteo, partito da Palazzo Nuovo e che sta attraversando le strade di Torino. Nella realtà la stima dei partecipantiè data tra duemila e cinquemila secondo le forze dell'ordine. "Questa è la Torino che fa la differenza, questa è la Torino che non abbassa la testa. Oggi in piazza c'è la Torino partigiana. Questa è la forza che abbiamo nei nostri cuori e che ci porta oggi in piazza. La storia siamo noi, la storia la stiamo costruendo insieme". L'attacco all'Askatasuna é un attacco alla città. Per noi la voglia di lottare va oltre a tutto questo!", scrivono sui social network militanti del centro sociale mentre il corteo di solidarietà si muove per le strade di Torino. Dimenticandosi di dire che l'immobile dove aveva sede il centro sociale, in corso Regina Margherita 47, era stato occupato abusivamente nel 1996. E che nessuno si era "ricordato" di pagare l'affitto. Per questo la polizia l'ha sgomberato. E, per far vedere che loro, i collettivi contigui alla Sinistra, sono contro la violenza, in testa alla manifestazione hanno schierato famiglie con bambini. Tutti però ricordano gli scontri con le forze dell'ordine durante lo sgombero. Ma loro, i militanti, imperterriti continuano a scandire slogan in una Torino blindata per timore di nuove violenze. "L'Aska non si tocca, l'Aska è un posto di tutti è scritto su alcuni dei cartelloni che vengono portati in corteo dai bambini. Ma dura poco il volto pacifico. Un gruppo di antagonisti incappucciati in testa alla manifestazione ha cercato di sfondare il cordone della polizia lanciando bottiglie e oggetti. Le forze dell'ordine hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Ci sono state cariche con manganellate da un lato e bastonate da parte dei manifestanti.