Con un voto a favore, l'Assemblea della prefettura di Niigata ha approvato i piani per la ripartenza della più grande centrale nucleare del mondo, quella di Kashiwazaki-Kariwa, nella regione centro-occidentale del Paese. È la prima decisione del genere dal disastro di Fukushima del 2011, che portò alla chiusura di tutti i reattori giapponesi. Il via libera arriva dopo che il governatore della prefettura di Niigata, Hideyo Hanazumi, ha annunciato il mese scorso che avrebbe “approvato” la ripresa delle operazioni dell'impianto, fermo dal 2011 a seguito del triplice disastro di terremoto, tsunami e catastrofe nucleare. Il Giappone, povero di risorse naturali, mira ora a ridurre la forte dipendenza dai combustibili fossili, raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e soddisfare la crescente domanda di elettricità, trainata anche dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Finora 14 reattori sono già stati riavviati dopo l'adozione di rigorosi standard di sicurezza. L'assemblea prefettizia ha approvato un bilancio supplementare che include una risoluzione a sostegno della decisione del governatore. La centrale di Kashiwazaki-Kariwa, che si estende su 400 ettari lungo la costa del Mar del Giappone, sarebbe la prima centrale riavviata da Tepco, il gestore di Fukushima Daiichi, dopo il disastro del 2011. Secondo i media locali, Tepco dovrebbe ora rivolgersi all'autorità nazionale di regolamentazione nucleare per valutare la riattivazione di uno dei sette reattori già intorno al 20 gennaio. L'impianto soddisfa gli standard nazionali di sicurezza, ma resta necessaria l'approvazione delle comunità locali. Il primo ministro Sanae Takaichi ha espresso il suo sostegno al nucleare in un Paese che nel 2023 ha coperto quasi il 70% del fabbisogno elettrico con carbone e petrolio. L'obiettivo è ridurre il peso delle centrali termoelettriche al 30-40% entro il 2040, tornando gradualmente a un mix energetico in cui il nucleare, prima del 2011, rappresentava circa un terzo della produzione nazionale.