Aggredita in più fasi, nuove tracce di sangue e impronte e l'ipotesi che l'assassino si sia fermato ad osservare la scena dall'alto della scala della cantina dove il corpo di Chiara Poggi sarebbe poi stato ritrovato. Sono le clamorose indiscrezioni rilanciate dal Tg1, che avrebbe rivelato nuove ipotesi degli inquirenti sul delitto di Garlasco. Secondo gli ultimi rilievi infatti della procura, il 13 agosto 2007 Chiara Poggi sarebbe stata aggredita in più fasi e il suo assassino avrebbe poi trascinato o trasportato il suo corpo per poi buttarlo giù dalla scala della cantina. In questo esatto momento, si sarebbe appoggiato con il piede e la mano sul muro in cima alle scale lasciando l'impronta 33 e la traccia 44. Traccia che nelle prime indagini era stata esclusa perché non considerata rilevante data la mancanza di tracce ematiche visibili ma su cui adesso – grazie a più moderne analisi – invece sarebbe presente il sangue della vittima. L'impronta 33 invece è quella che i consulenti della procura avrebbero attribuito al nuovo indagato Andrea Sempio. Tesi questa che però viene strenuamente contestata dalla sua difesa. Secondo infatti la consulenza dattiloscopica, sarebbero ben 15 i punti di corrispondenza tra l'impronta e il palmo della mano di Sempio; secondo i suoi legali sarebbero invece 5 e sarebbe presente solo sudore e non sangue. Alla luce delle nuove prove, quindi, la procura di Pavia ipotizza una nuova sequenza dell'omicidio: Chiara sarebbe stata sorpresa e colpita una prima volta vicino l'ingresso della villetta. Poi nel salone della casa e infine vicino al tavolino del telefono dove la ragazza avrebbe tentato una chiamata disperata. L'assassino avrebbe poi trascinato o sollevato il suo corpo e l'avrebbe gettata giù dalle scale della cantina, dove sarebbe rimasto ad osservare la scena e avrebbe lasciato tracce di scarpe e mani. Infine, emergerebbero anche dei dubbi sull'orario della morte di Chiara Poggi: la nuova perizia disposta dalla procura sposterebbe le lancette dell'orologio in avanti rispetto a quanto stabilito dalla Cassazione che, grazie anche a questo dato, ha condannato l'ex fidanzato e unico condannato per l'omicidio, Alberto Stasi.