Manovra: da domani sprint finale alla Camera, martedì il via libera definitivo

Sprint finale alla Camera per la manovra che vivrà il suo passaggio definitivo prima dell'approvazione prevista per martedì e la conseguente chiusura delle Camere per le restanti festività. Per raggiungere l'obiettivo a Montecitorio si lavorerà anche nel weekend: a partire da domani alle 10,30, in sala del Mappamondo, si riunirà la commissione Bilancio dove approderà il testo licenziato dal Senato (i relatori saranno Andrea Barabotti della Lega, Andrea Mascaretti di FdI e Roberto Pella di FI) di cui i deputati prenderanno sostanzialmente atto senza la possibilità di apportare modifiche. L'indomani, domenica, lavoreranno anche tutte le altre commissioni della Camera per l'espressione dei pareri di competenza e nella stessa giornata, a partire dalle ore 16, è previsto l'arrivo in aula, dove il governo porà la questione di fiducia attorno alle ore 19. Si tornerà poi nell'emiciclo di Montecitorio lunedì 29 dicembre alle ore 17,20 per le dichiarazioni di voto sulla fiducia, alle 19 si terrà la votazione per appello nominale e dalle 20 la seduta proseguirà in notturna per il seguito dell'esame degli ordine del giorno alla legge di Bilancio. La partita si chiuderà martedì 30 dicembre: alle 9,30 si aprirà la seduta per il seguito dell'esame. Poi si attendono scintille a patire dalle ore 11, per le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva in diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi. La votazione finale, con il via libera definitivo alla manovra, è previsto entro le ore 13. Il passaggio alla Camera non smette di causare polemiche per il compito di 'ratifica' che i deputati sono chiamati a svolgere, visti i tempi ristretti. "Il Partito Liberaldemocratico offre una cena per due persone nel miglior ristorante stellato d'Italia a chi è in grado di dare una spiegazione razionale a quanto accadrà nei prossimi tre giorni alla Camera dei Deputati", ironizza Luigi Marattin, segretario del Partito Liberaldemocratico, elencando: "Uffici e funzionari al lavoro per giorni per preparare i dossier e la documentazione necessaria; uffici legislativi dei gruppi al lavoro per scrivere gli emendamenti; 13 commissioni chiamate a lavorare per esprimere un parere; la Commissione Bilancio al lavoro per discussione sul complesso degli emendamenti, esame di ammissibilità emendamenti presentati, compreso ricorsi e decisione finale", e "questa totale follia accade - sottolinea Marattin - perché ci ostiniamo a volerci tenere un sistema in cui esistono due rami del Parlamento che però fanno lo stesso identico lavoro. Il Partito Liberaldemocratico da tempo suggerisce la soluzione: invece di avere un Senato da 200 membri e una Camera da 400, facciamo un'unica Assemblea Nazionale da 600 membri". "Con l'arrivo della manovra nell'aula della Camera per la seconda lettura si avvia la solita farsa parlamentare di fine anno in cui la legge di bilancio non verrà esaminata, discussa ed emendata ma sarà approvata senza cambiare nemmeno una virgola o altrimenti ci sarebbe bisogno di un nuovo passaggio al Senato. Cosa impossibile visto che deve essere approvata necessariamente entro il 31 dicembre pena l'esercizio provvisorio. Una prassi che si è consolidata negli ultimi anni e di cui Meloni abusa senza ritegno dopo aver dispensato lezioni sulla centralità e la sacralità del parlamento con il solito tono accorato e urlato quando era all'opposizione. Oggi la stessa Meloni, diventata premier, arriva persino a utilizzare la legge di bilancio come ring dove risolvere i litigi interni alla sua maggioranza: i maxi emendamenti presentati e poi ritirati nottetempo dimostrano tutto il disprezzo che questo governo ha per la democrazia parlamentare. Un metodo, quella delle manovre last minute, che dimostra come questa destra sia allergica al parlamento", aggiunge il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Punta invece sui contenuti, rivendicandoli, il centrodestra: "E' una manovra seria del governo di 22 miliardi di euro e che grazie al contributo determinante di Forza Italia ha un'attenzione particolare e corretta verso il vero motore del Paese, cioè le imprese", afferma Maurizio Casasco, responsabile economico di FI, che però non risparmia una stoccata sulle tante modifiche rispetto al testo originario che hanno contrassegnato l'iter della legge: "Giorgetti è un ottimo ministro e il vice-ministro Leo ha una grandissima ed enorme competenza" ma "in economia non si ragiona e non si lavora per slogan. Il Mef, quando c'è da costruire una Legge di Bilancio o una misura economica, troverà sempre in Forza Italia grande collaborazione anche in anticipo rispetto alla stesura del testo. Nel Consiglio dei ministri c'è collaborazione ed è importante. Forse per le prossime volte sarebbe meglio condividere prima le norme a livello tecnico e non rincorrerle dopo come è accaduto".