Intendiamoci bene. Qui al Tempo non abbiamo nessun pregiudizio nei confronti del signor George Soros, né siamo intenzionati ad alimentare chissà quali sospetti o complottismi. Tra l'altro, sin dalla prima puntata della nostra inchiesta, abbiamo chiarito che si sta parlando di finanziamenti regolari, leciti, legali. Nessuna contestazione giuridica, dunque. E lo stesso vale per la puntata di oggi, con l'intero arco dell'associazionismo progressista finanziato e foraggiato dal magnate ungherese. Sempre lui, ancora lui. Arci #Soros . Associazioni, Ong e onlus: così plasma l'Italia a suon di milioni #Emilia di nuovo sott'acqua grazie al lavoro svolto da Schlein #Roma , la guerra di tavolini e dehors La prima pagina ⬇ #buongiorno #siamoinedicola #27dicembre #iltempoquotidiano pic.twitter.com/Npg9WwEJJV — IL TEMPO (@tempoweb) December 27, 2025 Ma una contestazione politica sì, quella ce l'abbiamo, e anche piuttosto grossa. Se c'è un soggetto esterno (ed estero) che sceglie i partiti e i candidati da finanziare, le campagne da sostenere, i paletti culturali e ideali da rispettare, siamo in presenza di un vero e proprio regista politico, e - viceversa - di uno schieramento eterodiretto, teleguidato, telecomandato. Immaginate la stessa situazione a parti invertite. Che direbbe la comitiva Schlein-Conte-Bonelli-Fratoianni-Magi se venisse fuori che, ad esempio dagli Usa, una certa filiera (trumpiana o muskiana)fosse impegnata a sostenere da anni e con cifre elevatissime i tre partiti di centrodestra, fissando agenda e temi, selezionando e promuovendo candidati e campagne? Si griderebbe contro la cupola tecnifascista, avremmo trasmissioni a reti unificate contro la P5 o la P6 internazionale, si convocherebbero manifestazioni contro chissà quale massoneria globale. E invece stavolta tutti zitti. Non parlano, non twittano, non reagiscono. Sono gli stessi che, a ogni stormir di fronde, gridano: «Meloni venga a riferire in Aula». Ecco, loro invece qualche spiegazione dove e come contano di fornirla?