Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è coordinato con gli alleati europei alla vigilia dell'atteso incontro con il presidente Usa Donald Trump a Mar-a-Lago per cercare di raggiungere la pace. In una videochiamata dal Canada, dove ha incontrato il primo ministro Mark Carney, i leader hanno assicurato il pieno appoggio a Kiev. Al colloquio hanno partecipato i capi di Stato e di governo del cosiddetto 'gruppo di Berlino', il formato che si è riunito nella capitale tedesca a metà dicembre e che include, tra gli altri, Italia, Francia, Regno Unito e Germania. "Gli undici capi di Stato e di governo europei e canadesi, nonché i vertici della Nato e dell'Ue, hanno assicurato all'Ucraina il proprio sostegno e hanno sottolineato l'importanza di lavorare in stretta collaborazione con gli Stati Uniti per arrivare ad una pace duratura e giusta in Ucraina", ha riferito il cancelliere tedesco Fredrich Merz al termine della chiamata. La premier Giorgia Meloni ha ribadito l'importanza, "mai come in questo momento", di "mantenere l'unità di vedute tra partner europei, Ucraina e Usa" per porre fine al conflitto. "Tutti gli interlocutori hanno convenuto che le garanzie di sicurezza per Kiev sono fondamentali", ha rimarcato il capo del governo polacco Donald Tusk, riferendo che i leader si confronteranno di nuovo dopo l'incontro fra Trump e Zelensky. L'obiettivo comune, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è "una pace giusta e duratura che preservi la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina". Parallelamente la Russia ha sferrato un massiccio attacco contro la città e la regione di Kiev, che ha portato ad almeno due vittime e 32 feriti, tra cui due bambini. I raid dimostrano che Vladimir Putin "non vuole porre fine alla guerra", ha avvertito Zelensky, che ha poi sottolineato la necessità di sostenere Kiev e aumentare la pressione su Mosca. Il presidente francese Emmanuel Macron ha accusato il Cremlino di "prolungare il conflitto". Mosca continua a rivendicare successi sul campo di battaglia e Putin ha affermato che, "a giudicare dal ritmo dell'invasione militare", "se Kiev non intende porre fine al conflitto con mezzi pacifici, la Russia risolverà tutte le questioni con la forza". Il leader russo ha ribaltato le accuse, affermando che è il governo di Kiev a non voler concludere il conflitto in fretta. Zelensky ha anticipato che ha in programma di discutere con Trump diversi punti, tra cui le garanzie di sicurezza e le questioni territoriali nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. Ha quindi riferito ai giornalisti che cercherà di far sì che ci sia "il minor numero possibile di questioni irrisolte" nei colloqui con il presidente Usa, nel rispetto delle linee rosse di Kiev. Zelensky ha aggiunto che darà priorità alla questione delle garanzie di sicurezza e ha rimarcato che nella bozza del piano di pace gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire garanzie, appunto, che rispecchiano l'articolo 5 della Nato, che comporta una risposta militare collettiva degli alleati in caso di attacco. Le concessioni territoriali sono le questioni più delicate che i due leader discuteranno. Zelenskyj ha ribadito che l'Ucraina non riconoscerà alcun territorio come russo "in nessuna circostanza". Il presidente ucraino nei giorni scorsi si era detto disponibile a ritirare le truppe dal Donbass a patto che anche la Russia si ritiri e l'area diventi una zona demilitarizzata monitorata da forze internazionali.