Trump rilancia la corazzata regina delle battaglie navali

Il presidente americano Donald Trump fa risorgere una categoria di navi da guerra, le corazzate, o “battleships”, che avevano dominato i mari tra 1860 e 1945, estinguendosi poi, come dinosauri, perché superate dallo sviluppo delle portaerei e dei missili e reputate vulnerabili e costose. Ma è proprio su un concetto rinnovato di nave da battaglia che Trump e la US Navy vogliono puntare, senza nulla togliere a portaerei e sottomarini, per dare un nuovo volto alla flotta americana nell’ambito della “Golden Fleet” con cui gli Stati Uniti sperano di arginare lo svantaggio numerico con la flotta della Cina. LE AMMIRAGLIE DEL FUTURO Durante una conferenza congiunta a Mar-a-Lago, in Florida, Trump, il segretario alla Guerra Pete Hegseth e il segretario alla Marina John Phelan hanno rivelato i programmi per la “Trump class”, classe Trump, ovvero la nuova serie di navi da battaglia anche se, a rigore, dovrebbe chiamarsi “classe Defiant”, essendo questo il nome della prima unità. Trump ha detto: «Come comandante in capo, è mio grande onore annunciare che ho approvato un piano per la Marina, affinché inizi la costruzione di due unità da battaglia di nuovo progetto, molto grandi, le più grandi che abbiamo mai costruito». Il presidente ha anche fatto capire che la loro realizzazione farà da volano per il rilancio della cantieristica navale Usa: «La costruzione creerà migliaia di posti di lavoro americani». Per il segretario alla Marina Phelan: «Saranno più grandi, più veloci e 100 volte più potenti di qualsiasi altra nave da guerra americana». Il capo del Pentagono Hegseth ha inquadrato i colossi nella nuova strategia: «L’annuncio della Golden Fleet, ancorata alle nuove navi da battaglia, segna un impegno generazionale per il potere marittimo americano». FORTEZZE GALLEGGIANTI Per il momento è confermata la costruzione «dal 2030», di due prime unità della classe Trump, o Defiant che si dica. La Us Navy ha classificato la nave coniando la nuova sigla BBG-1, per Guided Missile Battleship, laddove le vecchie corazzate Usa costruite fino al 1945 erano classificate BB. Segno che il concetto è riproporre un tipo storico di nave corazzata, ma aggiornato con le tecnologie moderne. Alla Defiant e alla gemella dovrebbero seguire 8 unità, sicure, ma si vorrebbe arrivare a 25. USNI News stima che ognuna di esse costerà fra 10 e 15 miliardi di dollari. Lo scafo sarà d’acciaio, anziché d’alluminio, apparente ritorno al passato per dare una robustezza non comune. La lunghezza totale è prevista fra 260 e 270 metri, con dislocamento fra 35.000 e 40.000 tonnellate. Inferiori, per mole, alle corazzate più grosse della Seconda Guerra Mondiale, come le classe Iowa americane, da 60.000 tonnellate, e le classe Yamato giapponesi da 71.000 tonnellate. Ma racchiuderanno più potenza. La Defiant e le gemelle imbarcheranno, ciascuna, 140 celle di lancio per missili da crociera, di cui alcuni con testata nucleare, oltre a 2 cannoni a ipervelocità, due cannoni laser offensivi, da 300 o 600 KW, e un cannone elettromagnetico, di quelli che accelerano velocissimi proiettili su binari carichi. Per la difesa, missili antiaerei e laser difensivi antimissile e antidrone. Computer e automatismi limiteranno l’equipaggio a 650-850 uomini. Nelle vecchie Iowa era di 2.700 uomini. La velocità si stima superiore a 30 nodi, 56 km/h. Data la necessità di energia per i laser e il cannone magnetico, è probabile, anche se non è stato detto, che la propulsione venga affidata a un reattore nucleare. NORD E SUD In America erano nate, e in America ora risorgono, verrebbe da dire. Sebbene infatti le prime corazzate “ufficiali” siano state le navi da guerra, ancora a propulsione mista vapore/vele Gloire e Warrior che Francia e Gran Bretagna realizzarono nel 1858-1860, fu negli Stati Uniti della Guerra di Secessione che si ebbe il primo scontro fra corazzate. Alla battaglia di Hampton Roads del 9 marzo 1862 la nordista Monitor e la sudista Virginia s’affrontarono con cannonate a bruciapelo ma riuscirono solo ad ammaccarsi a vicenda e il duello finì pari. A Lissa, il20 luglio 1866, corazzate austriache come la Ferdinand Max, sotto la guida dell’ammiraglio Wilhelm von Tegethoff, ebbero ragione della giovane Marina dell’Italia unita, che pure schierava navi anche più moderne come L’Affondatore, ma scontò una mancanza di coordinazione. Varare corazzate divenne per le potenze un metro di forza e prestigio, mentre, dal punto di vista strategico, la classica nave da battaglia, insieme agli incrociatori, diventava il nucleo di grandi battaglie navali d’annientamento. Esempio fu la battaglia di Tsushima del 27 maggio 1905 in cui le corazzate giapponesi dell’ammiraglio Heiachiro Togo distrussero, al largo della Corea, la flotta della Russia Zarista, sancendo l’alba del Giappone come potenza mondiale. ZENITH E DECLINO Per capire quanto siano state importanti le corazzate, basti ricordare quanto lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, sia stato causato, anche, dalla “gara” navale fra inglesi e tedeschi, che si sfidavano mettendo in mare le nuove corazzate tipo Dreadnought, dai cannoni principali di calibro omogeneo. Ma già in quel conflitto si videro i primi limiti. Allo Jutland, il 31 maggio 1916, la flotta germanica battè la Royal Navy, ma non riuscì a spezzare il blocco inglese e il conflitto fu deciso nel fango delle trincee. L’austriaca Szent Istvan, poi, fu affondata a Premuda, il 10 giugno 1918, da due piccoli motoscafi siluranti italiani Mas guidati da Luigi Rizzo e l'eccezionale filmato di quel giorno che ne riprese il rovesciamento, con centinaia di marinai che si accalcano sulla chiglia, era profetico. Sottomarini, siluri e aerei raggiunsero nella Seconda Guerra Mondiale la perfezione sufficiente a decretare la fine dei colossi. L’orgoglio di Hitler, la Bismarck, venne distrutta il 27 maggio 1941, sola, senza copertura aerea, in mezzo all’Atlantico, da una squadra di navi inglesi, dopo che era stata immobilizzata da aerosiluranti. In Asia, ecco l’affondamento delle due supercorazzate giapponesi Musashi, il 24 ottobre 1944 alle Filippine, e Yamato, il 7 aprile 1945 al largo di Okinawa. Gli americani non costruirono più corazzate, ma tennero in servizio le superstiti della classe Iowa usandole ancora nel 1991 per attacco costiero e lancio di missili contro l’Iraq nell’operazione Desert Storm. Oggi le nuove navi arsenale di Trump, si prospettano come imponenti fortezze che potranno però agire, sia contro bersagli di superficie, sia contro aerei e coste nemiche, solo se adeguatamente scortate e protette.