E se alla fine la sfida nel centrosinistra non fosse quella, prevista da tutti, tra Elly Schlein e Giuseppe Conte? Certo, nell’ottica delle primarie questo appare come l’unico duello possibile. Ma la verità è che il voto ai gazebo vede la contrarietà di una parte importante del Pd. Al momento nessuno dei dirigenti di primo piano del Partito democratico dice di no alla primarie con chiarezza e ufficialmente. Ma la verità è che sono in molti a pensarla così. Nell’ala riformista dem, e non solo, perché anche tra i supporter della segretaria Elly Schlein le perplessità, se non le contrarietà sono moltissime. E’ su questo, temono al Nazareno, che puntano personalità come il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e la sindaca di Genova Silvia Salis. Non a caso entrambi (ieri qui sul Foglio il primo cittadino del capoluogo partenopeo) non hanno avuto alcune remora a dire di essere contrari alle primarie. Lo schema sarebbe questo: quando verrà il momento, ci si riunirà in una sorta di caminetto e si deciderà per la personalità che divide di meno. Il che escluderebbe i due leader di partito come Schlein e Conte. E farebbe entrare in gioco Salis e Manfredi. La sfida quindi sarebbe quella tra il sindaco di Napoli e la sindaca di Genova. Quest’ultima ha una carta in più rispetto all’ex ministro del governo Conte: è donna, come Giorgia Meloni. E più d’uno nel Pd (Dario Franceschini lo va dicendo con grande determinazione a tutti i suoi interlocutori) è convinto che lo sfidante della premier non possa essere un uomo perché partirebbe svantaggiato. Rischierebbe l’accusa di sessismo se si dimostrasse troppo aggressivo con l’avversaria e farebbe la figura del “moscio” se impostasse la campagna contro la candidata del centrodestra su toni soft. Dunque, stando a questi ragionamenti, nonostante Salis continui a ripetere in tutte le interviste che lei sta bene dove sta, cioè a fare la sindaca di Genova, al Nazareno più d’uno ultimamente si è convinto che invece stia scaldando i motori. A proposito di Silvia Salis e di Gaetano Manfredi, circola voce che i vertici del Partito democratico non siano troppo soddisfatti di Stefano Lo Russo . Al sindaco di Torino era stato infatti affidato il compito di “controllare” con la sua rete di primi cittadini le mosse dei colleghi “più indisciplinati” iscritti o no al Pd. Si sta parlando proprio di Manfredi e Salis oltre che del sindaco di Milano Giuseppe Sala. C’è un bel po’ di fibrillazione al Partito democratico dopo l’arresto del leader dei palestinesi d’Italia Hannoun. Come è noto, diversi esponenti del centrosinistra sono stati fotografati con lui. Tra questi, Marco Furfaro e Laura Boldrini. Cioè due tra i parlamentari dem che vengono mandati più spesso in televisione a rappresentare il pensiero della segretaria Elly Schlein. Pare che i riformisti del Pd adesso abbiano chiesto ai vertici del partito minore visibilità per questi due esponenti, che hanno entrambi incontrato Hannoun.