La rivendicazione di Valditara: “La scuola sta molto meglio di quello che dicono i giornali”

Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del Merito, è stato ospite di Gigi Marzullo nel programma Sottovoce, in onda su Rai1. Ecco quanto emerso sul mondo della scuola italiana: “Fare il ministro è un'avventura straordinariamente stimolante, richiede molto impegno, ma ritengo che si possano fare tante cose per il bene della scuola italiana. L'Italia è ovviamente un paese normale, ma vorrei che la società italiana sempre di più, e soprattutto la politica italiana, si ispirasse a quei canoni di normalità che all'estero sono ampiamente condivisi. Se io devasto una scuola è giusto che debba pagare i danni che ho causato. Se io manco di rispetto ad un insegnante è giusto che io venga sanzionato. I confini servono per proteggere la società e la democrazia all'interno di un paese. Ecco questi sono criteri di normalità, di buonsenso, che in tutte le epoche storiche e presso tutte le società sono ampiamente condivisi. Se è importante consentire ai nostri giovani di avere un'occupazione in tempi rapidi e un'occupazione che li realizzi, realizzi le loro potenzialità, le loro predisposizioni e se il mondo dell'impresa ha straordinario bisogno di certe figure professionali è normale, mettere in contatto la scuola con l'impresa, far sì che questi ragazzi possano essere indirizzati verso percorsi che li realizzano e che nel contempo garantiscano la competitività del nostro sistema imprenditoriale. Ecco questa è quella ragionevolezza, quel buonsenso, quel paese normale a cui io faccio riferimento che spesso e volentieri viene messo in discussione non dai cittadini, perché i cittadini nella stragrande maggioranza dei casi la pensano in questo modo, ma da una prevenzione, da un giudizio, da un pregiudizio ideologico che si allontana dalla realtà”. “Ma come sta la scuola in Italia?”, chiede Marzullo a Valditara, che risponde così: “La scuola in Italia sta molto meglio di quello che talvolta si legge sui giornali. Si dice per esempio che la Finlandia è uno dei paesi al mondo dove le performance in matematica sono le più elevate. Però se noi andiamo a guardare le performance dei nostri ragazzi in certe regioni d'Italia, addirittura in qualche caso superano i ragazzi della Finlandia. E sono regioni, magari regioni del settentrione, dove però il 70% degli insegnanti sono del sud, vuol dire che è la scuola italiana, sono gli insegnanti italiani che nella stragrande maggioranza dei casi comunque sono all'altezza della situazione e funzionano”. “Noi - ha proseguito Valditara - dobbiamo ricostruire questo grande patto educativo fra scuola e famiglia, che in questi anni ha registrato qualche scricchiolio, sono sempre più numerose, le precarità sono comunque percentuali minime, anche qui bisogna sempre con il buon senso evitare di estremizzare, però sono in crescita forte le aggressioni, talvolta anche solo verbali, altre volte purtroppo anche fisiche, di genitori nei confronti di insegnanti e allora bisogna far capire che lavoriamo tutti insieme, che famiglia e scuola, famiglia e insegnanti sono uniti da una grande alleanza per il futuro dei nostri giovani. Poi c'è la necessità a mio avviso anche di ribaltare certe concezioni pedagogiche che negli ultimi 50 anni hanno condizionato la famiglia, il rifiuto di dire dei no, il rifiuto di porre dei divieti, di sapere in qualche caso anche sanzionare, non si tratta di tornare al passato, ma hai preso un brutto voto, allo stadio domani non ci vai, non sei andato bene a scuola, il cellulare quest'anno non te lo compro”.