Pietre e bombe carta contro le Forze dell’ordine, autostrada Torino-Bardonecchia bloccata, masserizie e un container dati alle fiamme. Però il problema, per Amnesty International Italia , non sono i No Tav , bensì l’«uso sproporzionato e indiscriminato» dei gas lacrimogeni da parte delle Forze di polizia. «Tra i 180 e i 200 in poco più di un’ora contro circa 500 manifestanti, in risposta al lancio di oggetti», protesta l’ong con una nota dove ripercorre quanto accaduto sabato scorso nel corso della manifestazione andata in scena contro «i cantieri della devastazione», come il movimento ha ribattezzato le opere in fase di realizzazione a San Didero, Chiomonte e Traduerivi. Da tempo Amnesty schiera, in occasione delle «situazioni pubbliche a rischio di violazioni dei diritti umani» una sua task force di “Osservatori”. Premessa: la manifestazione «è stata caratterizzata da fasi del tutto pacifiche e da momenti di tensione». Gli osservatori di Amnesty hanno potuto monitorare «due azioni realizzate dal gruppo di manifestanti, presso il cantiere di San Didero e Traduerivi». E a San Didero, in particolare, a sentire la task force le Forze dell’ordine avrebbero « utilizzato i gas lacrimogeni anche contro persone che si stavano allontanando e che non rappresentavano alcuna minaccia per l’incolumità altrui. In diversi casi, anziché essere dirette verso l’alto, le granate contenenti gas lacrimogeni sono state lanciate ad altezza persona». È l’antipasto dell’accusa principale: «Anche quest’anno le Forze di polizia hanno dunque fatto un uso dei gas lacrimogeni non rispettoso degli standard internazionali sui diritti umani». Non c’è un cenno sugli episodi di violenza che hanno spinto il governo a intervenire - «atti di guerriglia urbana indegni di una nazione civile» ( Giorgia Meloni ); «azione di violenza organizzata» ( Matteo Piantedosi ). Anzi, la ong ricorda che «una protesta pacifica, seppur attraversata da circoscritti atti di violenza, resta pacifica e le Forze di polizia devono garantire che possa proseguire». Non è tutto: Amnesty ricorda agli operatori della sicurezza che «la forza dovrebbe essere utilizzata come ultima risorsa». A questo punto vale la pena chiedersi se Amnesty e gli organi di informazione che hanno seguito la mobilitazione di sabato scorso stiano parlando della stessa iniziativa, visto che basta dare un’occhiata ai principali resoconti di cronaca della settimana scorsa per capire che la violenza l’ha fatta da padrone. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43542371]] «Cantieri a fuoco e autostrada bloccata» (Corriere della sera); «a San Didero lancio di pietre contro le Forze dell’ordine» (RaiNews). Stefano Paoloni , segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), non crede ai suoi occhi: «Adesso ci fanno anche la lezione su come ci dobbiamo comportare durante i servizi di ordine pubblico...». Il sindacalista non nega l’utilizzo dei gas lacrimogeni, anzi ne rivendica l’utilità: «È stata una scelta strategica per evitare che manifestanti e Forze dell’ordine venissero a contatto. Noi siamo in azione per garantire i diritti di tutti». Quanto alle accuse della ong, Paoloni le rispedisce al mittente: «I manifestanti hanno bruciato un muletto e creato danni a recinzione, materiali e attrezzature. Hanno mostrato di non avere rispetto dei beni altrui e ora pur di criminalizzare le divise si inventano teorie fantascientifiche. Quelli che hanno devastato sono solo criminali». Per Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, Amnesty International «dovrebbe fare autocritica. Stanno spalleggiando soggetti mascherati, col passamontagna, che lanciano sassi, bulloni e usano fionde con biglie di acciaio e adesso si mettono a fare la conta dei lacrimogeni? Si dovrebbero vergognare a giustificare questi criminali. La loro è stata guerriglia preordinata». Lapidario il segretario generale del Mosap, Fabio Conestà : «Accusare i colleghi di abusare degli strumenti a disposizione per esercitare le loro prerogative è ingiusto, strumentale e ingeneroso».