All’inizio di agosto il New York Times ha pubblicato un articolo dominato dalla foto straziante di un bambino emaciato in braccio a sua madre. La didascalia diceva che si trattava di Mohammed Zakaria al-Mutawaq, bimbo nato sano 18 mesi fa ma ora affetto da una grave malnutrizione dovuta alla guerra. Come dice il vecchio proverbio americano secondo cui «una bugia può viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta mettendo le scarpe», quella foto rilanciata dagli account ufficiali del prestigioso giornale newyorkese e ripresa da tutte le testate è diventata in breve tempo il simbolo delle sofferenze di Gaza a causa di Israele e nulla è valso scoprire la verità, cioè che il povero Mohammed soffre in realtà dalla nascita di gravi disfunzioni neurologiche che gli impediscono di mangiare propriamente e che Israele non c’entra nulla. Il NYT si è limitato a una precisazione su X attraverso l’account secondario di pubbliche relazioni @NYTimesPR seguito da appena 90mila persone, mentre su quello ufficiale seguito da milioni di follower non ha detto nulla. La Cnn ha fatto lo stesso, riportando fuggevolmente la verità durante una trasmissione. Altre foto pubblicate successivamente mostrano il piccolo Mohammed con la madre e il fratello, che a differenza di lui appaiono ben nutriti e per nulla emaciati. Il NYT è recidivo: su X aveva postato le fotografie della piccola Sila Rabah in teoria colpita da grave malnutrizione e atrofia muscolare, almeno fino al confronto con risultati di un’indagine di Rebuilding Alliance, che rivelavano come la bambina sia affetta in realtà da un disturbo cronico allo stomaco. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43567469]] In un articolo sull’utilizzo a scopi propagandistici da parte di Hamas e dei pro-Pal di fotografie raccapriccianti che nulla hanno a che vedere con le presunte responsabilità di Israele e di come gran parte della stampa internazionale stia seguendo colpevolmente a ruota, il Wall Street Journal cita anche il caso di Osama al-Raqab le cui fotografie sono state utilizzate per denunciare la presunta politica deliberatamente affamatoria di Netanyahu. Anche il piccolo Osama, che ha 5 anni, appare fortemente denutrito e sofferente, ma anche lui è gravemente ammalato, soffrendo di fibrosi cistica. «Le immagini strazianti toccano il cuore, ma quando vengono distorte per alimentare l’odio contro Israele, diventano strumenti di disinformazione», ha dichiarato il portavoce del Cogat, l’ente israeliano per il coordinamento nei territori, che ha diffuso anche una foto di Osama sorridente, in ospedale, con indosso un camice. Nonostante Osama si trovi da oltre un mese in Italia e sia in condizioni stabili, il giorno successivo alla pubblicazione della sua immagine è stata rilanciata la storia secondo cui il bambino si trovasse ancora all’ospedale Nasser di Khan Younis, «sofferente e in attesa di cure». Il WSJva anche oltre, testimoniando come a Gaza vi siano «enormi quantità di aiuti umanitari che le Nazioni Unite si rifiutano di distribuire», in quanto non vuole ricevere la protezione delle Forze di difesa israeliane. Tutto questo dimostra, se ancora ce ne fosse il bisogno, che quello che vi stanno raccontando su Gaza è in gran parte falso e che i media istituzionali, la sinistra e i progressisti di tutto il mondo sono anche loro colpevolmente caduti nella trappola dei terroristi di Hamas. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43569291]]