Dopo settimane in cui Il Tempo si sta occupando della vicenda della moschea di Centocelle arriva la svolta: i locali di piazza delle Camelie sono stati sottoposti a sequestro per abusi edilizi. Quella che doveva essere la seconda moschea più grande di Roma, quella per cui erano in corso i lavori, è stata fermata grazie al lavoro dell'ufficio tecnico del quinto Municipio e della polizia locale: sono loro che, dopo diverse segnalazioni partite dal nostro giornale e dagli esponenti di FdI Federico Rocca e Fabio Piattoni, hanno verificato che sono stati realizzati locali interrati completamente abusivi che non esistevano in precedenza e perciò hanno effettuato il sequestro. Ma questa non sarebbe l'unica irregolarità: sembrerebbe, infatti, che l'immobile, in disuso da decenni, di proprietà dell'Associazione Culturale Islamica in Italia, che fa riferimento all'imam Ben Mohamed Mohamed, non abbia come destinazione d'uso quella corretta per una moschea, risultando citata come D/4 (che indica Case di Cura e Ospedali), con il codice 1203 che corrisponde a Strutture per l'assistenza sociale residenziale, come evidenziato dal sito dell'Agenzia delle Entrate. Male categorie catastali per i luoghi di culto sono E/7 o al massimo ILT B/1 o B/7. Come può sorge-- -"" Ci tF cavd ity# feltra schea in un conGIQ NI) M". testo che nulla > ha a che vedere con la preghiera? Ed è proprio sulla scia di questi interrogativi che è stata convocata la commissione Trasparenza di Roma Capitale presieduta da Rocca, che oggi prenderà il via con la prima seduta sul tema. Sede in cui verrà affrontata anche la questione dei finanziamenti: è Ben Mohamed Mohamed a figurare come rappresentanza nel compromesso di vendita della moschea in nome e per conto dell'Associazione culturale islamica in Italia il 26 settembre del 2012. Ma dove sono stati presi i fondi per la costruzione dell'edificio? È il Qatar che ha finanziato l'acquisto dell'immobile per 3,6 milioni di euro, avvenuto tramite l'associazione culturale che fa capo alla moschea Al Huda. Ma non ci sono solo loro dietro: ai soldi del Qatar si aggiungono gli incentivi statali previsti dal superbonus 110% per un importo complessivo di oltre 1 milione e 800 mila euro. Sono stati rispettati tutti i criteri per avere il bonus? Come si legge sul re una moprimo cartello esposto sull'impalcatura del cantiere, i lavori sono iniziati il 9 giugno del 2025. Però, per poter ottenere il bonus del 110% i lavori devono essere già stati iniziati o deve esserci quantomeno l'avvio del cantiere e, con le nuove norme, non c'è più il 110%, ma il 70% (nel 2024) e 65% (nel 2025). A commentare l'accaduto Federico Rocca, consigliere capitolino di FdI, e Fabio Piattoni consigliere di FdI del Municipio V: «La Polizia di Roma Capitale, che ringraziamo per il lavoro che ha svolto, in veste di Polizia Giudiziaria ha apposto i sigilli. Oggi nella seduta della Commissione Trasparenza faremo luce con il Dipartimento all'Urbanistica e il Municipio V su tutti gli aspetti di questa vicenda che sin da subito ci era apparsa poco chiara». Ma Piattoni ci sottolinea anche come «il 29 Luglio ho segnalato la situazione degli operai senza Dispositivi di Sicurezza Personale sul Cantiere. L'intervento dell'autorità giudiziaria certifica la giustezza dell'attività di controllo che abbiamo effettuato ed emerge un quadro agghiacciante. Chi governa il Municipio e la Città, i primi deputati al controllo per mandato elettorale, gira la testa dall'altra parte». La giustizia sta facendo il suo corso, per un edificio attorno al quale ruotano ancora tanti interrogativi e opacità che preoccupano cittadini e istituzioni.