Il tentativo è chiaro: collegare in qualche modo la Strage di Bologna a Giorgia Meloni. Contro ogni logica e senza nessuna paura di sembrare ridicoli. Oggi si celebrano i 45 anni dallo scoppio della bomba, ma ricordare quello che è successo allora non è sufficiente. Bisogna (come per il 25 aprile) legare quei fatti al governo di centrodestra attualmente in carica. Credete sia difficile? In effetti lo è. Ma c’è chi ci prova lo stesso... Partiamo, com’era prevedibile, dal presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Secondo il quale nella strage furono coinvolti, «oltre a personaggi del Msi, i servizi segreti che, in base alla recente legge-sicurezza, godrebbero di una sconcertante impunità». E poi, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime: «C’è una sfilza di terroristi che arrivano tutti dall’Msi», ha detto nei giorni scorsi alla Stampa, «chi proteggeva Bellini erano senatori dell’Msi, e la presidente del Consiglio comunque rivendica la sua formazione politica in quel partito». Secondo Bolognesi, poi, non ci sarebbe solo il tema della strage di Bologna: «Un altro esempio? Carlo Cicuttini telefonò ai carabinieri per una macchina sospetta che esplose, uccidendo tre militari: la strage di Peteano del 1972. Il Msi reperì 32mila dollari per l’operazione alle sue corde vocali che ne rendesse la voce irriconoscibile». Infine, ieri, un attacco pure sulla separazione delle carriere dei magistrati prevista dalla riforma della giustizia: è uno dei temi presenti all’interno del «piano di rinascita della P2», i cui vertici «sono i mandanti della strage». Allora, mettiamo un po’ d’ordine. Intanto va detto che nessun personaggio coinvolto nella strage di Bologna faceva parte del Msi. Nella sentenza si parla di un ruolo del giornalista ed ex senatore Mario Tedeschi, ma nel 1980 era già uscito dalla Fiamma, tra l’altro per fondare un partito più moderato e filo-Dc, Democrazia nazionale. Per quanto riguarda la strage di Peteano, è vero che Giorgio Almirante e un altro missino, Eno Pascoli, furono accusati di favoreggiamento. Ma Almirante venne amnistiato e Pascoli, dopo una prima condanna, venne assolto in Appello «perché il fatto non sussiste». Ciò non significa, intendiamoci, che dal Msi non siano passati dei terroristi. Gli stessi Mambro e Fioravanti avevano iniziato nelle sezioni del movimento giovanile della Fiamma. Ma, come spiegato dallo storico Giuseppe Parlato, «senza Msi forse l’eversione di destra sarebbe stata più consistente». La stessa cosa, inoltre, è vera anche a sinistra. C’erano terroristi rossi che venivano dal Pci, come Prospero Gallinari, mentre un altro brigatista, Alberto Franceschini, rivelò di aver ricevuto armi da ex partigiani. Questo vuole dire che la Schlein dovrebbe rinnegare il Pci e Pagliarulo prendere le distanze dalla Resistenza? O la regola vale solo per la destra? E passiamo alle accuse sulle riforme del governo: la separazione delle carriere è presente all’interno del «piano di rinascita della P2», i cui vertici «sono i mandanti della strage di Bologna». Ma cosa vuol dire? Anche Falcone si era espresso a favore della separazione delle carriere, era pure lui una specie di piduista? Con questa logica, tra l’altro, si arriva a risultati grotteschi. Nel Manifesto di San Sepolcro del 1919, per esempio, si proponeva il salario minimo... significa che la Schlein vuole realizzare il programma di Mussolini? La storia va studiata, ma usarla per colpire gli avversari politici è sempre estrema© RIPRODUZIONE RISERVATA mente scivoloso...