Pure a volerla trovare, una voce fuori dal coro non c'è. La proposta avanzata dal Municipio I al Campidoglio, con una risoluzione approvata giovedì scorso in Consiglio, per chiedere di tenere i varchi di tutta la Ztl Centro accesi non solo fino alle 18 ma anche il venerdì e il sabato dalle 23 alle tre del mattino , per i ristoratori è un boccone amaro. Basta fare un giro nel rione Trevi , nei vicoli che circondano la fontana progettata da Nicola Salvi, per rendersene conto. «Sarebbe una calamità, per noi lavoratori e per i clienti, che finora riuscivano a parcheggiare entrando in centro dopo le 18», dice Ivan, receptionist di "Don Pasquale Restaurant & Bar", il locale in via delle Muratte. Gli fa eco Patrizia, barista del vicino "Mangia e Trevi": «Sarebbe un grosso problema - dice - soprattutto per chi, come me, rinuncia a muoversi in macchina e aspetta che qualcuno venga a prenderlo. Nel week end, quando lavoriamo di più, la clientela diminuirebbe». Intanto il collega, al di là del bancone, strabuzza gli occhi e dice: «E io come faccio?». Più schietto è Roberto, il titolare di "Hostaria Trevi". Mentre apparecchia i tavolini in via del Lavatore, si lascia andare a uno sfogo di pancia: «È una follia, come tutte le idee delle amministrazioni di sinistra. I romani arriverebbero a evitare il centro come la peste». Si dice «contraria» senza mezzi termini Nabila, la direttrice di "Comodo Mercato Trevi". «Follia» è un termine che ritorna anche nelle parole di Pierangelo, titolare del ristorante "Il nuovo faro", in via Arcione. «Siamo già penalizzati. Almeno nel fine settimana ci facessero lavorare. Vogliono pedonalizzare il centro? Non siamo ad Amsterdam. Sarei pronto a scendere in piazza e a protestare». La musica non cambia spostandosi a via Veneto , la strada della Dolce Vita che potrebbe essere interessata dalle limitazioni notturne nel tratto finale, prima di piazza Barberini. Qui la voglia di parlare e di esporsi in prima persona, con nome e cognome, non è molta ma i commercianti non risparmiano un giudizio tranchant: «Fino a una certa ora passano gli autobus ma verso mezzanotte bisogna aspettare ore e non c'è neanche la metro. Dunque, che senso avrebbe per i clienti venire qui la sera se poi non si può andare via?». E così, ragionando, da via Veneto arriva una controproposta al Comune: tenere la metropolitana aperta fino alle due di notte, «come avviene all'estero». A quel punto, continuano, potrebbe anche avere senso inasprire le misure di viabilità. Della proposta municipale, invece, tra piazza Venezia e via Nazionale non vogliono proprio sentir parlare. Se la Zona a traffico limitato dovesse rimanere accesa anche di notte, dicono, «ce ne annamo a casa». Secondo commercianti e gestori dei locali il rischio è di un calo della clientela, così come avviene «nel periodo natalizio», perché, come spiegano, il romano non prende i mezzi quando esce. E anche se dovesse prenderli, «non funzionano». Non è nuova la posizione dei commercianti nei confronti della Ztl: «Hanno fatto in modo che il centro diventasse una landa deserta agevolando così il commercio online», spiega Claudia Sermoneta, titolare di "Sabò", un negozio di scarpe con cinquant'anni di vita, a piazza Venezia. Per la negoziante arrivare in centro è ormai diventata «una corsa a ostacoli», tra divieti, pedonalizzazioni e cantieri. A pochi metri di distanza, Silvana di "Cin cin Bar" racconta di come siano stati costretti a diminuire il personale: «Con la Ztl non viene più nessuno e i bus sono improponibili», osserva. La situazione non è così diversa nella vicina via Nazionale: «Quello che pensavamo 25 anni fa, pensiamo oggi. Ora ci siamo soltanto abituati», commenta Giampaolo, che lavora nella stessa via dal 1978. Per i locali, la situazione non cambia: «Siamo già costretti a pagare un parcheggio vicino a Santa Maria Maggiore per i nostri clienti», fa sapere Sonia, dipendente di un ristorante in una traversa di via Nazionale. Con una Ztl accesa anche la notte le cose, infatti, «potrebbero precipitare e sarebbe penalizzante anche per noi lavoratori». Per Alessandra Spizzichino, titolare del negozio di abbigliamento Just, «Siamo già massacrati dalla ztl. Vogliono farci chiudere?», si chiede. Mentre tutt'intorno, nella centralissima via Nazionale, le vetrine vuote e impolverate dei locali chiusi raccontano una Roma che rischia sempre più di sparire.