Gattuso riaccende la speranza Mondiale. La mano del ct e la lunga attesa verso i playoff

La quarta vittoria in altrettante uscite da quando Rino Gattuso si è seduto sulla panchina più affollata d'Italia ha portato in dote la quasi aritmetica certezza di un posto ai playoff - a meno di un improbabile suicidio sportivo della Norvegia nel prossimo match di qualificazione al Mondiale con l'Estonia - ma soprattutto una nuova consapevolezza nel cammino della Nazionale verso la Coppa del Mondo. Sul campo i progressi sono evidenti, da una ritrovata centralità dell'attacco - con Moise Kean e Mateo Retegui diventati punti fermi del progetto - a uno spirito di squadra e un'unità di intenti che non si vedeva da tempo. Il ct ha messo il gruppo davanti a ogni altra cosa, e non è un caso che Manuel Locatelli - uno dei veterani di questa squadra - nel post partita di Udine abbia definito il selezionatore "una persona vera che dice le cose in faccia" ponendo l'attenzione sull'"aria che si respira tra di noi a Coverciano". Un concetto ribadito anche da Gianluca Mancini, a segno di testa nel 3-0 su Israele. "Questo è un gruppo sano e tranquillo" al cui interno "non ci sono gerarchie, chiunque va in campo sa che deve dare sempre il massimo". Il messaggio è passato e Donnarumma e compagni lo stanno applicando in campo: l'Italia ha ritrovato voglia di lottare e di soffrire per raggiungere l'obiettivo prefissato. Nel giro di un mese il rocambolesco, e un po' fortunoso, 5-4 contro Israele è tramutato in un tris convincente, al netto di un paio di interventi fondamentali di Donnarumma. La 'mano' di Gattuso dentro e fuori i cancelli di Coverciano - con l'ausilio del capodelegazione Gigi Buffon e del collaboratore tecnico Leonardo Bonucci, riferimento prezioso soprattutto nel lavoro sulle palle inattive, in quella che è una vera e propria squadra nella squadra - si vede anche da piccoli particolari ma non è bastata per rimediare alla rovinosa sconfitta di Oslo (3-0) che ha compromesso il cammino all'alba del percorso di qualificazione verso il Mondiale. La Norvegia, avanti di tre punti nel Gruppo I rispetto agli azzurri a due partite dalla fine, resta padrona del suo destino e, con un successo sull'Estonia - che fin qui ha raccolto punti solo contro il fanalino di coda Moldova - chiuderebbe ogni discorso con 90' di anticipo, rendendo inutile il confronto diretto di domenica 16 novembre a San Siro in virtù della differenza reti che premia nettamente Haaland e soci (+26 rispetto al +10 dell'Italia). Ecco quindi che il destino degli azzurri, ancora una volta, è quasi sicuramente appeso agli spareggi. La formula prevede due partite secche, semifinale il 26 marzo e finale il 31 dello stesso mese. L'Italia, in base al ranking Fifa, è sicuramente tra le teste di serie dell'urna 1 (al pari di Turchia, Ucraina e Polonia) e disputerebbe il primo match in casa, mentre la sede della finale viene stabilita attraverso un sorteggio. In semifinale gli azzurri troverebbero una delle nazionali che accedono al playoff tramite il percorso in Nations League. Ovvero Svezia, Galles, Irlanda del Nord o Romania. In finale invece i ragazzi di Gattuso incontrerebbero una delle squadre presenti nell'urna 2 o nell'urna 3, che si incroceranno tra loro in semifinale. Qui le insidie sono maggiori e rispondono al nome di Ungheria, Scozia, Repubblica Ceca e Slovacchia, oltre alla Macedonia del Nord, 'incubo' dello spareggio di Palermo del 2022. L'appuntamento verità è fissato il 21 novembre, quando è in programma il sorteggio dei vari accoppiamenti, pochi giorni dopo l'incrocio con la Norvegia che a quel punto diventerebbe una sorta di prova generale in vista del temuto playoff.