Effetto Salis (Ilaria) o almeno le prime dosi. Il nome lo spiega subito: "Piano nazionale perla giustizia abitativa", quello che ieri hanno presentato a Montecitorio Pd, Avs e M5S con i deputati Marco Furfaro (il testimonial del Nazareno), Marco Grimaldi e Agostino Santillo, sotto l'egida dell'Unione Inquilini. Il passaggio in questione toglie subito qualunque dubbio sulle intenzioni dei proponenti: «Requisizione temporanea, non per la piccola proprietà, ma per i grandi speculatori che tengono decine di immobili sfitti». Il testimonial dem, Furfaro, lo confeziona così: «Vogliamo trasformare la casa in un diritto reale. Perché avere un tetto sopra la testa non è un lusso ma la base della dignità, della sicurezza e della libertà di ogni persona». Il collega di Alleanza Verdi e Sinistra, Grimaldi, va al sodo: «Non è estremismo, piuttosto giustizia abitativa». Una linea segnata dall'eurodeputata Ilaria Salis, che prima delle "disavventure" in Ungheria, si è molto dedicata all'occupazione abusiva degli immobili. Un'attività rivendicata anche recentemente: «Chi entra in un alloggio occupato prende senza togliere a nessuno». Che male c'è? Una filosofia di vita che ora contagia il piano presentato dai tre partiti di sinistra. Altro che Fanfani e Berlusconi che in stagioni diverse presentarono il loro Piano. Quello del campo largo piuttosto si ispira all'esperienza di una indubbia specialista del ramo, seguiamo le sue orme. Non solo requisizione (mitigata astrattamente dall'aggettivo temporanea) anche la stretta alle locazioni turistiche. Si legge nella proposta: «Stabiliamo un limite ai giorni di affitto breve e un tetto al numero di B&B per zona». Aggiunge il deputato pentastellato: «La casa non può essere un privilegio economico per pochi. E non può essere il mercato a gestire la questione abitativa, ma la politica». Una nota personale la scrive il parlamentare di Avs che tanto ama indossare la kefiah alla Camera: «Io vivo a Roma da ospite, ormai da Monti all'Esquilino a Trastevere è tutto uguale, si è persa l'identità, è tutta la stessa "airbnb economy", sembra tutto lo stesso quartiere». La prima reazione viene dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, allarmato dalle idee rilanciate da Pd, Avs e M5S. Dice il presidente: «Ci preoccupa molto che in una conferenza stampa congiunta di parlamentari della quasi totalità dell'opposizione si sia parlato del tema della casa in termini così apertamente illiberali». Poi la stroncatura vera e propria: «Non è con limitazioni e divieti agli affitti brevi, con inquietanti censimenti delle case degli italiani, o con minacce di requisizioni degli immobili vuoti, che si risolvono i problemi abitativi». Infine la giusta ricetta: «Ciò che serve è l'esatto opposto: sgravi fiscali e maggiori garanzie per i proprietari, oltre che un'edilizia pubblica funzionante e adeguati aiuti agli inquilini in difficoltà». Insomma cambiate canovaccio. Le opposizioni, d'altra parte, avevano l'impellente necessità di ribattere agli interventi annunciati dal governo. Palazzo Chigi si sta muovendo in tre direzioni: l'incremento degli alloggi popolari, una corsia preferenziale per le giovani coppie, e la tutela delle parti coinvolte nell'affitto o nell'acquisto di una casa. Secondo i dati diffusi dall'Ance: in Italia solo il 3,8% delle famiglie vive in case di edilizia sociale pubblica, contro il 24% dell'Austria, il 16% della Francia e il 29% dell'Olanda. Obiettivo del ministro Salvini (che si occupa del dossier) è avvicinarsi alla media europea recuperando entro giugno dell'anno prossimo 15 mila alloggi popolari nelle periferie. Era stata la stessa premier Giorgia Meloni intervenendo ad agosto al Meeting di Rimini ad annunciare il piano del Governo. Nel frattempo l'ispiratrice del campo largo, l'eurodeputata Ilaria Salis, annuncia proprio per oggi al Parlamento Europeo un meeting internazionale: «Case per le persone, non per il profitto». Una firma d'autore sul progetto di legge presentato a Roma. Per lanciare l'evento in un post sui social Salis, riferendosi alla strage dei carabinieri di Castel D'Azzano (Verona), scrive: «Alla base di questi gesti terribili e disperati c'è una questione sistemica che crea sofferenza, se la politica continuerà a non affrontarla sarà da considerare corresponsabile».