Il Papa alla Fao: "Chi patisce la fame è mio fratello. Da Gaza all'Ucraina non possiamo voltarci dall'altra parte"

"Chi soffre la fame non è uno sconosciuto. È mio fratello e mia sorella, e devo aiutarlo senza indugio". Papa Leone XIV è stato chiaro nel discorso tenuto questa mattina alla Fao, a Roma. Ottant'anni dopo l'istituzione dell'organizzazione delle Nazioni Unite incaricata di occuparsi della sicurezza alimentare nel mondo, "la nostra coscienza - ha sottolineato il Pontefice rivolgendosi in spagnolo all'affollata platea - deve ancora una volta interpellarci di fronte al dramma sempre attuale della fame e della malnutrizione. Porre fine a questi mali non é solo responsabilità di imprenditori, funzionari pubblici e politici". "È un problema - ha insistito - alla cui soluzione dobbiamo contribuire tutti: agenzie internazionali, governi, istituzioni pubbliche, ong, enti accademici e societa civile, senza dimenticare ogni individuo, che deve vedere nella altrui qualcosa di proprio". Occorre "mobilitare tutte le energie disponibili, in spirito di solidarietà, affinché a nessuno al mondo manchi il cibo necessario, sia in quantità che in qualità", ha proseguito Papa Leone XIV.  "In questo modo, poniamo fine a una situazione che nega la dignità umana, mette a pentimento uno sviluppo auspicabile, costringendo ingiustamente moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case e ostacolare la comprensione tra i popoli". "Cinque anni dopo l'attuazione dell'Agenda 2030, dobbiamo ricordare con forza che raggiungere Fame Zero sarà possibile solo se ci sarà una reale volontà di farlo, e non solo con solenni dichiarazioni", ha rilanciato il Pontefice. "Con rinnovata urgenza, oggi siamo chiamati a rispondere a una domanda fondamentale: a che punto siamo nella lotta contro la piaga della fame che continua a flagellare atrocemente una parte significativa dell'umanità?". "In un'epoca in cui la scienza ha allungato l'aspettativa di vita, la tecnologia si è avvicinata ai continenti e la conoscenza ha aperto orizzonti prima inimmaginabili", secondo il Papa, "permettere a milioni di esseri umani di vivere - e morire - colpiti dalla fame è un fallimento collettivo, un'aberrazione etica, una colpa storica". "Forse il dato più toccante - ha sottolineato- è quello dei bambini che soffrono di malnutrizione, con le conseguenti malattie e ritardi nella crescita motoria e cognitiva". "Non si tratta di una coincidenza - ha aggiunto - ma di un chiaro segno di un'insensibilità, di un'economia senz'anima, di un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile". Nell'ambito della lotta sicurezze del mondo Robert Francis Prevost ha spiegato come "il ruolo della donna si configura come indispensabile, anche se non viene sempre sufficientemente apprezzato". E ha proseguito:"Le donne sono le prime a vegliare sul pane che manca, a seminare speranza nei solchi della terra, a impastare il futuro con le mani indurite dalla fatica. In ogni angolo del mondo, la donna è architetto della sopravvivenza, custode metodica del creato". "Come possiamo dimenticare tutti coloro che sono condannati alla morte e alla sofferenza in Ucraina, Gaza, Haiti, Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana, Yemen e Sud Sudan, per citare solo alcuni dei luoghi del pianeta in cui la povertà è diventata il pane quotidiano di tanti nostri fratelli e sorelle?", ha poi chiesto il Pontefice. "La pace è il requisito fondamentale per la sicurezza alimentare", aveva aperto la cerimonia per celebrare la Giornata mondiale dell'alimentazione il direttore generale della Fao Qu Dongyu, sottolineando che "la fame non conosce confini e la sfida della sicurezza alimentare richiede unità tra nazioni e popoli di tutto il mondo". "La Sua presenza qui, Sua Santità ci ricorda che la lotta contro la fame non riguarda solo il cibo, ma la dignità e la nostra umanità, la sua guida ci incoraggia a porre l'essere umano al centro di tutto ciò che facciamo". Alla sede della Fao, all'evento, sono giunti anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Presenti tra gli altri re Letsie III del Lesotho, ambasciatore speciale Fao per la Nutrizione, la regina Letizia di Spagna, ambasciatrice speciale Fao per la Nutrizione, la principessa Basma Bint Ali di Giordania, ambasciatrice Fao per il Vicino Oriente e Nord Africa, il presidente dell'Uruguay, Yamandù Orsi Martinez, il presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, Alvaro Lario, la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), Cindy Hensley McCain e l'8° segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.