In Giappone è già epidemia di influenza. Allarme in Italia per l'arrivo del virus

Siamo solo a metà ottobre eppure il Giappone ha già dichiarato che nel Paese è in corso un'epidemia di influenza. Ben  cinque settimane prima del previsto. La notizia arriva dopo che il numero dei contagi ha superato la soglia di attenzione: alla data del 10 ottobre 2025, i casi confermati in Giappone erano 6.013. Il dato, seppur piccolo se paragonato alla popolazione totale, ha messo in allerta le autorità competenti. Di solito, spiega la sezione Salute de ilsole24ore.it, i focolai influenzali nel Paese si espandono tra fine novembre ed inizio dicembre. Quest'anno il virus (il ceppo influenzale individuato è A H3N2) ha giocato imprevedibilmente in anticipo, iniziando a circolare già a settembre. Molto prima rispetto alla sua tradizionale “tabella di marcia”. Si sono così raggiunti in poche settimane livelli considerati epidemici. Per cercare di contenere il virus le autorità hanno disposto la chiusura di oltre cento scuole. Questo anche perché è stato monitorato che tra i 287 pazienti ricoverati il mese scorso, quasi la metà aveva 14 anni o meno. Sarebbero diversi i fattori che in qualche modo hanno contribuito alla diffusione del virus dell'influenza. Tra questi vi sono l'aumento dei viaggi internazionali e il cambiamento climatico che altera i modelli stagionali di diffusione delle infezioni. Non solo. Perché vi sarebbe anche la scarsa esposizione al virus negli ultimi anni, dovuta alle misure anti-Covid e al conseguente calo dell'immunità. Il Giappone, però, non è l'unico Paese dove la diffusione del virus è avvenuta in anticipo. Ad eccezione di Australia e Nuova Zelanda (qui l'inverno è appena finito) c'è il caso della Malesia dove si è registrata una stagione influenzale abbastanza precoce: sono circa 6mila gli studenti contagiati, con alcune scuole che sono state costrette a sospendere le lezioni. Inoltre, come ha annunciato il ministero della Salute, la scorsa settimana c'erano 97 focolai di influenza in tutto il Paese. Un numero in forte aumento rispetto alla settimana precedente nella quale se ne erano contati 14. Il rischio è che quanto sta accadendo in queste settimane nei Paesi asiatici posso verificarsi anche in una Europa che sta andando incontro all'inverno.