L'Egitto: "Via del Cotone bloccata se non si risolve questione palestinese. Persi 9 miliardi"

Risolvere la questione palestinese è cruciale per far avanzare il progetto della Via del Cotone, il corridoio economico destinato a collegare India, Medio Oriente ed Europa. Passando attraverso i Paesi del Golfo Persico, Israele e toccando l'Italia, con Trieste che segnerà l'approdo delle navi salpate da subcontinente indiano. A rilanciare la necessità di una rapida pacificazione e ricostruzione della Striscia di Gaza è stato oggi il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty durante una visita a Nuova Delhi. Il riferimento è all'iniziativa sostenuta dagli Stati Uniti e che, secondo gli osservatori, è un'alternativa alla Via della Seta progettata dalla Cina per collegare l'Europa attraverso una nuova rete di infrastrutture. "Dobbiamo tenere presente che la connettività è molto importante per una soluzione definitiva della causa palestinese", ha dichiarato Abdelatty durante una conferenza dove ha spiegato di aver discusso dell'Imec (India-Middle East Europe Economic Corridor) in un colloquio avuto con il titolare del dicastero degli Esteri indiano, S. Jaishankar. L'Egitto, ha proseguito, "è disponibile a partecipare al progetto". "L'Imec è un progetto importante, ma dobbiamo capire che quanto accaduto negli ultimi due anni ha portato a un'escalation che potrebbe ostacolare la cooperazione e la connettività", ha aggiunto Abdelatty, sottolineando che l'Egitto ha subito perdite per oltre nove miliardi di dollari da quando il gruppo armato Houthi - che sostiene di aver agito in solidarietà con i palestinesi a Gaza - ha iniziato gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso. "Stiamo pagando un prezzo pesante - ha concluso - Prima, ogni giorno, almeno 75 navi attraversavano il Canale di Suez in entrambe le direzioni. Ora, al massimo 25, 50, quindi il numero è diminuito di almeno il 60%". La Via del Cotone non è soltanto una questione di trasporti, ma anche di un piano complessivo di connettività che prevede la realizzazione di nuovi collegamenti tra le reti elettriche dei paesi attraversati, la costruzione di un oleodotto per l'esportazione di idrogeno verde verso l'Europa. In questo senso si creerebbe un mercato interconnesso per l'energia sostenibile, mettendo in comunicazione luoghi di produzione e quelli di consumo, spesso lontani, e rendendo più efficace l'incontro tra domanda e offerta.