Le sparate di Lerner e Saviano: "Classi dirigenti eversive", "Bersaglio pubblico"

Dalla politica alla società civile è bipartisan la solidarietà a Sigfrido Ranucci, vittima di un attentato nella serata di ieri quando due esplosioni hanno distrutto la sua automobile e quella di sua figlia, fortunatamente senza danni per le persone. Nel profluvio di messaggi, ne spiccano due che di sponda alla notizia dell'attentato vanno all'assalto del governo. Roberto Saviano, per esempio, afferma: "Quello che è accaduto stanotte a Sigfrido Ranucci non riguarda solo lui, ma il clima che stiamo accettando. Quando si decide che un giornalista può diventare un bersaglio, significa che qualcuno vuole stabilire che certi argomenti non si devono toccare", dice lo scrittore di Gomorra. "L'attentato a Sigfrido Ranucci non nasce oggi: è il frutto di anni di delegittimazione, di campagne mediatiche costruite per isolare, infangare, distruggere civilmente chi osa indagare il potere", ha aggiunto, "quando non si discute più delle idee ma si attacca la persona, quando il dibattito pubblico diventa un linciaggio social permanente, quando la politica – il potere – si sente autorizzata a colpire i giornalisti, la democrazia non è in pericolo: è già stata violata. Questa bomba non è solo un atto intimidatorio: è un messaggio destinato a chiunque pensi che l'inchiesta, l'analisi, la critica siano ancora spazi di libertà". Inquietante e volutamente generico il post social di Gad Lerner, che parla di "classi dirigenti sovversive", tanto che molti utenti gli chiedano direttamente di spiegare meglio questo concetto. "L'Italia delle bombe e dell'intimidazione ai giornalisti scomodi: l'abbiamo già conosciuta nei tempi più bui della storia nazionale, si manifesta vigliaccamente sotto la regia di classi dirigenti sovversive. Solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia", attacca il giornalista che lancia il proverbiale sasso per poi nascondere la mano.