Un 17enne sequestrato e trascinato a bordo di un'auto, rapito e poi rilasciato dopo appena 24 ore. Trattato bene, nutrito, senza subire torture, poi lasciato in buone condizioni di salute in strada, dove ha incrociato un conoscente che lo ha portato in commissariato. Il programma Incidente Probatorio , in onda sul canale 122 Fatti di Nera , si è occupato del sequestro lampo di un minorenne a Vittoria, in provincia di Ragusa. Un caso che s'intreccia con una serie di interrogativi, tra poche luci e tantissime ombre, ma soprattutto tanti dettagli ancora tutti da chiarire. Partendo dai timori dei parenti del giovane e dalla richiesta di riscatto mai arrivata, ma anche dalle modalità. Il 17enne è stato rapito in pieno centro a Vittoria da due auto con a bordo quattro uomini. Le telecamere hanno ripreso quelle due Fiat Panda in fuga. L'incubo è durato oltre 24 ore, durante le quali non si sapeva il perché del rapimento. Quando è arrivato in commissariato, il ragazzo era provato ma illeso, e non ha saputo (o voluto) dire molto di più. L'indagine, ovviamente, è ancora aperta e al momento tende a escludere la pista del sequestro a scopo di estorsione, preferendo piuttosto quella di un rapimento forse legato a dinamiche criminali come il traffico di droga o a questioni economiche. “Già dall'inizio – ha spiegato Marco Strano , criminologo ed ex dirigente della Polizia di Stato – si era capito che si trattasse di un sequestro anomalo, diverso da quelli degli anni '80 e '90, quando duravano anche mesi e c'era una richiesta di riscatto. Era atipico, quindi sicuramente si tratta di un sequestro con finalità diverse. Trovo singolare il comportamento dei rapitori: nessuna accortezza, commesso in pieno centro, davanti a testimoni. Sembra piuttosto un sequestro comunicativo. L'idea è che abbia a che fare con un ambito locale, forse un messaggio inviato alla famiglia di questo ragazzo. Capita che un ostaggio venga mollato subito oppure ucciso, se il rischio di essere scoperti è troppo elevato. In questo caso l'ostaggio è stato trattato bene, gli è stato dato un panino, non è stato picchiato. È evidente che doveva tornare a casa, per questo si pensa a un messaggio. Inoltre, i sequestratori hanno usato una Panda, cosa fuori da ogni logica per chi organizza un sequestro. Solitamente si rubano una o più auto veloci, così da poter scappare se intercettati dalle forze dell'ordine. Ma al momento non si può escludere neanche che si tratti di un sequestro fatto da gente goffa, che ha mollato l'ostaggio subito. Questo può essere anche un gesto di affermazione del potere: prendere il ragazzo e lasciarlo dopo 24 ore è un messaggio, anche se sbilenco”. “C'è da dire – ha commentato il criminologo Michelangelo Morreale – che i sequestratori erano con due auto, coperti da passamontagna, armati di pistole e fucili, e sono andati in un capannone. In 24 ore, seppure sia stato poco, gli inquirenti non sono riusciti ad arrivare nel posto dove è stato portato il ragazzo. Era comunque un'azione organizzata, ma l'impressione è che gli investigatori non siano riusciti a mettere sotto pressione i rapitori. Il ragazzo è stato lasciato per strada dopo circa sei minuti di auto, ha camminato venti minuti ed ha trovato un amico. Il padre è un imprenditore nel settore ortofrutticolo molto noto in zona e Vittoria è il più grande mercato del Mezzogiorno. Ad oggi non è stato trovato ancora il casolare, tutta questa disorganizzazione non la vedo. Non è ancora tutto così chiaro. Sono convinto che le 24 ore siano servite a dare un messaggio al ragazzo o alla famiglia, per comunicare quello che queste persone vogliono o volevano”. Secondo l'avvocato Vito Daniele Cimiotta, si tratta di “un sequestro assolutamente atipico, in centro, davanti a diverse persone e agli amici del ragazzo. Il ragazzo è stato chiamato per nome, quindi probabilmente riguarda un ambito locale. Sono convinto che su queste vicende si debba partire dall'ambito familiare, per poi allargare il cerchio per trovare elementi e capire cosa sia successo. Non c'è stato tempo per chiedere un riscatto e forse era un segnale al ragazzo o alla famiglia. Non so se i rapitori fossero avvezzi a questi reati, ma si sono comunque resi conto che era il caso di mollare la presa. Escluderei che sia opera di un'organizzazione criminale che controlla il territorio: non si sarebbero esposti così in un territorio come Ragusa e Vittoria”. “Questa situazione – ha detto l'avvocato Antonello Viola – offre uno scenario inquietante. Se vogliamo percorrere l'ipotesi del messaggio, dobbiamo riflettere sul fatto che ci siano avvisi ai sequestri. I soggetti potrebbero essere inseriti nel tessuto sociale del territorio in cui hanno agito. Sono intervenuti in pieno centro, con due veicoli, alla presenza di altre persone, il che ci deve far capire che il modus operandi è sfacciato e dimostra una spiccata prepotenza. Il messaggio che hanno lanciato è chiaro: possono dominare il territorio quando vogliono. Io voglio sposare una tesi diversa. Ci troviamo di fronte a soggetti che hanno effettuato un rapimento in maniera maldestra e che potevano fornire ancora più indicazioni. Hanno parlato in dialetto siciliano, con un intercalare riconoscibile, lasciando indietro tante tracce. La circostanza che abbiano portato il ragazzo in un casolare e che lo abbiano liberato dopo il passaggio di un elicottero dimostra che si sentivano fortemente braccati”. Per l'avvocato Roberta Gentileschi, “nell'immediatezza sono riusciti a far perdere le proprie tracce, anche con auto di cilindrata bassa, ma avevano passamontagna e armi. Sicuramente è un sequestro anomalo, ma un minimo di organizzazione c'era. Avevano un posto dove tenere l'ostaggio, auto, e non c'erano telecamere che le hanno riprese dopo la fuga. Potrebbe essere vero che hanno sentito l'elicottero, che non potevano far fronte al prosieguo e lo hanno rilasciato. La modalità è sicuramente strana, ma non si dà un panino e si riconsegna subito l'ostaggio. Non escluderei la simulazione di un ipotetico sequestro, è un'eventualità”.