Questo giornale esprime solidarietà al conduttore di Report Sigfrido Ranucci con convinzione, ed è del tutto naturale farlo: di fronte a un attentato che poteva costare delle vite, tutte le asperità, le asprezze e le durezze del dibattito vanno molto indietro, in dissolvenza. Purtroppo però nell'Italia in cui non c'è mai limite al peggio esiste chi si è voluto distinguere, ovviamente non in bene. Il capo ufficio stampa della Regione Sardegna, tale Mario Gottardi, ha superato l'immaginabile quanto a strumentalizzazione di ciò che è avvenuto stanotte. Il numero uno della comunicazione della giunta guidata dall'esponente del Movimento 5 Stelle Alessandra Todde, infatti, ha vergato un post facebook, riportando alcuni titoli dei giornali vicini al centrodestra (tra cui il nostro) nei quali si contestava il contenuto di alcuni servizi di Report e si dava conto del dibattito più volte maturato all'interno della Rai in proposito. Normale che si possa, negli anni, avere posizioni dissenzienti rispetto a quanto riportato nella trasmissione. Fa parte della libertà di espressione. Però ecco come Gottardi introduce il suo elenco di titoli (in cui sono presenti, tra gli altri, anche il Giornale e Libero): “gli attentati politici e sociali sono sempre prima ‘coltivati' per farli accettare nell'opinione pubblica. La tecnica è quella di indicare un nemico, delegittimarono, accusarlo ingiustamente. Questo è quello che la stampa di destra ha fatto con Sigfrido Ranucci e con Report”. E segue la lista, peraltro ricavata, citandolo, da un misterioso account “Osservatorio italiano sul Neoliberalismo”. L'associazione che il comunicatore della Presidente Todde compone tra i titoli di giornale e l'attentato è palese, e gravissima. Un tentativo di buttarla in ideologia e inquinare le acque, dando sfoggio al complottismo più insultante. Ricordavamo il mondo pentastellato delle origini, tra protagonisti e satelliti, avvitato tra storie di chip sottopelle e dubbi sullo sbarco sulla Luna. Pensavamo che potessero solo migliorare. Ecco, ci sbagliavamo.