Garlasco: il tribunale dà ragione a Venditti, annullato il sequestro di pc e telefonini

Annullare la perquisizione, restituire all'ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, tutti i suoi dispositivi informatici sequestrati con l'esclusione di 2 agende. Domenico Aiello, legale del magistrato in pensione per corruzione in atti giudiziari con l'accusa di aver ricevuto "una somma indebita di denaro" nell'ordine di "20-30mila euro" per "favorire" Andrea Sempio, di cui chiese l'archiviazione il 16 marzo 2017 e la ottenne una settimana dopo dal gip Fabio Lambertucci, durante la prima indagine sul commesso di Voghera per il delitto di Garlasco, festeggia la decisione del Tribunale del riesame di Brescia. Usa parole forti: in Italia c'è un "massiccio movimento di opinione", afferma, che "ad ogni costo" anche "sacrificando la reputazione di un ex magistrato e di innocenti" pretende e "ordina, dal pulpito di autorevolissimi studi televisivi, la riapertura di indagini con cadenza regolare". La definisce come "giustizia subalterna allo show" che si fa "condizionare dalla ricerca di consensi". Il contrario di quello che avrebbe fatto il suo assistito 8 anni fa quando "ha avuto la sventura di fare il proprio dovere" ritenendo "giusto archiviare" l'allora 29enne dall'accusa di aver ucciso Chiara Poggi il 13 agosto 2007 senza nemmeno una "prova" a suo carico. In attesa delle motivazioni fra 30 giorni, per adesso rimane il dato: i giudici della libertà Giovanni Pagliuca (presidente), Lorenzo Azzi (relatore) e Marina Cavalleri hanno accolto il ricorso di Venditti e ordinato alla Procura di Brescia la "restituzione" di 9 dispositivi informatici sequestrati all'ex aggiunto il 26 settembre durante la perquisizione domiciliare eseguita su ordine della pm Claudia Moregola e del Procuratore di Brescia, Francesco Prete, dai militari del Gico della guardia di finanza di Brescia, del Gruppo di Pavia e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano. Si tratta di 3 iPhone (di cui solo 1 con sim), 2 iPad, 2 hard disk, 2 chiavette usb e 2 pc, di cui uno risalente all'epoca in cui guidava Procura di Pavia e l'altro del Casinò di Campione d'Italia, di cui è stato presidente fino al deflagrare di una delle due indagini per corruzione e peculato aperte dagli inquirenti bresciani su atti trasmessi per competenza dalla Procura di Pavia diretta da Fabio Napoleone che indaga su Sempio. Al Venditti andranno restituiti anche i "dati eventualmente già estrapolati" dalla polizia giudiziaria sui suoi apparecchi, si legge nel dispositivo dell'ordinanza di annullamento parziale. Rimangono infatti sotto sequestro due agende cartacee, con il logo dei carabinieri, rispettivamente del 2017 e del 2023. Ignoti al momento della decisione presa a seguito dell'udienza del 14 ottobre al palazzo di giustizia di Brescia. I giudici potrebbero aver valutato non sussistenti i presupposti di urgenza del decreto di perquisizione disposto dalla Procura il 16 settembre ed eseguito 10 giorni dopo nei confronti dell'ex magistrato oltre che dell'intera famiglia Sempio (non indagata), inclusi i genitori Giuseppe e la madre Daniela Ferrari, e i carabinieri della ex squadra di polizia giudiziaria a Pavia, Silvio Sapone e Andrea Spoto, anche loro al momento estranei all'inchiesta. Il riesame potrebbe anche aver ritenuto eccessivo il sequestro di smartphone e tablet del presente per dei fatti contestati che risalgono a 8 anni fa, peraltro senza indicare il 'perimetro' delle ricerche da effettuare sui dispositivi ad esempio con lo strumento delle parole-chiave per analizzare documenti e chat conservate. Oppure potrebbe essere entrato nel merito dell'accusa di corruzione alla luce dei passaggi dell'informativa della guardia di finanza in cui si legge che "dalla lettura delle intercettazioni ambientali effettuate dai carabinieri" emerge "un chiaro riferimento ai presunti pagamenti della famiglia Sempio" nei confronti non del magistrato Venditti ma "dei legali di fiducia dell'epoca". Dalle motivazioni si capirà perché i giudici abbiano comunque deciso di mantenere in sequestro 2 agende dell'ex pm. Per Aiello i giudici bresciani hanno avuto il "coraggio" di applicare "le regole del gioco". "Non si può andare a casa di un privato cittadino - commenta - e sequestrare ogni cosa, senza dire cosa si cerca e per quale fatto o condotta riconducibile a un reato". L'avvocato Aiello parla di una "luce di ragione" e si dice "felice" per il suo assistito "dopo tante amarezze" dovute agli articoli di stampa e trasmissioni tv "che difficilmente saranno cancellate nell'animo". Nel frattempo venerdì Andrea Sempio ha nominato il nuovo difensore che lo assisterà assieme alla collega Angela Taccia dopo la revoca del mandato a Massimo Lovati depositata martedì. E' Liborio Cataliotti il nuovo legale: 60 anni fra pochi giorni, appartenente al foro di Reggio Emilia, è stato lo storico difensore di Vanna Marchi e assiste ancora oggi la figlia Stefania Nobile e l'ex compagno Davide Lacerenza nel procedimento in corso a Milano sulla 'Gintoneria' che dovrebbe chiudersi in settimana con un patteggiamento. Tra i casi che lo hanno reso celebre la difesa di Davide Vannoni nella controversa vicenda del 'metodo Stamina'. Dal 2023 assiste anche alcuni ufficiali della guardia di finanza che sono stati rinviati a giudizio a Crotone per il naufragio dei migranti di Cutro del 26 febbraio 2023.