Anche il Fondo Monetario Internazionale apprezza il lavoro dell'Italia sui conti

'Italia ha un doppio punto di forza, la stabilità finanziaria e quella politica. Sulla crescita si fa ancora indubbiamente fatica, ma non è facile nella congiuntura che si è delineata a livello comunitario e internazionale. Alfred Kamer, direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale ha affermato: “abbiamo notato la sovra-performance notevole dell'Italia sul deficit lo scorso anno, secondo i dati anche quest'anno sarà migliore delle attese, è fantastico”. Parole, quindi, ultra lusinghiere per il percorso compiuto dal governo italiano nel contenimento dei conti. Quanto al rapporto deficit-Pil, Kammer spiega: “secondo le autorità italiane sarà del 3%, una volta aggiornate le nostre stime ci rifletteremo”. Il tema sul tavolo resta la crescita: “non è molto alta”, riconosce Kammer, ciò “rende più difficile far calare i livelli di debito. Speriamo che continuino a lavorare per farli scendere, facendo leva su produttività, crescita e risanamento dei conti”. Un riconoscimento viene anche da Le Monde, che ha pubblicato un'analisi intitolata “l'Italia è sempre nella logica della scelta del rigore del 2011”, in cui si sottolinea che “continua il risanamento delle finanze pubbliche italiane ed è anche più rapido del previsto”. Anche qui, si evidenzia il raggiungimento dell'obiettivo nel rapporto deficit-pil. “Le ultime previsioni -scrive il quotidiano francese- lasciano sperare che il deficit venga riportato attorno al 3% del Pil, aprendo la porta a una prossima uscita dalla procedura per deficit eccessivo avviata dall'Unione Europea”. Il quotidiano francese si premura di sottolineare che l'era del controllo dei conti iniziò nel 2011, con il governo Monti il quale, si legge, “inviò a Bruxelles e ai mercati un messaggio semplice, destinato a ristabilire la fiducia: ormai il paese rispetterà gli impegni”. Sarà qualche nostalgia, pro domo propria, degli scontri di allora, quando la Francia guidata da Nicolas Sarkozy fu tra gli animatori di quella manovra a tenaglia che portò alla caduta del governo Berlusconi. Ma in realtà la messa in sicurezza dei fondamentali della nostra economia  era iniziata già con l'Esecutivo guidato dal fondatore di Forza Italia. Lo riconobbero, a suo tempo, sia l'allora governatore di Banca d'Italia Mario Draghi nelle sue considerazioni finali del 2011, sia la cancelliera Angela Merkel e lo stesso Mario Monti. Ristabilita questa piccola verità storica, ecco la terza sottolineatura odierna, che riguarda sempre il paragone con Parigi, ma stavolta sui tempi attuali. Il Welt tedesco fa notare che la situazione economica italiana è “più stabile” dei cugini d'oltralpe. E per stabilità si intende sia quella finanziaria che quella politica. Si torna ancora sulla questione deficit- Pil, evidenziando che mentre il nostro Paese potrebbe centrare il parametro del 3%, la Francia soffre di un disavanzo che si aggira al 6%. Il quotidiano tedesco mette il dito nella piaga delle scosse che la politica parigina sta subendo, con governi che cadono l'uno dopo l'altro e si reggono per una manciata di voti (l'avvio dell'Esecutivo Lecornu, il secondo in poche settimane, è stato al cardiopalma). Queste considerazioni, dal FMI al Welt, possono costituire una sorta di breviario della rivalsa contro la sinistra. A inizio mandato del governo di centrodestra preventivavano una fase di instabilità e sconquasso dei conti per l'Italia. Dopo tre anni e mezzo, a essere franata è soltanto l'opposizione.