“Senza di lui Sempio sarebbe già finito in carcere”. La ricostruzione dell'avvocato spiazza lo studio

La vicenda giudiziaria legata ad Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, entra in una nuova fase dopo la decisione del commesso di Voghera di revocare il mandato al suo storico difensore, Massimo Lovati. A intervenire sulla vicenda è l'avvocato Fabrizio Gallo, che assiste Lovati, attualmente sotto inchiesta a Milano per diffamazione aggravata dopo la denuncia dei fratelli Enrico e Fabio Giarda, ex legali di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a sedici anni per il delitto di Garlasco. Gallo, nella trasmissione della Rai “Storie Italiane”, ha ribadito l'importanza del ruolo svolto da Lovati nella difesa di Sempio. “Senza di lui, Andrea sarebbe già finito in carcere”, ha dichiarato, sottolineando come altre persone con accuse analoghe abbiano subito misure cautelari. “Il lavoro di Massimo ha garantito al suo cliente di evitare anche un solo giorno di detenzione preventiva”, ha aggiunto. Il legale ha descritto la revoca del mandato come un colpo inatteso per Lovati. “Era convinto che Sempio non lo avrebbe mai escluso dal caso. La decisione lo ha profondamente rattristato”, ha spiegato Gallo, sottolineando che Lovati aveva ancora in mente strategie precise che, secondo lui, avrebbero potuto portare a un'archiviazione dell'inchiesta. Nonostante il cambio di difensore, Gallo sostiene che Lovati continuerà a influenzare il percorso difensivo: “Il nuovo avvocato dovrà confrontarsi con lui. È impossibile ignorare l'impronta che Lovati ha lasciato sul caso”. Secondo il legale, la continuità tra le strategie difensive è fondamentale nei casi complessi, e la figura del precedente avvocato rimane spesso un punto di riferimento anche dopo la revoca formale del mandato. La vicenda Sempio si inserisce in un contesto giudiziario e mediatico particolarmente delicato. La decisione di cambiare legale ha suscitato reazioni contrastanti, poiché Lovati non solo aveva seguito l'intero percorso processuale, ma era considerato da molti un esperto capace di gestire casi complessi come quello di Garlasco. Il legame tra difensore e assistito, in questo tipo di indagini, non si limita alla semplice rappresentanza legale: strategia, conoscenza del fascicolo e rapporti con i consulenti tecnici diventano elementi determinanti. Gallo ha chiarito che il suo intervento non vuole in alcun modo suggerire la colpevolezza di Sempio. “Non sto dicendo che Andrea sia colpevole”, ha precisato. “Voglio solo evidenziare che il lavoro di Lovati ha permesso al suo cliente di evitare misure cautelari che altri, in circostanze simili, hanno subito”. L'analisi della vicenda mette in luce anche le implicazioni mediatiche. Nei casi di omicidio con forte attenzione pubblica, ogni scelta legale viene scrutinata e commentata, amplificando l'impatto delle decisioni difensive e delle strategie adottate dagli avvocati. La revoca di un mandato può generare incertezze sulle mosse future, ma non annulla l'influenza di un legale che ha seguito il caso fin dall'inizio. Storicamente, casi come quello di Garlasco hanno mostrato come la continuità della difesa sia spesso un fattore determinante per l'esito processuale. Gli avvocati che hanno seguito dall'inizio un'indagine possono avere conoscenze e intuizioni che un nuovo difensore deve necessariamente integrare, pena il rischio di indebolire la posizione del cliente. Nei prossimi mesi, il ruolo del nuovo legale di Sempio, Liborio Cataliotti, sarà quello di coniugare le strategie già sviluppate da Lovati con eventuali nuovi approcci difensivi, in un equilibrio delicato tra tutela dei diritti del cliente e gestione dell'immagine pubblica di un caso sotto i riflettori. La vicenda resta dunque sotto stretta osservazione: da un lato, le indagini e le decisioni giudiziarie determineranno l'evoluzione processuale, dall'altro, la gestione mediatica e la capacità del nuovo avvocato di interagire con il lavoro già compiuto da Lovati saranno elementi chiave per il prosieguo della difesa di Andrea Sempio.