Dopo Falcone tocca a Borsellino. Inventata anche una sua intervista per giustificare il “no” alla separazione delle carriere. A rivelarlo il "Dubbio" che spiega come il colloquio, a cui faceva riferimento il Fatto Quotidiano, non sia mai stato pubblicato da Repubblica, così come non ci sia mai stata alcuna sua dichiarazione a Samarcanda, la storica trasmissione condotta da Michele Santoro. Il togato, dunque, non avrebbe mai detto che il magistrato requirente deve poter svolgere “la sua funzione senza dover rendere conto al potere politico”. Il quotidiano garantista, infatti, avrebbe verificato scrupolosamente nelle teche Rai e non avrebbe trovato la battuta a cui faceva riferimento la testata diretta da Travaglio. Domanda, dunque, che sorge spontanea: come distruggere due simboli del Paese per una banale campagna referendaria? La verità è solo una: Borsellino non si è mai espresso sul tema. L'unica sua perplessità era quella sul nuovo codice di procedura penale, ma questa è tutta un'altra storia.