Il grido di Luca: "Bandito da Brescia per 2 anni per protesta pacifica con Exctinction Rebellion"

Si chiama Luca ed è uno studente-lavoratore di Bologna che ha partecipato alla maniestazione del 13 luglio scorso con il movimento Extinction Rebellion a Brescia. Si era travestito da banchiere e si era piazzato davanti a una filiale di Intesa San Paolo per denunciare investimenti sbagliati in energia fossile e nell’industria bellica. Il suo “crimine” è stato urlare al megafono quelli che ritiene essere i dati sul coinvolgimento della banca nel genocidio a Gaza e le responsabilità dell'ente sul collasso ecoclimatico globale.  Il mese successivo alla sua protesta, gli agenti in borghese della Questura di Bologna lo aspettato davanti al portone di casa per consegnargli il "foglio di via obbligatorio" che gli impone di stare alla larga dal suo Comune di residenza, Brescia, per due anni. Si tratta di una misura cautelare legata al codice antimafia che viene emessa da un questore senza passare da un giudice o da una sentenza. Ectionction Rebellion denuncia questo metodo: "Vogliono intimidirci, impedire il nostro diritto al dissenso e alla manifestazione pacifica delle nostre idee. E vogliono anche fare pressione economicamente, perché ricorrere al TAR per un annullamento costa svariate centinaia di euro".