Militare torna in missione dopo il ferimento a Mogadiscio nel 1993: "Perché io ci credo"

"Io quel giorno c'ero. Somalia, Mogadiscio a Check Point Pasta. Durante un controllo del territorio ci hanno sparato". Era il 2 luglio del 1993 ma ricorda tutto come se fosse ieri, il luogotenente Giampiero Monti. Lo fa nel giorno dedicato ai veterani, ai quei militari che nell'adempimento della loro missione hanno riportato traumi fisici o psichici. "Venivo ferito gravemente. Il mio primo pensiero fu per i miei ragazzi che stavano con me nel carro. Aprii lo sportello e riuscirono a salvarsi", racconta. Frammenti di ricordi della battaglia passata alla storia come Check Point Pasta, perché avvenuta vicino a un ex pastificio abbandonato a Mogadiscio. Da una parte i soldati italiani in missione di pace, dall'altra le milizie somale. Per il suo coraggio, il luogotenete Monti ha ricevuto una medaglia d'argento al valor militare, ma ha anche dovuto sopportare un calvario lungo 58 operazioni. "I veterani come me sono soldati che hanno ferite fisiche e psicofisiche sul proprio corpo", sottolinea. Nel 2019 la Difesa ha istituito il Centro Veterani dove i militari posso ricevere assistenza, terapie riabilitative e supporto psicologico. Un percorso che Monti ha completato con determinazione: è tornato in missione operativa e ha ripreso i lanci con il paracadute. E a chi gli chiede dove abbia trovato tanta forza e coraggio lui risponde così: "Perché io ci credo. Ho prestato giuramento a 17 anni alla Patria e quel giuramento io lo porterò con me fino all'ultimo respiro".