Inflazione alimentare record: pane, latte e uova sempre più cari. Tutti gli aumenti

In quattro anni, dal 2021 a oggi, i prezzi dei beni alimentari sono saliti quasi del 25%. A dirlo è l'Istat, che nella sua nota di aggiornamento mensile calcola un incremento del 24,9%, superiore di quasi otto punti percentuali rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dall'indice generale dei prezzi al consumo (+17,3%). La forte crescita del biennio 2022-2023 è stata determinata dallo shock sui listini dell'energia, che ha colpito in misura rilevante il settore degli alimentari non lavorati, sia in modo diretto — per il peso degli input energetici — sia in modo indiretto, facendo lievitare il costo di prodotti intermedi come i fertilizzanti. Negli ultimi due anni, la dinamica dei prezzi è stata più contenuta, sostenuta in parte dal recupero dei margini di profitto delle imprese agricole. Nel dettaglio, gli alimentari freschi (o non lavorati) sono aumentati più di quelli lavorati (+26,2% e +24,3% rispettivamente). Il prezzo complessivo del cibo, a settembre 2025, è cresciuto del 26,8% rispetto a ottobre 2021, con rincari più ampi per i prodotti vegetali (+32,7%), latte, formaggi e uova (+28,1%) e pane e cereali (+25,5%). L'Unione Nazionale Consumatori segnala che, a ottobre, mentre l'inflazione mensile scendeva dello 0,3%, i prodotti alimentari e le bevande analcoliche salivano dello 0,2%. Su base annua, il rialzo è stato del 2,7%: “Tradotto in soldoni — spiega il presidente Massimiliano Dona — significa che per mangiare e bere una coppia con due figli paga su base annua ben 250 euro in più; una coppia con un figlio 219 euro, e una famiglia media 173 euro.” Il Codacons chiede l'intervento di Antitrust e Mister Prezzi “affinché avviino un'approfondita indagine sull'andamento dei listini alimentari in Italia, per individuare eventuali anomalie nella formazione dei prezzi a danno dei consumatori”. Intanto Assoutenti evidenzia che una famiglia su tre è stata costretta, nell'ultimo anno, a ridurre la spesa per cibi e bevande.