A un giorno dai risultati sulle impronte nella villetta di Garlasco (attribuite a Chiara Poggi, suo fratello e un carabiniere), emergono quelli sull’incidente probatorio del DNA sotto le unghie della vittima, uccisa il 13 agosto 2007. La perita della polizia scientifica Denise Albani, incaricata dalla gip Daniela Garlaschelli nell’inchiesta dei pm di Pavia su Andrea Sempio, ha analizzato i tracciati elettroforetici delle tre estrazioni del 2014 (prof. Francesco De Stefano, Corte d’appello bis che condannò Alberto Stasi a 16 anni). Le unghie, “sciolte” per l’analisi, non sono più ripetibili.Il profilo genetico è aplotipo Y (linea paterna maschile, non individua/esclude un singolo soggetto), parziale (sequenza incompleta), misto (almeno un altro DNA maschile non utilizzabile) e non consolidato (risultati incostanti tra le estrazioni). Conferma l’inutilizzabilità per identificazioni, come nel processo Stasi.Difesa Stasi, pm e consulenti (Previderè, Grignani) ritengono un profilo “sovrapponibile” al campione di Sempio (2016: tazzina, cucchiaino, bottiglietta sottratti da agenzia SKP). [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44965895]] I legali di Sempio e la famiglia Poggi contestano l’attendibilità del materiale. Albani non ha valutato la compatibilità con Sempio: lo farà nella relazione finale prima dell’udienza del 18 dicembre. Esclusa dall’incidente probatorio l’impronta 33 sul muro delle scale al seminterrato: pm la attribuiscono a Sempio, difesa e parte civile la ritengono non sua (richiesta incidente probatorio respinta). Tracce genetiche sulla spazzatura della colazione: di Chiara e Stasi.I risultati sulle unghie, attesi come possibile svolta, ribadiscono l’incompletezza del DNA, lasciando invariato lo stallo investigativo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44968407]]