Medici furiosi contro la manovra del governo: “Stanziamenti “record”? Vergognoso e offensivo. Meloni fa austerity, così lo stato sociale rischia di saltare in aria”

Medici furiosi contro la manovra del governo: “Stanziamenti “record”? Vergognoso e offensivo. Meloni fa austerity, così lo stato sociale rischia di saltare in aria”

“Questa manovra è vergognosa e offensiva per i professionisti che tengono in piedi la sanità pubblica in Italia. Produrrà un’erosione del diritto al lavoro e del diritto alla salute. Siamo pronti a una dura mobilitazione. Se necessario, denunceremo l’Italia anche in Europa, andando a Bruxelles”. Mentre parla a ilfattoquotidiano.it, Pierino Di Silverio, segretario nazionale del […] L'articolo Medici furiosi contro la manovra del governo: “Stanziamenti “record”? Vergognoso e offensivo. Meloni fa austerity, così lo stato sociale rischia di saltare in aria” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Marco Mengoni, "Natale mi fa schifo". Poi lo "sfregio" a Gesù

Marco Mengoni, "Natale mi fa schifo". Poi lo "sfregio" a Gesù

Coming out o (triste) provocazione? Il dubbio è lecito, trattandosi di spettacolo. Marco Mengoni confessa di non gradire particolarmente il 25 dicembre. Anzi, per la precisione: " Mi fa schifo il Natale , non saprei che altro dire". Così, secco. Provocatorio, appunto. Perché il post su Instagram, intitolato "Gosting Santa" con una serie di foto e video in tema, per l'appunto, natalizio, avviene al termine di un tour trionfale con sei mesi di concerti in Italia e in Europa, oltre 45 date e più di 750.000 biglietti venduti, concluso pochi giorni fa. Dentro il post c'è un po' di tutto: un risveglio in hotel e un allenamento, un impacco di ghiaccio sul ginocchio e un taglio di capelli, una citazione della scrittrice ceca Markéta Pilátová e una decorazione natalizia, una enorme tavolata e un pranzo fuori frugale. E poi, appunto, il video diventato già virale nel bene e nel male: "Mi fa schifo il Natale", ammette Mengoni che dopo la vittoria a X Factor e i successi sul palco del Festival di Sanremo è diventato uno dei cantanti pop di maggior successo in Italia. L'ironica carrellata si chiude con la foto di una classica palla di vetro souvenir che contiene un' immagine di Cristo con il volto del cantante. Una pacchianata simile a una caduta di stile che ha fatto storcere il naso a parecchi che vivono il Natale come una festa religiosa, prima di tutto. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45560420]] Ma attenzione: guarda caso, il post di Mengoni coincide con l'uscita di Coming home , la sua canzone... natalizia. Solo una coincidenza o un modo per ottenere una "spintarella" in più grazie alle polemiche e relative condivisioni? Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Marco Mengoni (@mengonimarcoofficial)

Il poeta e il gatto imbalsamato

Il poeta e il gatto imbalsamato

AGI - “Sono ateo, per cui non gli faccio gli auguri di Natale; lo accarezzo come faccio tutti i giorni: una volta la mattina quando mi alzo e un’altra la sera prima di andare a letto”. Gilberto De Santis, 68 anni, romano, detto “er Secco”, è un rappresentante di commercio in pensione appassionato di poesia romanesca : ha fatto rilegare una raccolta di componimenti dal titolo “Piagni e ridi”, l’agrodolce della vita. Paradossalmente, però, è conosciuto pure per un dolore che non lo lascia mai. Gli è morto l’unico affetto col quale era disposto a condividere la sua vita: il gatto Alfio , un tigrato di colore grigio. E in un certo modo continua a viverci: l’ha fatto imbalsamare sistemandolo sul ripiano basso di un armadio in camera da letto, dove il gatto se ne sta rannicchiato con una zampetta sollevata a coprirgli gli occhi come se dormisse. L'imbalsamazione di Alfio: un capolavoro per ridurre il dolore “Nel 2012 – racconta – non mangiava più, sbandava, non riusciva a stare in piedi. Così, dopo 16 anni insieme l’ho dovuto far sopprimere. Era come un figlio per me ”. L’idea di imbalsamarlo era nata un anno prima: “Immaginavo che un giorno sarebbe successo il peggio. Allora mi sono detto: quando accadrà lo terrò con me”. Trovato un imbalsamatore in zona Anagnina , Gilberto e suo fratello hanno proceduto. “Il tizio me lo ha ridato dopo un mese. Ha fatto un capolavoro ”. La posizione rannicchiata è stata scelta da Gilberto stesso. L’operazione è costata 370 euro . “Vederlo lì mi ha ridotto il dolore del 30 per cento . Lascio l’anta semiaperta per fargli prendere un po’ d’aria”. L'amore per Alfio e le relazioni finite Il primo incontro con Alfio avvenne sotto casa, nell’ estate del ’96 , di ritorno dall’ippodromo di Tor di Valle. Quando la compagna di Gilberto si scoprì allergica ai gatti, lui non ebbe dubbi: “Dovevo scegliere se abbandonare lei o Alfio: non ho avuto dubbi ”. Riguardo alle relazioni umane, Gilberto ammette: “Ho avuto tante donne, importanti nove. E tutte mi hanno lasciato”. La sua filosofia è semplice: “Perché tutto finisce ”. Poesia, scommesse e le radici romane Nonostante l’età, Gilberto mantiene diverse passioni: “Gioco poco ma non rinuncio: ai cavalli , al calcio , al biliardo e ogni tanto vado in canoa”. La poesia romanesca è centrale, e il titolo della sua raccolta, “Piagni e ridi”, riassume la sua visione: “È la vita”. La sua sensibilità verso gli animali si riflette anche nelle abitudini alimentari: “Davanti a una coda alla vaccinara è impossibile [essere vegetariano]. Però gli animali giovani – vitello e agnello - non li mangio più”. La sua giornata è scandita da routine semplici: si alza alle 9, rientra alle 19, cucina e beve un caffè col mistrà, prima di “riveder[e] il film della mia vita” dalla finestra. Gilberto vive nel quartiere Prati dal 1951 , e le sue radici romane sono profonde, con antenati che lavoravano vicino al Vaticano, inclusa la storia dello zio che faceva fuggire gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. La giornata si conclude come inizia: accarezzando Alfio prima di andare a letto.