Dopo il film ecco la serie tv su “V per Vendetta”: chi sta sviluppando il progetto

Dopo il film ecco la serie tv su “V per Vendetta”: chi sta sviluppando il progetto

Una serie tv basata sulla celebre graphic novel 'V per Vendetta' è in fase di sviluppo presso Hbo. Lo rivela in esclusiva 'Variety', secondo cui a capo del progetto ci sarebbero James Gunn e Peter Safran, co-ceo dei Dc Studios, in qualità di produttori esecutivi. Secondo le fonti citate dalla testata, la sceneggiatura sarebbe affidata a Pete Jackson ('Somewhere Boy'), mentre la produzione sarà curata da Warner Bros. Television. Al momento, sia Hbo che i Dc Studios non hanno rilasciato commenti ufficiali sull'indiscrezione. La graphic novel, creata dallo scrittore Alan Moore e dall'illustratore David Lloyd nel 1982, è ambientata in un futuro distopico in una Gran Bretagna controllata da un regime fascista. La trama segue un anarchico noto come 'V', che indossa la maschera di Guy Fawkes e cerca di rovesciare il governo con l'aiuto di una giovane donna, Evey Hammond.

Perché un ortaggio è diventato l’opera d’arte più amata di Taiwan: la storia del cavolo di giadeite

Perché un ortaggio è diventato l’opera d’arte più amata di Taiwan: la storia del cavolo di giadeite

Al Museo Nazionale di Praga è esposta per la prima volta in Europa una delle icone culturali di Taiwan. È il Cavolo di giadeite, una piccola scultura alta meno di venti centimetri che è diventata l’opera più celebre del National Palace Museum di Taipei. Realizzata da uno scultore anonimo, faceva parte del tesoro della Città Proibita e, secondo la leggenda, simboleggerebbe purezza, fertilità e abbondanza. Pur non essendo un pezzo unico nel suo genere, il valore simbolico e la straordinaria precisione della lavorazione ne hanno fatto un’opera amatissima dal grande pubblico. Continua a leggere

Scuola, 9 giovani su 10 chiedono l'educazione sessuale

Scuola, 9 giovani su 10 chiedono l'educazione sessuale

MILANO (ITALPRESS) – Nei giorni in cui la Camera dei Deputati vota il Disegno di Legge presentato dal Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara relativo alle Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico, è tornato al centro del dibattito pubblico il tema dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole. I giovani in Italia dimostrano di avere le idee molto chiare: 9 su 10 richiedono l'introduzione dell'educazione sessuale a scuola, desiderando affrontare temi come informazioni sulle IST e sulla protezione (54%), sul consenso nelle relazioni affettive (48%) in modo costruttivo e con il supporto di professionisti qualificati. Il 72,2% di essi, infatti, ritiene che medici, psicologi ed esperti del settore siano le figure più idonee a guidare un percorso educativo serio e informato. A confermarlo sono i dati dell'ormai storico Osservatorio “Giovani e Sessualità” di Durex, condotto in collaborazione con Skuola.net tra maggio e giugno 2025 su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni, il quale, giunto quest'anno alla sua 8^ edizione, ha per la prima volta indagato anche il pensiero dei genitori. Le risposte potranno sorprendere: quasi 8 genitori su 10 (78,6%), infatti, si dichiarano favorevoli all'introduzione di percorsi strutturati di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, e addirittura il 45,3% ritiene che tali programmi dovrebbero partire già dalle scuole medie. Questo interesse nasce, molto probabilmente, dalle preoccupazioni che albergano nei pensieri dei genitori, soprattutto in relazione agli aspetti emotivi e relazionali: il 28,7% teme, infatti, che i propri figli possano vivere relazioni tossiche e il 19,3% è preoccupato per il rischio di violenze sessuali. A seguire, timori legati alle infezioni sessualmente trasmissibili (17,1%) e al mancato uso di metodi contraccettivi (16,3%). In un contesto, quello italiano, dove il 23,6% dei giovani dichiara di aver avuto il primo rapporto sessuale tra gli 11 e i 14 anni, questi aspetti non vanno sicuramente ignorati, soprattutto considerando che la percentuale di coloro che non parlano di sessualità in famiglia è aumentata del 12% in un solo anno (dal 37% del 2024 al 49% del 2025). Tra le ragioni: il 46,8% non si sente a proprio agio nell'affrontare questi temi con i genitori mentre, per il 14,5%, si tratta di un vero e proprio tabù. In assenza di dialogo a scuola o a casa, e con i rapporti sessuali sempre più precoci, le ragazze e i ragazzi ritengono che per informarsi rimanga loro una sola possibilità: internet, con tutti i rischi del caso e trovandosi davanti ad un accesso potenziale a contenuti pornografici. Il 53,2% dei giovani, attratto dall'anonimato e dalla rapidità, dichiara infatti di cercare online risposte su sessualità e contraccezione, informandosi attraverso contenuti parziali, inappropriati, spesso lesivi e frequentemente scorretti, che in certi casi rischiano di condurre anche a situazioni potenzialmente pericolose per la loro incolumità. Una situazione che porta, soprattutto i giovanissimi, ad affrontare le prime esperienze in modo poco consapevole, con scarse informazioni sul consenso e sul rispetto di sè e degli altri. I comportamenti a rischio possono poi anche essere legati al sexting: quasi un giovane su due (47,2%) afferma infatti di inviare o ricevere contenuti sessualmente espliciti, con il fenomeno che interessa già il 30% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni. Queste pratiche, se non gestite con consapevolezza, possono sfociare in situazioni problematiche legate alla condivisione non consensuale di materiale privato: il 46% dei rispondenti dichiara infatti di aver ricevuto immagini o video a sfondo sessuale non richieste, percentuale che raggiunge il 50% tra le ragazze e il 42% nella fascia più giovane (11-13 anni). Proprio il consenso, in questo scenario, rimane un aspetto cruciale anche al di fuori della rete: 1 giovane su 5 ritiene che ci si possa sottrarre a un rapporto sessuale con il partner “solo occasionalmente”. Inoltre, il 40% dei partecipanti considera la gelosia o la possessività eccessiva del partner solo “possibili” segnali di una relazione da limitare, a conferma di una scarsa consapevolezza emotiva. «Il primo approccio alla sessualità avviene sempre più precocemente e, in assenza di un supporto qualificato, il rischio di esposizione a comportamenti a rischio e dannosi, a infezioni sessualmente trasmissibili e a gravidanze indesiderate è sempre più elevato» ha dichiarato Filippo Nimbi, psicologo, sessuologo clinico e Segretario Generale della European Federation of Sexology. «Non possiamo lasciare i giovani da soli, non possiamo mettere a rischio la loro salute e serenità, non possiamo mostrare loro che un'alternativa c'è ma non la si vuole cogliere e sperimentare, non possiamo far finta di non essere rimasti tra i pochi in Europa in questa situazione. E' fondamentale mostrarci finalmente maturi e dare loro la possibilità di usufruire dell'educazione affettiva e sessuale a scuola, basata sul coinvolgimento di esperti e professionisti qualificati e su un approccio scientifico e inclusivo» ha concluso Nimbi. -foto Ipa Agency – (ITALPRESS).

Il Consiglio regionale l'ha sfiduciata, ma Picchi resta in giunta. Fontana: "Non ci sono elementi per la revoca"

Il Consiglio regionale l'ha sfiduciata, ma Picchi resta in giunta. Fontana: "Non ci sono elementi per la revoca"

Il presidente leghista Attilio Fontana ha preso la sua decisione: Federica Picchi continuerà a svolgere il suo lavoro. Ad annunciarlo è Mauro Piazza, sottosegretario lombardo con delega ai rapporti con il Consiglio regionale, durante la seduta d'Aula di oggi. "Non sussistono elementi per procedere alla revoca del sottosegretario Federica Picchi . Si conferma il mandato nei confronti del sottosegretario perché si ritiene che non vi siano lesioni dell'integrità istituzionale e delle politiche regionali in materia di salute pubblica come si evince dallo svolgimento e dal successo delle politiche di vaccinazione". Mercoledì scorso - come raccontato dal Foglio - la mozione di sfiducia a scrutinio segreto presentata dal Pd per le posizioni no vax della sottosegretaria era stata approvata con la complicità di almeno 19 franchi tiratori nella maggioranza di centrodestra, facendo scoppiare una polemica fatta di accuse incrociate. Nonostante le dichiarazioni in questi giorni delle opposizioni che chiedevano a gran voce di rispettare il voto espresso dal consiglio, Picchi resterà al suo posto. Per il primo firmatario della mozione, nonchè capogruppo Pd in consiglio regionale Pier Francesco Majorino, si tratta di un fatto molto grave: " Fontana è sotto ricatto di Arianna Meloni e dei Fratelli d'Italia. L'Aula si era espressa in modo molto chiaro, così si calpestra il volere della maggioranza dei consiglieri". Un peso decisivo nella scelta finale potrebbe essere arrivato dalle dichiarazioni fatte ieri dal presidente del Senato, Ignazio La Russa. Secondo retroscena giornalistici, sarebbe stato lui l’architetto dell’operazione atta a regolare alcuni conti interni. Picchi, reclutata nel partito dal responsabile organizzativo nazionale Giovanni Donzelli, aveva deciso di rimuovere Roberta Capotosti, vicina a La Russa, dall’incarico di capo della sua segreteria. Uno sgarbo che non è passato inosservato alla seconda carica dello Stato e che si inseriva nel più ampio scontro tra le nuove leve, determinate a non dover consultare il presidente del senato per ogni decisione sul territorio lombardo, che avrebbe così autorizzato Federico Romani, presidente del Consiglio regionale, esponente di FdI in quota La Russa e amico personale di suo figlio, ad accettare il voto segreto richiesto da Majorino, che ha detto di non aver visto barricate in difesa di Picchi. Così sono emersi i 19 franchi tiratori, nonostante le dichiarazioni di lealtà arrivate dalla maggioranza subito dopo la votazione. " Si tratta di un tentativo di cercare di vedere all'interno di Fratelli d'Italia magagne che magari possono esistere in altri ambiti, in altri partiti o anche da noi, e mettermi in una condizione di dover spiegare che non sono né con questo né con quello" - ha spiegato La Russa. "Io sono, ahimè, uno dei tre fondatori, anzi il più anziano fondatore di Fratelli d'Italia e il mio unico desiderio da quando Fratelli d'Italia è nata è evitare dissapori all'interno del partito". Netto invece sulla sottosegretaria: "Personalmente ho grande stima della signora Picchi e non vedo perché debba essere messa in croce".