Hannoun arrestato: finanziava Hamas. L'operazione dopo le inchieste de Il Tempo: 9 indagati e sequestri per 8 milioni

Hannoun arrestato: finanziava Hamas. L'operazione dopo le inchieste de Il Tempo: 9 indagati e sequestri per 8 milioni

Dopo mesi dalla nostra inchiesta arriva una svolta su Mohammad Hannoun: dopo una maxi inchiesta riguardante appartenenza e finanziamento ad organizzazioni con finalità di terrorismo condotta dalla polizia di Stato e dalla Digos di Genova il giordano filo Hamas è stato tratto in arresto. E oggi hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari (personali e reali, queste ultime per un ammontare di oltre otto milioni di euro) nei confronti rispettivamente di nove indagati destinatari tutti della custodia in carcere e tre associazioni, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova. Gli indagati sono accusati, nella attuale fase delle indagini preliminari, di fare parte e di avere finanziato Hamas e tutto ciò sarebbe avvenuto proprio le due associazioni di Hannoun, ovvero la Abspp e La Cupola d'Oro. In particolare, vengono loro addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell'organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro: effettuate anche mediante operazioni di triangolazione attraverso bonifici bancari o con altre modalità per il tramite di associazioni con sede all'Estero, in favore di associazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas, direttamente a favore di esponenti di Hamas (in particolare, ad Osama Alisawi, già Ministro del Governo di fatto di Hamas a Gaza, che, specificamente, in varie circostanze, sollecitava tale supporto finanziario).

Riccardo Lorello verso Milano-Cortina: “A 60 km/h sul ghiaccio, su una lama di pochi millimetri: ecco lo speed skating. Che rabbia non avere piste al coperto”

Riccardo Lorello verso Milano-Cortina: “A 60 km/h sul ghiaccio, su una lama di pochi millimetri: ecco lo speed skating. Che rabbia non avere piste al coperto”

La qualificazione olimpica è un risultato che solo pochissimi atleti riescono a raggiungere. E nel pattinaggio di velocità sul ghiaccio la competizione è davvero serrata. Un percorso fatto di gruppi A e B, tempi limite, slot contingentati e sfide che si giocano non solo contro il resto del mondo, ma anche all’interno della propria Nazionale. […] L'articolo Riccardo Lorello verso Milano-Cortina: “A 60 km/h sul ghiaccio, su una lama di pochi millimetri: ecco lo speed skating. Che rabbia non avere piste al coperto” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Isee 2025 al capolinea: da gennaio scatta la corsa al rinnovo. Cosa cambia su prima casa e scale di equivalenza

Isee 2025 al capolinea: da gennaio scatta la corsa al rinnovo. Cosa cambia su prima casa e scale di equivalenza

Ultimi giorni di vita per l’Isee 2025: alla mezzanotte del 31 dicembre di quest’anno l’attestazione perderà di valore e le famiglie dovranno richiedere quella nuova. A partire dal 1° gennaio del prossimo anno scatta la corsa al rinnovo: un passaggio necessario per poter continuare a godere di una serie di agevolazioni e bonus per il […] L'articolo Isee 2025 al capolinea: da gennaio scatta la corsa al rinnovo. Cosa cambia su prima casa e scale di equivalenza proviene da Il Fatto Quotidiano .

Legge sul “Dopo di noi”, dieci anni dopo la norma ancora arranca. E spesso le Regioni non spendono in tempo i fondi

Legge sul “Dopo di noi”, dieci anni dopo la norma ancora arranca. E spesso le Regioni non spendono in tempo i fondi

In Italia le persone con grave disabilità che si trovano senza il sostegno delle famiglie vivono condizioni molto complesse. Da quasi dieci anni esiste una legge, denominata Dopo di noi, per assisterle, ma associazioni e parenti caregiver ne denunciano le grandi lacune. A mancare sono le risorse, ma non solo: le difficoltà di organizzazione a […] L'articolo Legge sul “Dopo di noi”, dieci anni dopo la norma ancora arranca. E spesso le Regioni non spendono in tempo i fondi proviene da Il Fatto Quotidiano .

“Noi genitori di figli con disabilità invecchiamo e loro diventano invisibili”. “Chi si prenderà cura di loro dopo di noi?”

“Noi genitori di figli con disabilità invecchiamo e loro diventano invisibili”. “Chi si prenderà cura di loro dopo di noi?”

La legge Dopo di noi prevede strumenti importanti, ma è sottofinanziata e diverse criticità a livello locale impediscono addirittura che i fondi vengano spesi in modo corretto. La norma ha come obiettivo quello di garantire alle persone con disabilità grave che necessitano di assistenza continua e permanente la possibilità di vivere in modo indipendente e […] L'articolo “Noi genitori di figli con disabilità invecchiamo e loro diventano invisibili”. “Chi si prenderà cura di loro dopo di noi?” proviene da Il Fatto Quotidiano .

Caso Corona-Signorini, Salvo Sottile: questa non è fame di verità ma di caduta

Caso Corona-Signorini, Salvo Sottile: questa non è fame di verità ma di caduta

Forse conviene dirlo subito, senza infingimenti e senza più concedere alibi: questa non è una storia su Fabrizio Corona come personaggio pittoresco, né sull'ennesimo scandalo da divorare tra un reel e una diretta notturna. È una storia su un modello, su un sistema parallelo che si regge su tre pilastri solidissimi: violazione, spettacolarizzazione, profitto. Tutto il resto — la verità, la giustizia, l'indignazione morale — è scenografia. Perché alla fine, spogliata la retorica dell'anti-sistema, tolta la posa del “coraggioso”, resta una verità semplice e brutale: a Corona interessa solo una cosa. I soldi. Una parte consistente dei suoi contenuti è a pagamento. Paghi per vedere, paghi per ascoltare, paghi per sbirciare. Il sesso, la nudità, l'umiliazione diventano strumenti commerciali. Non servono a chiarire, servono a vendere. E quando vendono bene, l'asticella si alza. Sempre. Perché il pubblico si eccita. È mercato puro, non giornalismo. È domanda e offerta, non responsabilità. In mezzo, oggi, c'è Alfonso Signorini. Colpevole o innocente, responsabile o no, rischia di diventare quasi un dettaglio. Perché la fame che si avverte non è fame di verità, ma fame di caduta. Fame di vedere il potente scivolare, perdere controllo, essere ridotto a materiale da consumo. Il punto serio, se vogliamo dirlo senza ipocrisie, è uno solo: Signorini ha usato la sua posizione di potere per promettere accesso o visibilità in cambio di qualcosa? Tutto il resto — foto nude, video intimi, scene private estrapolate — è contorno tossico. Cucina. Coreografia. Merce. (...) Coronasi vanta di conoscere la legge. Lo ripete lui, lo ripete il suo avvocato, Ivano Chiesa. “Sappiamo fin dove possiamo spingerci.” Non è rispetto delle regole: è calcolo. È lo studio del confine per aggirarlo. Le denunce per diffamazione, stalking, truffa diventano parte del personaggio. Anzi, lo rafforzano. Perché ogni limite superato alimenta la narrazione dell'eroe perseguitato. Quando poi interviene la legge — quando le forze dell'ordine sequestrano materiale diffuso illecitamente, video intimi di persone non indagate, immagini che non dovevano circolare — l'atto dovuto diventa prova del complotto. L'italiano medio non pensa: «È la legge». Pensa: «Vedi? Lo vogliono silenziare». I poteri forti. Il sistema. La censura. È su questo equivoco che Corona costruisce il suo consenso più solido. E l'asticella continua a salire. Perché più si sale, più il pubblico si eccita. (...) Da giornalista, una cosa mi è chiarissima. Fare un'inchiesta così è facile. Pubblicare telefonate rubate, mostrare foto nude, estrarre un momento privato e usarlo per ridicolizzare qualcuno davanti a una telecamera: così siamo capaci tutti. La vera difficoltà è un'altra: fare un'inchiesta rispettando le regole, verificando le fonti, separando il penalmente rilevante dal pruriginoso. Quella sì che è fatica. Quella sì che è responsabilità. E arriviamo al punto più scomodo. Il motivo per cui tutto questo funziona non è Corona. Siamo noi. Il nostro piacere nel vedere l'altro cadere. Scivolare. Rotolare nel fango. Non perché se lo meriti davvero, ma perché cadendo lui ci sembra di stare in piedi noi. È una soddisfazione breve, vigliacca, potentissima. La rivalsa dei codardi che restano muti quando il potere è all'apice e diventano feroci quando sentono odore di sangue. Corona intercetta questa pulsione e la serve pronta. (DA SUBSTACK, LETTERE DAL FAR WEST)