Sondaggio-Ghisleri, i "sì" al referendum superano i "no": sinistra ko

Sondaggio-Ghisleri, i "sì" al referendum superano i "no": sinistra ko

Buone notizie per il governo arrivano dal sondaggio di Alessandra Ghisleri. L'ultima rilevazione condotta da Only Numbers parla chiaro: il fronte del "Sì" supera ampiamente quello del "No". Oggetto? La riforma della giustizia e il rispettivo referendum. Stando ai numeri diffusi sulle colonne de La Stampa , i "sì" sarebbero il 38,9 per cento a fronte del "no" (il 28,9). Insomma, una differenza di dieci punti percentuali . "Se ci si concede un semplice esercizio aritmetico, limitando l’analisi ai soli voti validi in un’ipotetica proiezione elettorale, il divario apparirebbe ancora più marcato: 57,0 per cento contro 43,0", scrive la sondaggista. L'unica incognita resta quella dell’astensionismo. Il 78.8 per cento degli elettori dei partiti di maggioranza si dice pronto a confermare la riforma, mentre tra le opposizioni il 60,8 voterebbe per il "No". Eppure, il 17,7 degli elettori di opposizione sostiene la proposta del governo. In ogni caso il 48,0 per cento dei cittadini intervistati afferma di sentirsi informato sui contenuti della riforma, mentre il 52,0 ammette di non conoscerne i dettagli. "È un elemento rilevante, perché lascia intendere che la battaglia referendaria si giocherà più sulle narrazioni che sui contenuti. Il dibattito pubblico rischia quindi di polarizzarsi su slogan contrapposti – 'una giustizia più giusta' da un lato, 'un attacco all’indipendenza dei magistrati' dall’altro – più che su una reale comprensione della portata istituzionale della riforma", è il ragionamento della Ghisleri. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44921752]] Qualsiasi sarà l'esito del referendum, per circa un italiano su due (48,7 per cento) Giorgia Meloni non dovrebbe dimettersi in caso di bocciatura del referendum. Una posizione condivisa dall’86,9 per cento degli elettori dei partiti di maggioranza. Al contrario, il 62,3 degli elettori delle opposizioni ritiene che, in caso di vittoria del fronte del "No", il premier dovrebbe cedere la presidenza.

Bufera per un documentario su Trump, si dimettono i vertici BBC

Bufera per un documentario su Trump, si dimettono i vertici BBC

Londra, 10 nov. (askanews) - Bufera alla BBC, emittente pubblica britannica. Il direttore generale Tim Davie ha annunciato le dimissioni dopo le polemiche su un documentario sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump trasmesso circa un anno fa. Dopo di lui si è dimessa anche la responsabile delle notizie della BBC, Deborah Turness. Nel mirino "Trump: A Second Chance?", del programma di approfondimento Panorama, che avrebbe modificato "in modo fuorviante" secondo l'accusa, un discorso di Trump, facendo sembrare che incitasse l'assalto a Capitol Hill. Il Telegraph e diversi tabloid hanno sollevato dubbi sulla correttezza editoriale del programma. "Come tutte le organizzazioni pubbliche, la BBC non è perfetta e dobbiamo essere sempre aperti, trasparenti e responsabili", ha affermato Davie in una dichiarazione pubblicata sul sito web della BBC, che ha accompagnato le dimissioni - devo assumermi la responsabilità ultima". "La responsabilità ultima è mia", ha detto, la responsabile delle news: "Sono stati commessi errori, ma voglio essere assolutamente chiara: le recenti affermazioni secondo cui Bbc News sarebbe istituzionalmente faziosa sono sbagliate". Il presidente Trump sul social Truth ha commentato: "Le persone PIÙ IMPORTANTI della BBC, tra cui TIM DAVIE, il BOSS, si sono tutti dimessi/LICENZIATI.... Grazie al Telegraph per aver smascherato questi 'giornalisti' corrotti".

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“Ogni mostra dura solo un giorno e poi sparisce”: a Milano arriva la galleria che apre per 24 ore al mese e rivoluziona l’esperienza dell’arte

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C’era una volta la “Milano da bere”, ora diventa quasi una “Milano da vedere”. In piazza Sant’Ambrogio, nell’edificio che ospitava lo storico studio di Luigi Caccia Dominioni, indiscusso maestro dell’architettura milanese del secolo passato (e dove ancora l’ascensore interno ha la seduta in legno, come una volta), sta per vedere la luce Umanesimo daily art […] L'articolo “Ogni mostra dura solo un giorno e poi sparisce”: a Milano arriva la galleria che apre per 24 ore al mese e rivoluziona l’esperienza dell’arte proviene da Il Fatto Quotidiano .