Laura Bocchi: “Voglio trasformare la mia esperienza personale in impegno per le fragilità del Veneto”

Laura Bocchi: “Voglio trasformare la mia esperienza personale in impegno per le fragilità del Veneto”

Laura Bocchi, già Consigliere Comunale con Delega agli affari animali e Vicepresidente della Commissione Politiche sociali e Sanitarie per il Comune di Verona dal 2017 al 2022, è oggi responsabile per la Regione Veneto del Dipartimento Disabilità della Lega a fianco del candidato presidente Alberto Stefani e candidata alle prossime elezioni regionali. È madre di Ludovico Ernesto, un bambino con bisogni speciali. L’esperienza familiare l’ha portata negli anni a collaborare con famiglie, associazioni, istituzioni e operatori, confrontandosi quotidianamente con le esigenze connesse all’autismo e alle fragilità sociali. Da questo percorso personale e professionale nasce un impegno pubblico orientato all’ascolto e alla costruzione di reti di sostegno efficaci. Come nasce il suo impegno nel mondo della disabilità e delle fragilità sociali? «Nasce prima di tutto dall’esperienza personale. Sono madre di Ludovico Ernesto, un bambino con bisogni speciali: un percorso che mi ha messa direttamente a confronto con le sfide dell’autismo, con le difficoltà di accesso ai servizi e con la grande forza delle famiglie. Questo mi ha portata a impegnarmi nella costruzione di percorsi che possano semplificare la vita alle persone più fragili e a chi se ne prende cura, valorizzando tutte quelle realtà che quotidianamente lavorano accanto alle famiglie. Il mio obiettivo principale è dare voce a chi spesso non la ha, e costruire reti inclusive.» Quali sono le priorità sulle quali riorientare il lavoro regionale? «Le esigenze sociali sono cambiate profondamente. Le famiglie affrontano nuove forme di vulnerabilità: solitudine, aumento dell’età media, disabilità, disturbi del neurosviluppo, dipendenze. È necessario che la programmazione regionale si aggiorni e si adatti a questo nuovo scenario. Lavorare nel Dipartimento Disabilità della Lega e il confronto costante con il ministro Alessandra Locatelli mi hanno confermato quanto sia fondamentale dare continuità alla presa in carico, coinvolgere i territori e sostenere la collaborazione tra famiglie, enti locali e terzo settore. Nel programma con cui si presenta Alberto Stefani, l’aspetto sociale è centrale: si parte dalla consapevolezza che i bisogni sono cambiati in quindici anni e occorre ripensare gli interventi per adeguarli ai tempi.» Ha promosso a Verona il progetto “Welcome Blue”, dedicato all’autismo. Qual è la sua particolarità? «Welcome Blue nasce dal desiderio di rendere gli spazi cittadini più accoglienti per le persone nello spettro autistico, con un’attenzione particolare alla qualità dell’accoglienza. È un progetto che nasce dall’ascolto delle famiglie, ma anche dalla mia esperienza personale con mio figlio. Formazione del personale, comunicazione aumentativa e strumenti di facilitazione sono i punti di partenza per aiutare persone e famiglie a vivere i luoghi pubblici con maggiore serenità. Da Verona, l’iniziativa è stata adottata anche a Padova e Treviso, rivelando un grande interesse e buoni risultati. Nel programma di Alberto Stefani vi è una forte attenzione alla possibilità di estendere questo modello in modo strutturato a tutto il Veneto, valorizzando le esperienze locali e rendendo l’accoglienza sempre più diffusa su tutto il territorio regionale.» L’iniziativa con Acque Veronesi per Fieracavalli ha portato alla creazione di un padiglione autism-friendly. Che esperienza è stata? «È stata un’esperienza molto significativa. Il Padiglione 1 – dedicato al Salone del Bambino – è stato progettato con spazi dedicati alla decompressione sensoriale, strumenti di comunicazione aumentativa e ambienti più tranquilli. Questo ha permesso a molte famiglie di ragazzi con autismo di vivere l’evento in modo sereno, offrendo momenti di pausa in un contesto solitamente proibitivo. Guardando avanti, potrebbe essere interessante applicare questo modello anche in altri contesti fieristici e in tutti gli spazi pubblici con grande affluenza. Una possibile proposta riguarda anche il trasporto pubblico: introdurre percorsi di comunicazione aumentativa e formare il personale – ad esempio autisti e operatori – sulle caratteristiche dell’autismo potrebbe favorire l’autonomia e rendere gli spostamenti più sereni. Come accaduto per Welcome Blue e per questo progetto, le buone pratiche nate a Verona potrebbero poi essere condivise e replicate a livello regionale e, perché no, nazionale.» Si parla molto di autonomia differenziata. Quali ricadute può avere in ambito sociale? «Il Veneto ha una storia fortemente legata al tema dell’autonomia, e negli ultimi anni il dibattito si è intensificato. Non va dimenticato che Alberto Stefani presiede la Commissione parlamentare dedicata al tema, un ruolo che gli permette di seguire da vicino un percorso complesso ma rilevante. Dal punto di vista sociale, l’autonomia potrebbe rafforzare ulteriormente la capacità delle comunità locali di intervenire in modo mirato, valorizzando il rapporto tra istituzioni, famiglie, volontariato e terzo settore. Avere competenze più vicine al territorio potrebbe facilitare continuità assistenziale, percorsi personalizzati e una maggiore valorizzazione delle reti che già rendono il Veneto un modello riconosciuto.» Il tema delle dipendenze, in particolare del gioco, è molto sensibile e coinvolge fasce fragili della popolazione. Cosa si può fare a livello regionale? «Le dipendenze, soprattutto quelle legate al gioco, coinvolgono persone e famiglie spesso in situazioni di forte vulnerabilità. Per questo è essenziale intervenire su più piani: prevenzione, supporto psicologico, accompagnamento sociale e collaborazione con i servizi territoriali e il mondo dell’associazionismo. La Conferenza Unificata Stato Regioni ha indicato a più riprese la necessità di una riforma nazionale del gioco, di ridefinire una regolamentazione più omogenea degli orari di apertura sopratutto delle sale da gioco, prevedendo una fascia di sospensione quotidiana nelle ore considerate più a rischio, ma che sia continuativa. Anche psicologi importanti delle dipendenze come il Prof. Guerreschi hanno parlato di maggior compulsività dei giocatori a causa della frammentazione oraria. La mia proposta si muove in questa direzione in attesa della riforma nazionale: introdurre in Veneto una cornice chiara che stabilisca una fascia giornaliera unica di sospensione dell’attività delle sale da gioco, superando la frammentazione attuale, che vede regole molto diverse da Comune a Comune. L’obiettivo è tutelare maggiormente le persone più vulnerabili, limitare l’accesso nelle fasce orarie critiche e favorire un monitoraggio più efficace, salvando i posti di lavoro, con 8 ore di chiusura giornaliera, continuativa e uguale in tutta la regione. Oggi il totale delle ore di chiusura imposto dalla regione é 6, quindi aumentiamo il totale delle ore di chiusura, ma con una logica più ordinata e sensata per tutti. Accanto a ciò, è fondamentale potenziare la rete dei servizi sanitari e sociali, per offrire percorsi personalizzati a chi vive una dipendenza, coinvolgendo famiglie, operatori e volontariato.» Quali sono le sfide più urgenti per i prossimi anni? «La società di oggi è molto diversa rispetto a dieci o quindici anni fa: sono emerse nuove vulnerabilità e bisogni più complessi. È quindi necessario aggiornare il modello sociale veneto, lavorando sulla personalizzazione dei percorsi e sull’integrazione tra servizi. Il Veneto può contare su una rete significativa di realtà virtuose. Riconoscerne il valore, sostenerne le attività e condividere le buone pratiche può essere la strada per consolidare un sistema sempre più vicino alle persone. L’ascolto, la coprogettazione e la flessibilità saranno elementi chiave per affrontare le sfide del futuro.»

Che fare se trovo un bene archeologico in giardino? I consigli dei Carabinieri

Che fare se trovo un bene archeologico in giardino? I consigli dei Carabinieri

AGI - Prosegue l’intervista con il Tenente Colonnello Lanfranco Disibio , Capo Sezione Operazioni e Logistica del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e “Casco Blu della Cultura” sull’attività investigativa dei nostri detective dell’arte. "Se io ho un reperto archeologico e lo voglio vendere in una casa d'aste devo dimostrare di averlo da prima del 1909, anno della prima legge di tutela che vietava il commercio e l'esportazione di beni di tipo archeologico o di averlo acquistato dall'estero, e quindi avere una documentazione di provenienza oppure ancora, di avere questo bene come premio di rinvenimento" spiega Disibio. Ma se il bene viene trovato in uno scavo in giardino per esempio? Secondo la normativa italiana, se io faccio nella mia proprietà una piscina e quando scavo trovo una tomba e/o dei reperti archeologici, entro 24 ore devo informare l'autorità. Non devo comportarmi in maniera tale da creare pregiudizio, porre in essere misure di salvaguardia per evitare che questi beni si danneggiano. Se mi sono comportato a norma di legge la normativa prevede un premio di rinvenimento per scopritore fortuito. Una delle ipotesi quando la condotta è stata nella sua completezza impeccabile, o ti do un valore di un terzo del bene che ho recuperato, oppure ti posso dare un affido dei reperti che hai trovato all'interno della tomba. Recentemente è stato restituito al Vaticano, l'Archivio storico dei cerimonieri pontifici, il libro del XIX secolo, intitolato "Forma a summo pontifice servanda in dandis titulis et diaconiis novis cardinalibus", sottratto in un periodo antecedente gli anni '80 e recuperato grazie alle indagini condotte dal Reparto operativo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Succede spesso di ritrovare dei libri antichi? Spesso e volentieri siamo noi, nell'ambito delle nostre attività di indagine, che constatiamo la presenza sul mercato, nel commercio e avvisiamo le biblioteche, gli archivi che abbiamo trovato questo documento, questo libro. Spesso le istituzioni neanche conoscono l’ammanco, quindi anche i nostri dati statistici tengono conto di una serie di fattori. Talvolta si trova, qualcosa che neppure era cercato e quindi censito. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone

Aereo militare turco precipitato in Georgia, 20 soldati morti, il giallo corre sui social: “Non è stato un incidente”

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Dubbi, perplessità, teorie del complotto e autorità che cercano di contenere il flusso delle notizie: è l’atmosfera che orbita intorno al caso dell’aereo militare turco precipitato in Georgia martedì 11 novembre. Il ministero della Difesa di Ankara ha confermato questa mattina la morte di tutti i passeggeri che si trovavano a bordo. L’aereo e una […]

Patrimoniale, Romano Prodi rilancia: "Viviamo in un mondo senza limiti"

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"Professore, è arrivato il momento di introdurre nuove tasse per gli italiani?". La patrimoniale è il tema forte della sinistra italiana. Vari leader di sinistra - da Elly Schlein a Nicola Fratoianni fino ad Angelo Bonelli - stanno chiedendo a gran voce al governo Meloni di tassare i cosiddetti super ricchi. E sulla questione è intervenuto di gran carriera anche Romano Prodi . L'ex presidente del Consiglio si allineato al diktat di partito parlando addirittura di "un mondo che non ha più limiti". Intercettato dalle telecamere de L'Aria che tira , il talk show politico di La7 condotto da David Parenzo, il professore ha illustrato la sua ricetta grottesca. "Stiamo costruendo un mondo che non ha più limiti . Quando abbiamo Musk che prende mille miliardi per sé stesso, e poi io dico che mi sembra una follia ... e mi dicono: 'ma in dieci anni'. Ma lei capisce che è come il reddito, neanche il profitto, diventi di 22 milioni di italiani. Lei pensa che il mondo possa andare avanti così?". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44950144]] "Chi più ha più deve contribuire. Questo si chiama un principio di giustizia sociale - ha proseguito Prodi -. Io su questo sono assolutamente d'accordo. Sta accadendo l'inverso, con alcune eccessi che mi fanno pensare che possa succedere qualcosa. Sono preoccupato perché non si può andare oltre. Ma chi parla di tasse perde le elezioni . Allora che se viene proposta la tassa più normale di questo mondo o che tutti sentono più giusta, però la parola tassa viene presa da chi si oppone a questo provvedimento come una restrizione della libertà ". L'Aria che tira: l'intervento di Romano Prodi

Eni prosegue il programma di buyback: acquistate oltre 3 milioni di azioni proprie

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eni ha recentemente comunicato l’acquisto di 3.142.690 azioni proprie, pari allo 0,10% del capitale sociale, nell’ambito del suo programma di buyback. Dal 20 maggio 2025, la società ha acquisito complessivamente 77.956.892 azioni, rappresentando il 2,48% del capitale sociale. Attualmente, eni detiene il 5,34% del suo capitale sociale. In borsa, il titolo si mantiene stabile a 16,48 euro.

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