Raffaele Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta: sostituisce l’esonerato Ivan Juric

Raffaele Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta: sostituisce l’esonerato Ivan Juric

Raffaele Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta. Mancava solo l’ufficialità, arrivata dopo le firme di questa mattina, 11 novembre. Il tecnico va a sostituire Ivan Juric, esonerato dopo la pesante sconfitta per 0-3 contro il Sassuolo. Palladino era svincolato dopo la fine della sua avventura sulla panchina della Fiorentina, chiusa al sesto posto (con la […] L'articolo Raffaele Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta: sostituisce l’esonerato Ivan Juric proviene da Il Fatto Quotidiano .

“Non si affitta la stanza a ragazzi etero perché ci sono delle ragazze”: scoppia la polemica su un annuncio immobiliare a Roma

“Non si affitta la stanza a ragazzi etero perché ci sono delle ragazze”: scoppia la polemica su un annuncio immobiliare a Roma

“La casa non ammette ragazzi etero perché ci sono delle ragazze e quindi la scelta ricadrà su una ragazza o un ragazzo gay”. Questo è l’annuncio per affittare una stanza a Roma che sta facendo discutere sul web. E il post, ripreso da vari siti e quotidiani come Il Giornale, continua: “Io da donna mi […] L'articolo “Non si affitta la stanza a ragazzi etero perché ci sono delle ragazze”: scoppia la polemica su un annuncio immobiliare a Roma proviene da Il Fatto Quotidiano .

Campania: Ruspandini (FdI), 'Fico continua a non rispondere sulla sua barca di cittadinanza'

Campania: Ruspandini (FdI), 'Fico continua a non rispondere sulla sua barca di cittadinanza'

Roma, 11 nov. (Adnkronos) - “Fico continua a non rispondere sulla sua ‘barca di cittadinanza'. Parla di ‘accuse infamanti', ‘illazioni che non esistono', che ‘il centrodestra non ha argomenti', però non dice una parola su quello che gli è stato chiesto. Ha o no una barca? Ed ha goduto o meno di un ormeggio privilegiato? Lui che parlava di abolire la povertà e di mettere fine ai privilegi della casta dei parlamentari deve fare chiarezza. La verità è che il suo silenzio significa una sola cosa: che il gozzo, di sua proprietà, gli è rimasto proprio sul gozzo”. Così il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Massimo Ruspandini.

La Russia sfonda a Pokrovsk "grazie alla nebbia": cosa sta succedendo

La Russia sfonda a Pokrovsk "grazie alla nebbia": cosa sta succedendo

Dal "Generale Inverno" al "Comandante nebbia": gli eventi atmosferici assistono ancora una volta la Russia . Negli ultimi giorni, l'esercito di Mosca ha infatti intensificato gli sforzi per penetrare nella città di Pokrovsk , nel Donetsk, utilizzando mezzi leggeri attraverso la periferia meridionale. Per raggiungere questo obiettivo, "il nemico ha sfruttato condizioni meteorologiche avverse , in particolare una fitta nebbia ", ha reso noto l'ufficio stampa del 7° Corpo di Reazione Rapida delle Forze d'Assalto Aviotrasportate delle Forze Armate ucraine, aggiungendo che "attualmente, più di 300 russi sono entrati città e il loro obiettivo rimane invariato: raggiungere i confini settentrionali di Pokrovsk per circondare l'agglomerato. Allo stesso tempo, le Forze di Difesa continuano a individuare e distruggere gruppi nemici negli edifici cittadini anche in condizioni di scarsa visibilità", mentre le condizioni meteorologiche, in particolare la nebbia, riducono le possibilità di ricognizione aerea ucraina e di attacchi in terreno aperto attraverso i droni , la più efficace arma difensiva e offensiva in dote a Kiev. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44816977]] Le Forze di Difesa hanno sottolineato che dall'inizio di novembre hanno eliminato 162 russi a Pokrovsk e altri 39 sono rimasti feriti. Diverse unità delle Forze di Difesa continuano a essere coinvolte nella bonifica della città: la Guardia di Frontiera, le unità d'assalto e le unità aviotrasportate d'assalto, il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina, la Guardia Nazionale e la Polizia Nazionale. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44921508]] L'ufficio stampa delle Forze di difesa del sud di Kiev hanno inoltre rilasciato un comunicato stampa in cui riportano la ritirata di alcune delle proprie formazioni dalle posizioni nei pressi di cinque insediamenti nella regione di Zaporizhzhia . "Le Forze di Difesa (ucraine, ndr) hanno dovuto ritirarsi dalle posizioni vicino ai villaggi di Novouspenivske , Nove, Okhotnyche , Uspenivka e Novomykolaivka, per salvaguardare la vita del personale", ha dichiarato l'ufficio stampa. "Negli ultimi giorni qui sono stati registrati fino a cento scontri armati", si legge nella nota. "A causa dell'intensificarsi delle azioni d'assalto nemiche, dei numerosi tentativi di infiltrazione e dell'aumento del fuoco massiccio sulle nostre posizioni (ogni giorno oltre 400 bombardamenti d'artiglieria con circa 2000 munizioni ), e della distruzione effettiva di tutti i ripari e fortificazioni" alcune truppe ucraine hanno dovuto lasciare le proprie postazioni, illustra l'esercito ucraino. "Nella regione di Zaporizhzhia, in particolare nelle direzioni di Oleksandrivske e Huliaipole , da diversi giorni si stanno svolgendo intensi combattimenti. Il nemico utilizza tutti i tipi di armi disponibili per cercare di respingere le Forze Armate ucraine dalle posizioni occupate", ha dichiarato sempre l'ufficio stampa delle Forze di difesa del sud di Kiev. Russians entering Pokrovsk under the cover of thick fog. pic.twitter.com/ijOb5dcyb2 — ayden (@squatsons) November 10, 2025

Roman Novak, il truffatore di criptovalute ucciso e fatto a pezzi

Roman Novak, il truffatore di criptovalute ucciso e fatto a pezzi

Il truffatore russo di criptovalute Roman Novak ucciso e fatto a pezzi con la moglie Anna : la coppia è stata rapita, uccisa e sepolta nel deserto degli Emirati Arabi Uniti. Di loro, sempre stati molto attivi sui social, si erano perse le tracce durante una loro vacanza nella zona di Hatta , negli Emirati. I responsabili del duplice omicidio apparterebbero a una gang che avrebbe agito con l'intento di prendere possesso del “tesoro” di criptovalute di Novak. Quest'ultimo era finito sotto inchiesta per aver truffato diversi utenti in Asia e in Medio Oriente. A insospettire anche un messaggio arrivato dopo la scomparsa: Novak diceva di essere bloccato da qualche parte al confine con l'Oman e di avere bisogno di denaro. A quel punto sono partite le indagini, che hanno permesso di rintracciare il telefono della coppia. Telefono poi geolocalizzato in posti diversi, nella regione di Hatta, nel territorio omanita e a Città del Capo. Probabile che gli autori del duplice reato abbiano sottratto il telefono per depistare le ricerche degli investigatori. Alla fine, però, i presunti responsabili sono stati comunque individuati e arrestati in Russia. Tra questi, ci sarebbero anche due soldati reduci dalla guerra in Ucraina e un ex poliziotto ora trafficante di droga. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44756203]]

Connact, Scarfia (Confetra): contro approccio ideologico

Connact, Scarfia (Confetra): contro approccio ideologico

Roma, 11 nov. (askanews) - "Il nostro settore, il settore della logistica, non è contro la decarbonizzazione, è contro un approccio ideologico che cala target irrealistici dall'alto" ha detto Maria Cristina Scarfia, Responsabile Affari europei di Confetra, all'evento "Mobilità sostenibile: l'incontro tra le politiche industriali e quelle dei trasporti" organizzato da Connact, la piattaforma di eventi che favorisce il confronto tra soggetti privati e istituzioni attraverso momenti di incontro e networking, in collaborazione con il Parlamento europeo in Italia. L'evento è stato promosso da A2A, Autorità di sistema portuale per il Tirreno centro settentrionale, Autostrade per l'Italia, Confetra, Fincantieri, IP Gruppo api, Pirelli.

“Siamo ai titoli di coda. Questi tagli non sono un risparmio. Sono un atto di vandalismo culturale”: l’appello dagli Stati Generali dello Spettacolo

“Siamo ai titoli di coda. Questi tagli non sono un risparmio. Sono un atto di vandalismo culturale”: l’appello dagli Stati Generali dello Spettacolo

La terza edizione degli Stati Generali dello Spettacolo, promossi da Left Wing e Unita e curati da Annarita Masullo (operatrice culturale), si è chiusa sabato 8 novembre ospitati negli spazi di Officina Pasolini a Roma. L’appuntamento ha riunito per tre giorni artiste e artisti, lavoratrici e lavoratori, associazioni, imprese e rappresentanti istituzionali in un confronto […] L'articolo “Siamo ai titoli di coda. Questi tagli non sono un risparmio. Sono un atto di vandalismo culturale”: l’appello dagli Stati Generali dello Spettacolo proviene da Il Fatto Quotidiano .

**Depistaggio: ex compagna poliziotto Peluso, 'Giorno della strage Capaci non tornò a casa'**

**Depistaggio: ex compagna poliziotto Peluso, 'Giorno della strage Capaci non tornò a casa'**

Caltanissetta, 11 nov. (Adnkronos) - (dall'inviata Elvira Terranova) - “Giovanni Peluso mi diceva che faceva un lavoro particolare, che era al Sismi. Dopo un mese che era a casa, una mattina la macchina non partiva, lui aprì il cofano e mi disse che c'erano due 'ordigni bianchi'. Mi disse che in quel momento stava facendo delle indagini particolari. Poi mi raccontò anche di collaborare con Vincenzo Parisi e che lavorava per il Sisde”. A dirlo, deponendo in aula al Tribunale di Caltanissetta, nel processo a carico di due ex ufficiali dei Carabinieri accusati di depistaggio, è Maria Anna Castro, ex compagna del poliziotto Giovanni Peluso, accusato dal collaboratore di giustizia Pietro Riggio di aver partecipato alla strage di Capaci. Alla sbarra ci sono due generali dei Carabinieri, due ex investigatori antimafia, Angiolo Pellegrini e Alberto Tersigni. Per la Procura, rappresentata in aula dal pm Pasquale Pacifico, i due ufficiali, oggi in pensione, avrebbero depistato le indagini per riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pietro Riggio. I due, in particolare, avrebbero intralciato, secondo l'accusa, il lavoro dei pubblici ministeri, che stavano cercando riscontri alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia nisseno Pietro Riggio sulla strage di Capaci. La testimone ha conosciuto Peluso in Procura a Roma nel 1990 e lui era un agente di polizia. “Abbiamo avuto una relazione – ha detto – iniziata nel settembre del 1990 fino al 2001”. E ha spiegato che il giorno della strage di Capaci, il 23maggio del 1992, Peluso "Non era tornato a casa". Alla sbarra anche lo stesso Giovanni Peluso, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tersigni, 64 anni, difeso dall'avvocato Basilio Milio, e l'83enne Pellegrini, difeso dall'avvocata Oriana Limuti, hanno lavorato a lungo per la Dia. Pellegrini è stato anche uno storico collaboratore del giudice Giovanni Falcone. Al centro della vicenda ci sono le dichiarazioni di Riggio, ex agente della Polizia penitenziaria, poi arrestato con l'accusa di essere legato ai clan mafiosi. Secondo i pm i due ex investigatori, che respingono le accuse, non avrebbero dato il giusto peso alle rivelazioni di Riggio, all'epoca loro confidente, rivelazioni che, sempre a dire degli inquirenti, avrebbero potuto portare alla cattura del latitante Bernardo Provenzano e a scoprire un progetto di attentato all'ex giudice del pool antimafia Leonardo Guarnotta. Peluso, invece, avrebbe agevolato Cosa nostra, tra l'altro favorendo la latitanza del boss corleonese. La testimone ha parlato nella sue deposizione diversi episodi della sua relazione con Peluso. Ad esempio, ha raccontato anche i giorni antecedenti e successivi alla strage di Capaci, periodo in cui la donna lavorava al Consiglio superiore della magistratura. “Il venerdì prima del 23 maggio Peluso non tornò a casa e lo fece il lunedì dopo la strage e mi fece tantissime domande”, ha ribadito Maria Anna Castro nella sua deposizione in Tribunale. E ha ricordato che il sabato in cui fu ucciso il giudice Falcone la donna avrebbe ricevuto una telefonata al Csm "da un certo Gotti" che la "chiamava dall'America". E poi, una telefonata "strana" che le sarebbe arrivata il lunedì dopo la strage. “Erano telefonate che non passavano dal centralino del Csm”. Qualche giorno dopo lo stesso Peluso le disse “che era uno della Pizza Connection”. Un altro episodio raccontato da Maria Anna Castro riguarda il periodo antecedente le stragi di Firenze e Milano, quando l'ex compagno Peluso "si fece accompagnare al Raccordo anulare di Roma perché doveva andare con alcuni colleghi a svolgere delle indagini lontano dalla Capitale". Secondo il racconto di Castro "in macchina c'era lo zio Tony, il principe", cioè Tony Mazzei che nel frattempo è morto. La testimone ha poi raccontato anche dell'incontro che c'è stato a Resuttano tra Peluso, Riggio e Giovanni Aiello, l'uomo che era stato definito 'faccia da mostro' “hanno parlato nei pressi della macchina in cui c'ero io”. Ha poi ricordato che Peluso le ha detto che in carcere "era stata istituita una task force tra uomini detenuti che doveva essere impegnata nella cattura dell'allora latitante Binnu Provenzano", cioè "lo “zio” che Peluso vantava di conoscere". "Mi doveva aiutare a ottenere l'eredità di mia nonna", che era originaria di San Giuseppe Jato. La deposizione prosegue.

**Depistaggio: ex compagna poliziotto Peluso, 'Giorno della strage Capaci non tornò a casa'**

**Depistaggio: ex compagna poliziotto Peluso, 'Giorno della strage Capaci non tornò a casa'**

Caltanissetta, 11 nov. (Adnkronos) - (dall'inviata Elvira Terranova) - “Giovanni Peluso mi diceva che faceva un lavoro particolare, che era al Sismi. Dopo un mese che era a casa, una mattina la macchina non partiva, lui aprì il cofano e mi disse che c'erano due 'ordigni bianchi'. Mi disse che in quel momento stava facendo delle indagini particolari. Poi mi raccontò anche di collaborare con Vincenzo Parisi e che lavorava per il Sisde”. A dirlo, deponendo in aula al Tribunale di Caltanissetta, nel processo a carico di due ex ufficiali dei Carabinieri accusati di depistaggio, è Maria Anna Castro, ex compagna del poliziotto Giovanni Peluso, accusato dal collaboratore di giustizia Pietro Riggio di aver partecipato alla strage di Capaci. Alla sbarra ci sono due generali dei Carabinieri, due ex investigatori antimafia, Angiolo Pellegrini e Alberto Tersigni. Per la Procura, rappresentata in aula dal pm Pasquale Pacifico, i due ufficiali, oggi in pensione, avrebbero depistato le indagini per riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pietro Riggio. I due, in particolare, avrebbero intralciato, secondo l'accusa, il lavoro dei pubblici ministeri, che stavano cercando riscontri alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia nisseno Pietro Riggio sulla strage di Capaci. La testimone ha conosciuto Peluso in Procura a Roma nel 1990 e lui era un agente di polizia. “Abbiamo avuto una relazione – ha detto – iniziata nel settembre del 1990 fino al 2001”. E ha spiegato che il giorno della strage di Capaci, il 23maggio del 1992, Peluso "Non era tornato a casa". Alla sbarra anche lo stesso Giovanni Peluso, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tersigni, 64 anni, difeso dall'avvocato Basilio Milio, e l'83enne Pellegrini, difeso dall'avvocata Oriana Limuti, hanno lavorato a lungo per la Dia. Pellegrini è stato anche uno storico collaboratore del giudice Giovanni Falcone. Al centro della vicenda ci sono le dichiarazioni di Riggio, ex agente della Polizia penitenziaria, poi arrestato con l'accusa di essere legato ai clan mafiosi. Secondo i pm i due ex investigatori, che respingono le accuse, non avrebbero dato il giusto peso alle rivelazioni di Riggio, all'epoca loro confidente, rivelazioni che, sempre a dire degli inquirenti, avrebbero potuto portare alla cattura del latitante Bernardo Provenzano e a scoprire un progetto di attentato all'ex giudice del pool antimafia Leonardo Guarnotta. Peluso, invece, avrebbe agevolato Cosa nostra, tra l'altro favorendo la latitanza del boss corleonese. La testimone ha parlato nella sue deposizione diversi episodi della sua relazione con Peluso. Ad esempio, ha raccontato anche i giorni antecedenti e successivi alla strage di Capaci, periodo in cui la donna lavorava al Consiglio superiore della magistratura. “Il venerdì prima del 23 maggio Peluso non tornò a casa e lo fece il lunedì dopo la strage e mi fece tantissime domande”, ha ribadito Maria Anna Castro nella sua deposizione in Tribunale. E ha ricordato che il sabato in cui fu ucciso il giudice Falcone la donna avrebbe ricevuto una telefonata al Csm "da un certo Gotti" che la "chiamava dall'America". E poi, una telefonata "strana" che le sarebbe arrivata il lunedì dopo la strage. “Erano telefonate che non passavano dal centralino del Csm”. Qualche giorno dopo lo stesso Peluso le disse “che era uno della Pizza Connection”. Un altro episodio raccontato da Maria Anna Castro riguarda il periodo antecedente le stragi di Firenze e Milano, quando l'ex compagno Peluso "si fece accompagnare al Raccordo anulare di Roma perché doveva andare con alcuni colleghi a svolgere delle indagini lontano dalla Capitale". Secondo il racconto di Castro "in macchina c'era lo zio Tony, il principe", cioè Tony Mazzei che nel frattempo è morto. La testimone ha poi raccontato anche dell'incontro che c'è stato a Resuttano tra Peluso, Riggio e Giovanni Aiello, l'uomo che era stato definito 'faccia da mostro' “hanno parlato nei pressi della macchina in cui c'ero io”. Ha poi ricordato che Peluso le ha detto che in carcere "era stata istituita una task force tra uomini detenuti che doveva essere impegnata nella cattura dell'allora latitante Binnu Provenzano", cioè "lo “zio” che Peluso vantava di conoscere". "Mi doveva aiutare a ottenere l'eredità di mia nonna", che era originaria di San Giuseppe Jato. La deposizione prosegue.