FdI chiude l'anno col botto, il sondaggio: dove vola il partito di Meloni

FdI chiude l'anno col botto, il sondaggio: dove vola il partito di Meloni

Col finire del 2025, ecco che si tirano le somme. Anche in politica. L'ultima media sondaggi, pubblicata da Termometro politico, relativa alla settimana tra il 14 e il 20 dicembre, mette a confronto le percentuali di consenso dei partiti rilevate da sette istituti: Swg, TP, Lab2101, Noto, Demopolis, Tecné, Ipsos. I risultati? Fratelli d’Italia è ancora primo partito, e sale sopra la soglia simbolica del 30 per cento , passando al 30,1. Un balzo in avanti evidente, rispetto al 29,8 rilevato il 13 dicembre. Più sotto, e invariato, ecco il Partito democratico. Elly Schlein , nel confronto con la media sondaggi settimanale del 13 dicembre non subisce nessuna variazione: resta al 21,8, con addirittura un calo rispetto al 21,9 rilevato il 6 dicembre scorso. Segue poi il Movimento 5 Stelle di Conte, che scende al 12,4 (dal 12,7 per cento dello scorso 13 dicembre). Buone, anzi, ottime notizie per Forza Italia che si piazza al quarto posto e raggiunge l'8,9 (dall'8,6 per cento del 13 dicembre), mentre, sempre nel centrodestra, la Lega di Matteo Salvin i sale anch'essa, passando dall'8,4 all’8,5 per cento. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45546874]] A sinistra non se la passano invece così bene. La riprova? Alleanza Verdi e Sinistra italiana, in calo, al 6,2 per cento, sia rispetto al dato del 6 dicembre (6,3), sia rispetto alla percentuale sondata il 13 dicembre (6,5). Tra i centristi è in crescita Italia Viva: se si votasse oggi il partito di Matteo Renzi prenderebbe il 2,6; per Azione e +Europa invece c’è un piccolo stop, rispettivamente al 3,2 e al 6,2.

Antonino Cannavacciuolo, il giorno più duro col padre: "Perderai tutto"

Antonino Cannavacciuolo, il giorno più duro col padre: "Perderai tutto"

Disciplina, sacrificio, lavoro come unica misura del tempo. Nell’intervista rilasciata a Gianluca Gazzoli per il podcast Passa dal BSMT , Antonino Cannavacciuolo attraversa la propria storia senza costruire un racconto celebrativo: parla di un padre severo , di una scelta osteggiata, di anni vissuti senza tregua, della paura di non reggere e di una determinazione che non ha mai lasciato spazio al piano B. A tornare, come un filo rosso, è una lezione imparata presto e mai dimenticata: " Quando gli altri festeggiano, tu lavori". Ai microfoni del podcast lo chef parte da Napoli e da una famiglia in cui la cucina non era un sogno, ma una fatica ben conosciuta. Il padre, insegnante all’alberghiero, cercò in ogni modo di dissuaderlo. "Quando gli dissi che volevo fare il cuoco, mi rispose: " Fai qualsiasi cosa, ma non il cuoco ". Mi spiegò che avrei perso la famiglia, le feste, il sabato e la domenica. Mi disse: "Prendi un pennarello nero e colora di nero anche le giornate rosse sul calendario. Non ci sono vacanze, quando gli altri festeggiano, tu lavori"". Il rifiuto iniziale fu netto. "Mio padre mi girava alla larga, non accettava che andassi all’alberghiero . Poi ha visto che volevo davvero, volevo, volevo. E allora ha detto: "Vai!"" Cannavacciuolo aveva solo 13 anni, studiava e lavorava già, con addosso una pressione costante. "Mio padre andava dai miei professori e diceva: "Dovete far cambiare idea a mio figlio"". Accanto a lui, una madre più incline a sostenere che a frenare. L’approvazione del padre non arriverà mai in modo diretto. Quando Antonino gli porta il primo articolo importante, la reazione è asciutta. "Il primo articolo importante lo portai a Napoli. Lui lo lesse tutto, cinque o sei pagine, poi mi disse solo: "Se è vero quello che c’è scritto, ci deve essere un seguito "". Una durezza che oggi lo chef riconosce come decisiva. "Quella cosa lì è stata la mia benzina. Ha funzionato, hai visto?". Villa Crespi entra nella sua vita senza un vero piano. "Non ho deciso io - dice Cannavacciuolo -. Sono quei momenti strani della vita". Sta lavorando sul lago d’Orta quando arriva la proposta di prendere in gestione la villa appena chiusa. Il primo pensiero è diffidente. "Ho pensato subito: dov’è la fregatura?". La risposta è nei conti: affitti anticipati, inverni senza incassi, una struttura enorme da sostenere. Antonino e Cinzia accettano comunque. "A gennaio giocavamo alle tre carte – racconta - ad agosto lavoravamo bene, ma quando arrivava febbraio servivano tutti i santi". Il riconoscimento arriva con le guide. Prima Gambero Rosso, poi Michelin. Alla notizia delle Tre Forchette reagisce d’istinto. "Ho attaccato il telefono". Da lì l’accelerazione è costante, ma una certezza non cambia mai. "Il pensiero di non farcela non c’è mai stato. Non l’ho mai contemplato".

Ucraina, l’ultimo piano per la pace in 20 punti svelato da Zelensky: “Vogliamo tutti che Putin muoia ma abbiamo un sogno”

Ucraina, l’ultimo piano per la pace in 20 punti svelato da Zelensky: “Vogliamo tutti che Putin muoia ma abbiamo un sogno”

A Natale un altro piano per l’Ucraina, questa volta svelato dal Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky: un piano in 20 punti anticipato nel giorno della vigilia. “Oggi condividiamo tutti un sogno. Ed esprimiamo un desiderio, per tutti noi. ‘Che muoia’, ognuno di noi potrebbe pensare tra sé e sé. Ma quando ci rivolgiamo a Dio, ovviamente, […]

Gli auguri di Natale di Giorgia Meloni con la tazzina di caffè in mano

Gli auguri di Natale di Giorgia Meloni con la tazzina di caffè in mano

Sorridente, davanti all'albero addobbato, la presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha voluto augurare buon Natale agli italiani. Con indosso un maglione rosso su cui è ricamata la scritta "Anche a te e famiglia",  in mano una tazzina di caffè, rossa pure quella, ha postato lo scatto sui social network. Già ieri, con un filmato pubblicato sul web, la premier si era rivolta agli italiani. "Voglio rivolgere un augurio sincero a tutti: a chi vive il Natale in famiglia, a chi lo celebra lavorando, a chi è sereno, a chi porta nel cuore una preoccupazione, a chi festeggia e a chi semplicemente cerca un momento di pace. E voglio farlo ancora una volta di fronte al simbolo che più di tutti ci ricorda cosa sia il Santo Natale", aveva dichiarato Meloni davanti al presepe. "Anni fa vi ho detto 'prendiamo il pastorello e facciamo la rivoluzione del presepe', lo penso ancora. Il presepe non impone nulla a nessuno, il presepe racconta una storia, custodisce dei valori, rende più profonde le radici. E una nazione che conosce le proprie radici è una nazione che non ha paura del confronto né del futuro". "Che si creda o no, questo simbolo parla di dignità, di responsabilità, di rispetto della vita, di attenzione ai fragili. Sono valori che hanno plasmato la nostra comunità, sono valori che meritano di essere custoditi e non messi da parte per moda o per timore", aveva sottolineato Meloni. "Siate orgogliosi della vostra identità, del messaggio universale di amore, di pace che porta con sé. E che questo Natale possa regalare a ciascuno un po' di luce, di calma e di forza".