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A “RomeFlex” il riconoscimento per lo Sviluppo Sostenibile 2025. De Marco: "Un’eccellenza tecnologica"
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Ancora una volta, il governo ha colto di sorpresa le opposizioni. Di fronte a numerose petizioni in difesa del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), ricche di principi condivisi ma povere di proposte concrete, la manovra di bilancio introduce un aumento del finanziamento al sistema pubblico superiore alle aspettative. Questo incremento, seppur modesto, migliora il rapporto tra […] L'articolo Il nostro Ssn resta sottofinanziato rispetto ad altri paesi Ue: cinque proposte attuabili per migliorare proviene da Il Fatto Quotidiano .
«Come governare un partito dove esistono decine di correnti in perenne lotta tra loro?». La battuta vagamente ispirata al generale De Gaulle è illuminante della tensione che attraversa il Nazareno in queste settimane. La fa un senatore che non prende parte a quelle che definisce le «solite scorribande», uno che non ha votato per Elly Schlein ma si è piegato al suo ciclo senza «disturbare». Il ventre molle di un partito che, fin dalla sua fondazione, ha stritolato i propri leader, come un irascibile Saturno che divora i suoi figli. Con gli stessi meccanismi, anche il regno dell'outsider che nessuno vide arrivare sta per giungere al tramonto. Il segnale inequivocabile di quella che i meteorologi chiamano «rottura stagionale» è arrivato con l'annuncio della tre giorni a Montepulciano, a fine novembre. Una notizia apparentemente di ordinaria amministrazione, che per chi è addentro al Sancta Sanctorum del Pd equivale all'inizio del logoramento. Una pratica codificata da leggi antichissime: ogni segretario ha un tempo brevissimo a propria disposizione, poi scatta immancabile il siluramento. Nel paesino medievale in provincia di Siena, tre "mamme santissime" si sono date appuntamento per riportare ordine alla casa madre. Il mago, Dario Franceschini; l'esule, Andrea Orlando (con Giuseppe Provenzano); e l'erede della ditta, Roberto Speranza. In pratica, i tre capicorrente che sostennero Elly Schlein alle primarie del 2023, hanno deciso di riprendersi la palla. E probabilmente anche il Nazareno. Altro sintomo è il pressing degli amministratori dem che pretendono più attenzione sul tema sicurezza, e che per la prima volta la segretaria incontrerà in una due giorni che si terrà venerdì e sabato a Bologna. Il "processo" però è già istruito con molti capi d'imputazione: guardiamo solo al nostro zoccolo duro, l'attuale comandante non ci fa avanzare. Morale: bisogna riprendere il volante. E poi, si può reggere con le continue rimostranze dei padri nobili? Di Romano Prodi, Luigi Zanda, Paolo Gentiloni: con Elly Schlein, la sconfitta è annunciata, siamo fuori rotta. Una sveglia che ha fatto interrompere il dolce sonno della minoranza, che in un colpo solo si è liberata del "controllore" (Stefano Bonaccini) e ha affidato le redini alla più determinata del gruppo, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno. Insomma, un'improvvisa frenesia dopo mesi di letargo: è iniziata la resa dei conti. Basteranno pochi mesi per arrivare alle estreme conseguenze. Tra qualche settimana si sarà esaurito il round delle regionali, altro giro a vuoto della "capitana", probabilmente con un pareggio (tre regioni al centrodestra, tre al campo largo) che sa tanto di vittoria per Giorgia Meloni. Altro che sorpasso. E allora bisognerà arrivare a marzo, probabile data del referendum confermativo sulla giustizia. Un'eventuale affermazione del “Sì” aprirebbe le porte dell'inferno a Elly Schlein. A convincerla a fare un passo indietro, per la "causa", ci dovranno pensare i tre di Montepulciano. Nel caso in cui la nuova legge elettorale dovesse contenere l'indicazione del candidato premier, il "patibolo" potrebbe slittare di qualche mese: dalla primavera all'autunno. Ai gazebo, con i leader dei partiti candidati alle primarie — da Giuseppe Conte a Silvia Salis, passando per Nicola Fratoianni — la fine sarebbe praticamente certa. Gli elettori del Pd si dividerebbero tra la prima cittadina di Genova e l'attuale reggente, determinando di fatto la vittoria di Giuseppe Conte. Se invece le primarie non ci saranno, Elly semplicemente sarà invitata a prendere atto della nuova realtà, a smetterla di muoversi come Alice nel paese delle meraviglie. Una scena già vista all'epoca delle improvvise dimissioni di Nicola Zingaretti, il "mago" (alias Dario Franceschini), proprio quando Stefano Bonaccini stava per scendere in campo, scongelò Enrico Letta, che da anni si era dato alla macchia. Tutti i capi corrente si precipitarono a chiedere al "serenissimo" di mettersi a disposizione, sei la nostra salvezza. Potrebbe avvenire di nuovo con un pellegrinaggio a Genova, dal "Mamdani" in formato glamour, quella che tutti vogliono che arrivi. L'eterna colonna sonora al Nazareno.
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