Panetta, il paninaro della notte premiato da Joe Bastianich

Panetta, il paninaro della notte premiato da Joe Bastianich

Il “milanese” è il panino più foodish di Milano secondo Joe Bastianich che ha dato un bel 10 al sandwich con cotoletta e maionese al bergamotto di Giovanni Panetta, un intreccio di materie prime condite con amore da uno dei paninari storici dello street food meneghino. «Il nostro successo è legato prevalentemente alla passione che mettiamo tutti i giorni nell’affrontare nuove sfide e non fermarci sui traguardi raggiunti» ha commentato il gestore del track food di San Siro, attività in gestione dal 2001 dopo averla rilevata dal papà Salvatore che l’aveva avviata nel 1982. Quasi 25 anni di lavoro, sacrifici, e ricerca di prodotti genuini da ogni parte d’Italia che lo hanno reso il più ricercato dai tifosi di calcio e dagli avventori della Milano by night a caccia di qualcosa di buono da mangiare dopo una serata trascorsa in giro per locali. «Siamo un punto storico, la gente sa chi siamo e cosa offriamo – continua – dopo l’Expo, e quindi della promozione del cibo di qualità, sono cambiati anche i gusti delle persone. Vogliono il panino buono, saporito, non cercano più solo la salamella. Noi ci siamo adeguati alla richiesta del cliente e oggi abbiamo aperto diversi punti ristoro in città, oltre al Chiosco Gio prettamente dedicato agli aperitivi». L’aver partecipato alla trasmissione di canale 8 non lo ha cambiato. Giovanni, eclettico, sempre sorridente e alla ricerca della perfezione, quando in tanti, compreso Bastianich, avevano sollevato qualche perplessità sulla possibilità di duplicare la squisitezza del panino più foodish li ha smentiti con il grande consenso ricevuto dai suoi clienti in occasione della fiera degli Oh Bej Oh Bej appena conclusa. «Molti si sono avvicinati al nostro track con curiosità chiedendo proprio il nostro milanese. Nonostante la cottura andava fatta al momento, siamo stati in grado di offrire un prodotto squisito che ha ricevuto gli apprezzamenti della gente. Questo ci soddisfa e ci sprona a continuare sempre più nella ricerca di piatti tradizionali, classici, ma con quel tocco di genuinità che appartiene alle produzioni del territorio italiano – aggiunge Giovanni – il nostro segreto è proprio la semplicità. Non mi ritrovo con ciò che viene pubblicizzato sui vari blog o social dedicati al food. Perché complicare un prodotto quando si possono gustare pietanze ottime con ingredienti semplici ma straordinari?». Il contatto con le persone per lui e il suo team, una squadra di dipendenti selezionata e molto attenta a quelle che sono le linee aziendali, è fondamentale per capire se stanno lavorando bene e cosa vuol mangiare il tifoso prima della partita, il fan dopo un concerto, ma anche l’avventore casuale che va al suo chiosco. Giovanni Panetta e il marchio Panini Panetta sono una realtà dello street food milanese che da più di 30 anni è presente ai vari eventi che si svolgono in città e anche in tante altre località del Nord Italia. «Tutto ciò che viene servito è stato selezionato dopo una minuziosa ricerca. Abbiamo scelto i migliori fornitori e i prodotti più golosi così da garantire un ottimo gusto a tutti i nostri piatti – sottolinea - Hamburger Gourmet, Patatine fritte olandesi, Piadine Dop Crudo rucola e squacquerone e il nostro Re, il panino con la salamella, sono solo alcuni tra i nostri prodotti che tutte le sere potete gustare in giro nei nostri Food Track!». Ma non solo bontà da gustare al banco o al tavolino dei suoi chioschi, Giovanni Panetta fa anche catering. «La possibilità di essere seguiti a 360 gradi è uno dei nostri punti di forza proponendo grande flessibilità a ogni richiesta – conclude– L’esperienza ci permette di dare a tutti i nostri clienti una grande affidabilità sia per quanto riguarda la serietà del nostro servizio, sia per la freschezza dei prodotti che proponiamo. La professionalità del nostro staff è infine la ciliegia sulla torta che ci rende il partner ideale per i catering anche nelle situazioni più difficili». Perché, come gli piace ribadire citando Paulo Coelho: «Siamo ciò che desideriamo di essere. I tuoi successi o le tue sconfitte dipenderanno esclusivamente da te!».

Milano, il Comune a caccia di privati per restaurare i suoi monumenti

Milano, il Comune a caccia di privati per restaurare i suoi monumenti

Il Comune di Milano è a caccia di sponsor tecnici. Il motivo? Restaurare e riqualificare monumenti , fontane ed elementi architettonici in giro per la città. L’avviso pubblico è rivolto non solo a operatori privati ma anche pubblici, che potranno essere coinvolti attraverso contratti di sponsorizzazione tecnica. Gli sponsor avranno poi la possibilità di proporre e realizzare interventi finanziandoli integralmente, senza oneri per il Comune, ottenendo in cambio un ritorno di immagine. A tessere le lodi per questo bando ci ha pensato Gaia Romani, assessora coimunale ai Quartieri e al Decentramento. «Prendersi cura del patrimonio artistico e culturale della nostra città significa custodire l’identità stessa di Milano», afferma la Romani. Per ora, i manufatti su cui si dovrà intervenire sono 16, divisi in cinque schede diverse (A, B, C, D, E). La scheda A, dedicata a monumenti e fontane, prevede il restauro del bronzo del Grande Disco in piazza Filippo Meda, la riqualificazione della fontana di piazza Bausan e l’intervento conservativo sulla fontana dei Giardini di via Vigoni. Per quanto riguarda i monumenti storico-artistici , facenti parte della scheda B, il Comune ha indicato il monumento a Giuseppe Missori, la colonna di San Pietro Martire in piazza Sant’Eustorgio e il monumento dedicato ad Andrea Verga in largo Richini. Passando poi per la scheda C, che unisce monumenti e lavori sul verde, si prevedono interventi sul monumento a Francesco Hayez e su quello dedicato a Francesco Baracca nel piazzale omonimo. Sono previsti lavori anche nei giardini Indro Montanelli e in piazza Buonarroti, indicati nella scheda D. Il Comune di Milano ha poi voluto selezionare tre opere, considerate simbolo della città, su cui sarà necessario intervenire con lavori di riqualificazione. Stiamo parlando del monumento a Leonardo Da Vinci in piazza della Scala, quello a Napoleone III al Parco Sempione e il gruppo scultoreo Alle Voloire in piazza Perrucchetti, compresi nella scheda E. Questi monumenti dovrebbero avere il ritorno d’immagine più alto, pari a 192.360 euro. Se richiesto, poi, gli interventi saranno sottoposti all’autorizzazione della Soprintendenza, a tutela del valore storico-artistico dei beni. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45248660]] Però c’è anche chi vede delle storture in questo progetto. Uno di questi è Massimiliano Finazzer Flory , celebre regista e attore italiano, critico rispetto all’idea del Comune. «La qualità dei bandi è spesso scadente perché rispecchia un quadro fiscale sfavorevole per le imprese», sostiene Finazzer, «le quali sono stanche di essere solo sponsor. Vogliono partecipare attivamente», sottolinea il regista, «ed essere dei veri e propri partner». Un’opinione non dissimile quella di Samuele Piscina , consigliere comunale della Lega. «Il Comune ha aperto un bando per cercare sponsor privati», sottolinea l’esponente del Carroccio, «con cui riqualificare monumenti e fontane della città. Peccato che molti di questi beni siano stati deturpati proprio dagli attivisti di Extinction Rebellion, gli stessi ‘amici green’ della sinistra di Sala, Verdi e Partito Democratico, mai realmente condannati da questa amministrazione. In ogni caso, ben venga se i privati hanno voglia di spendere soldi per riqualificare i monumenti. Con un bilancio che segna +400 milioni mi chiedo dove andranno questi soldi che arrivano da multe e tasse. Evidentemente è più importante disegnare una ciclabile insicura rispetto a salvaguardare la bellezza e il decoro della città». Un’altra voce che si fa sentire è quella dell’architetto, Joseph Di Pasquale : «Mi sembra un’ottima cosa che il Comune intenda sensibilizzare e coinvolgere gli operatori privati e pubblici nel decoro e nella cura dello spazio pubblico e dei suoi valori simbolici e morali che si concretizzano nei monumenti. Mi auguro», continua l’architetto, «che nella selezione dei soggetti privati non si attinga solo dal mercato del lusso per non esasperare la pessima tendenza di Milano nel rappresentarsi sempre più “esclusiva” e quindi necessariamente sempre meno “inclusiva” (il che tradisce la sua più profonda identità). Inoltre, auspico che il “ritorno di immagine” venga consentito ai privati nella loro comunicazione», continua il professionista, «ma non si materializzi in targhette pubblicitarie giustapposte ai monumenti. Non sarebbe elegante né decoroso per Milano far diventare Leonardo Da Vinci o Giuseppe Missori dei testimonial per un supermercato.

Saylor, il leone marino massacrato torna a camminare

Saylor, il leone marino massacrato torna a camminare

Ci siamo cresciuti più o meno tutti, con le favole di Esopo. In effetti, foche o similari non sono mai stati al centro delle storie raccontate dallo scrittore greco - ovvio, lui nemmeno sapeva che esistessero, questi strani animali. Figuriamoci il leone marino, bestione intelligente e dal carattere curioso e giocoso che in genere vive placido nelle basse acque dove il clima è o caldissimo (tropici) oppure freddissimo (aree subartiche). E dunque non sappiamo che morale si possa trarre da questa vicenda (reale, mica frutto di fantasia). Certo è edificante, quasi commovente, addirittura. IL RITROVAMENTO Gli “eroi” della vicenda sono i Carabinieri Forestali del Cites , l’unità dell’Arma specializzata nel contrasto del commercio illegale di specie animali a rischio: sono stati loro a eseguire il sequestro di un esemplare maschio di leone marino sudamericano, disposto dalla Procura di Verona. L’hanno trovato, il poverino, all’interno di un furgone parcheggiato in un piazzale della città scaligera in uso a un’azienda locale, immerso in pochi centimetri d’acqua sporca all’interno di una vasca di dimensioni del tutto inadeguate. Roba da non credere: il pinnipede, che per vivere come si deve- anche in cattività, eventualmente - ha invece bisogno di ampi spazi e di una vasca d’acqua in cui immergersi, era invece detenuto (è proprio il caso di dirlo) dentro l’automezzo. Altro che nuotare o anche solo farsi un tuffo. Un incubo. Non è dato sapere perché il proprietario di Saylor questo il nome dato a questo maschio adulto di 21 anni - lo costringesse in quella situazione: resta il fatto che i militari lo hanno deferito all’autorità giudiziaria, lui e altre due persone, per l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali. E hanno portato via l’animale: la vita media di un’Otaria Flavescensquesta è la specie a cui appartiene Saylor - è 25-30 anni, dunque è un esemplare anziano. Che, si spera, potrà vivere degnamente i suoi ultimi anni. In questo senso, è stato portato al giardino zoologico di Napoli. E lì sta riprendendo confidenza con la vita e con gli elementi per lui più naturali e istintivi. Con l’acqua, soprattutto. Grazie alla grande vasca presente nell’area dove è ospitato. E anche con l’affetto delle persone: con i suoi 300 chili, Saylor non passa inosservato ai visitatori del parco. La struttura napoletana lo ha accolto con gioia. «Se le accuse di maltrattamento saranno confermate – fa sapere la direzione dello zoo –, l’animale resterà in custodia da noi, qualora non dovessero esserci ulteriori possibilità di collocamento presso altre strutture italiane o europee che già ospitano la specie». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45016507]] ETÀ AVANZATA Saylor è arrivato nel capoluogo partenopeo una settimana fa. Si è sottoposto a quelle che si possono definire “lezioni di nuoto”, e adesso è tornato a nuotare: pare non voglia più smetterla, nonostante l’età avanzata. Ma - come detto- è ormai perlomeno possibile che il grande leone marino possa passare gli anni che gli restano da vivere (e nuotare) assistito dalle cure di personale che sarà attento alle sue vere esigenze. Peraltro, lo zoo di Napoli è senza dubbio struttura idonea alla cura di specie selvatiche e in grado di ospitare Saylor, garantendogli adeguati standard di benessere che finalmente tengano conto delle sue naturali caratteristiche etologiche. E quel maledetto furgone? Finita, la galera è finita , per Saylor. La morale trovatela voi. Lui adesso è occupato. A stare bene.

Europa, la sentenza di Pérez-Reverte: "Ridotta a parco tematico per analfabeti"

Europa, la sentenza di Pérez-Reverte: "Ridotta a parco tematico per analfabeti"

«Mentre l’Europa si sgretola, mi sento come il Principe di Salina del Gattopardo». Firmato Arturo Pérez-Reverte , il 74enne bestsellerista internazionale ed ex reporter di guerra che torna in libreria con Il problema finale (Settecolori, «M pp.352 €23 tr. Bruno Arpaia). Ambientato negli anni ’60, una tempesta blocca sull’isoletta greca di Utakos nove persone di nazionalità diverse e, quando viene ritrovato il primo cadavere, l’indagine viene provvisoriamente affidata a Hopalong Basil, un attore sul viale del tramonto che ha interpretato Sherlock Holmes per tutta la vita. Il risultato è un delizioso e colto omaggio al giallo classico, un libro pieno di rimandi ai grandi autori, da Agatha Christie a Conan Doyle. In questa intervista Pérez-Reverte si racconta con lo sguardo acuto del narratore (ricordiamo Capitano Alatriste, La tavola fiamminga, Il club Dumas) ribadendo la necessità di difendere la libertà creativa dalla censura e osservando con eleganza, il tramonto del mondo che tutti noi conosciamo. Quanto si è divertito scrivendo questo libro? «Parecchio, mi sono preso un bel rischio scrivendo un omaggio alle atmosfere di Sherlock Holmes ma non intendo rinunciare al divertimento. La vera sfida era voler costruire un giallo classico a enigmi, una partita a scacchi in un momento in cui abbondano sia gialli elementari sia quelli molto truculenti, con tanto sangue ma poca materia cerebrale». Perché questa sfida? «Perché in un romanzo poliziesco che si rispetti il duello non è tra l’assassino e il detective, ma tra l’autore e il lettore». Come mai ha scelto di ambientarlo negli anni ’60? «Perché il mondo di oggi è povero e volgare. Negli anni ’60, invece, i gentleman erano gentleman e i cafoni erano cafoni, eppure, si respirava già un’aria di modernità che trovavo molto intrigante». L’hanno mai censurata? «Sì. Ho scritto una trilogia con Lorenzo Falcò (edita da Rizzoli, ndr), un vero macho, una spia franchista. In America mi chiesero di epurare qualche scena e renderlo più politicamente corretto ma uno scrittore nasce libero e tale deve restare. Ho rifiutato e quei libri non sono stati pubblicati» Si è pentito? «Nient’affatto, lo rifarei ancora. Oggi dobbiamo combattere, magari la prossima generazione di autori dovrà arrendersi e ogni cosa dovrà soddisfare il filtro del politicamente corretto. Ma non è ancora giunto quel momento, per fortuna». La preoccupa la moda del politicamente corretto? «La verità è che oggi la gente si indigna e giudica il passato, senza capire. Se scrivo di un condottiero del XV° secolo, non è plausibile che si comporti come fosse il medico di una Ong o come Greta Thunberg. La gente si indigna perché i romani hanno attaccato Siracusa o perché hanno sottomesso i Galli, è assurdo. Tutto questo voler giudicare crea solo una gran confusione». Bestsellerista internazionale, lei è stato anche un reporter di guerra. Oggi come sta l’Europa? «Male. L'Europa non esiste più, è un parco tematico per turisti analfabeti. Personalmente sono felice perché ogni giorno scrivo in mezzo ai libri, dentro la mia vasta biblioteca. Ma sono consapevole che l’Europa è al tramonto, sta morendo un mondo intriso di cultura, proprio come l’Impero Romano che regnava su tutto, scomparve con l’arrivo dei Barbari. Ma, le dirò, io sono felice di poter assistere a questo tramonto». Perché mai? «Perché intellettualmente parlando, è uno spettacolo appassionante. Chi ha letto Marco Aurelio sa bene che la storia è fatta di corsi e ricorsi storici e stoicamente, puoi accettarlo ma per gli ignoranti è solo caos e distruzione. La cultura ci aiuta a cogliere lo spirito del tempo e ci insegna ad uscire di scena senza trambusto. Ma talvolta, lo ammetto, mi sento come il Principe di Salina di Tomasi di Lampedusa...». Quali sono i suoi maestri? «Chi ha letto Dante e Omero ha già trovato i propri maestri. Poi Moravia, Pasolini, Manzoni, Croce e Malaparte. Mi piace più rileggere i vecchi classici piuttosto che andare in cerca di nuove voci, lo ammetto». Hopalong Basil, il protagonista di questo libro, tornerà? «Me l’hanno chiesto i lettori spagnoli ma non credo. Alla mia età quanti romanzi scriverò ancora? Uno, due, dieci? Devo scegliere le storie che voglio raccontare». E i suoi prossimi libri italiani saranno pubblicati da Settecolori? «Abbiamo già annunciato tre inediti, questo editore mi ha sorpreso. Fanno le cose con amore, lavorano con una cura artigianale, un entusiasmo che il mio precedente editore aveva smarrito. Sì, era il momento di cambiare».

Milan-Inter, tutto per lo scudetto: mercato, nomi clamorosi

Milan-Inter, tutto per lo scudetto: mercato, nomi clamorosi

Mai come quest’anno il mercato estivo ha tradito le attese. Anzi, a guardare bene le rose, in molti casi è stato addirittura peggiorativo. In questo scenario, possono tornare di moda persino gli scambi tra le grandi, evitati negli ultimi anni per il terrore reciproco di ricevere il “pacco”, ma ora sdoganati dalla necessità. Il motivo è matematico: in un campionato così livellato, un acquisto azzeccato a gennaio può davvero fare la differenza tra vincere e partecipare. Chi farà Tombola? INTER : Imparare dal passato La lezione dello scorso anno dovrebbe essere stata recepita: con un rinforzo vero in attacco e una forzatura in uscita, forse sarebbe finita in modo diverso. Per fare Tombola serve quindi una grossa manovra. Vendere Frattesi a 35 milioni sarebbe un colpo da maestri: il giocatore vale quella cifra, ma è un corpo estraneo nelle rotazioni di Chivu. Quei soldi finanzierebbero l’arrivo di Muharemovic per avviare il cambio generazionale in difesa, o l’assalto anticipato a Palestra. Norton-Cuffye Belghali non convincono appieno: si cerca un “nuovo Perisic”, uno capace di strappare e creare superiorità numerica. MILAN : Fullkrug non basta Fullkrug è già arrivato. Ottimo il tempismo (prestito gratuito, deroga per esordire già il 2 gennaio a Cagliari), meno convincenti le sensazioni sul giocatore, che appare logoro. È un tipico acquisto invernale, non un investimento. Serve un difensore dato che De Winter non offre garanzie. È stato offerto Sergio Ramos e ci si riflette, idem per Dier, mentre Allegri suggerisce Gatti. Uno in più, non uno che ti permette di fare Tombola. NAPOLI: Sogno Mainoo Il colpo grosso sarebbe Mainoo. Va bene il rientro di Anguissa e Gilmour, ma il 20enne inglese ha caratteristiche uniche che mancano al centrocampo azzurro. Conte, che ha avuto Kanté, lo sa bene. Il Manchester United frena a causa dell’infortunio di Bruno Fernandes, ma i rapporti con Manna sono solidi. Visto l’obbligo di un mercato a saldo zero, sarebbe necessaria l’uscita di Lucca: operazione tuttavia complicata perché bisognerebbe anticipare il riscatto dall’Udinese, effettivo solo a febbraio. Più facile fare spazio liberando Vergara, Mazzocchi, Marianucci e Ambrosino, ma non basterà per un colpaccio. Per Eguinaldo dello Shakhtar Donetsk, individuato come vice-Neres, sì. ROMA: Rifondazione attacco Gasperini merita la rivoluzione dell’attacco, oggettivamente impresentabile. Via Bailey (tenuta fisica precaria) e Ferguson (fragilità mentale): per entrambi si lavora all’interruzione dei prestiti. Ma la chiave è Dovbyk: idea di scambio con Beto dell’Everton, sfruttando la sponda della proprietà Friedkin. Il colpo da Tombola, però, è Zirkzee abbinato a Raspadori: convinti i giocatori, quasi United e Atletico. Si incastrerebbero alla perfezione con Soulé: qualità, tiri in porta, intensità. JUVENTUS : Uomini spallettiani Qui l’obiettivo è chiaro e vitale: il quarto posto, che vale 40-50 milioni di euro. C’è urgenza di investimento e la priorità è il centrocampo. Spalletti chiede personalità e la società proverà il doppio colpo: un incursore, con Frattesi in pole, e un uomo di rottura e carisma come Goretzka, in scadenza col Bayern. Anticiparne l’arrivo a gennaio sarebbe la vera Tombola. E occhio alla difesa: l’idea è Rudiger, anche lui in scadenza col Real, fedelissimo di Spalletti dai tempi di Roma e alter ego perfetto di Bremer. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45547239]] BOLOGNA: Il (ri)tocco di Sartori Uno come Pisilli dalla Roma sarebbe perfetto per dare ulteriore italianità e dinamismo alla mediana. L’altra casella è il terzino sinistro, e qui c’è un nome “alla Sartori”: El Karouani, marocchino, 25 anni, da tempo uno dei migliori dell’Eredivisie con l’Utrecht. Costa 15 milioni: vale la pena spenderli ora per respingere l’assalto del Como e il ritorno di Atalanta e Lazio.