Papa Leone XIV cita Papa Benedetto XVI: "Non c'è spazio per Dio se non c'è per l'uomo"

Papa Leone XIV cita Papa Benedetto XVI: "Non c'è spazio per Dio se non c'è per l'uomo"

(Agenzia Vista) Città del Vaticano, 24 dicembre 2025 "Così attuali, le parole di Papa Benedetto XVI ci ricordano che sulla terra non c'è spazio per Dio se non c'è spazio per l'uomo: non accogliere l'uno significa non accogliere l'altro. Invece là dove c'è posto per l'uomo, c'è posto per Dio: allora una stalla può diventare più sacra di un tempio e il grembo della Vergine Maria è l'arca della nuova alleanza" così Papa Leone XIV durante l'omelia della messa della notte di Natale 2025, la sua prima dall'elezione al pontificato. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Flotilla edizione 2026: ritorna la crociera pro-Pal

Flotilla edizione 2026: ritorna la crociera pro-Pal

Sono aperte le prenotazioni per la nuova edizione 2026 della crociera Sumud Flotilla alla volta di Gaza. Tranquilli: adesso nella Striscia fa fresco. Una perturbazione ha portato la temperatura minima intorno ai 14 gradi. Certo i quasi due milioni di gazawi si proteggono come possono da piogge e vento allestendo tendopoli estemporanee in quello spicchio di Striscia fuori dalla “linea gialla” controllata dai militari dell’Idf. In tutto questo ballo in maschera di emergenze - con le organizzazioni umanitarie internazionali che denunciano nuove limitazioni nell’accesso a Gaza - i pro-Pal del collettivo internazionale si stanno portando avanti con il lavoro. E organizzano per aprile maggio una nuova missione. Gli organizzatori auspicano di riuscire a coinvolgere non solo una cinquantina di imbarcazioni che hanno preso parte alla Flotilla 2025 alla missione verso Gaza. Sperano di portare di raggruppare oltre 100 tra natanti, barche a vela e ex rimorchiatori di altura riconvertiti. Sono settimane che è partita la raccolta fondi (a ieri sera sulla piattaforma internazionale chuffed.org erano arrivati oltre 47mila euro), ma c’è chi ha avviato la colletta ben prima dell’annuncio ufficiale in Italia. Già 7 settimane fa, ad esempio, l’Associazione Culturale milanese “La Taiga” aveva promesso un sostegno economico all’iniziativa 2026 di ben 500 euro. A scorrere l’elenco dei finanziatori spuntano tanti anonimi per importi modesti (100/200 dollari, sterline o euro). Poi balzano all’occhio i 990 dollari di un generoso (sempre anonimo) sostenitore. Gli organizzatori della Global Sumud Flotilla auspicano di riuscire a mettere insieme «oltre 100 barche e più di tremila persone da più di 100 Paesi». L’intento è sempre lo stesso: tentare di superare il blocco navale israeliano. La marina militare dell’Idf a inizio ottobre intercettò tutte le imbarcazioni (44 quelle dichiarate dagli organizzatori) e rimorchiò le imbarcazioni degli attivisti nel porto israeliano di Ashdod. A terra vennero prese le generalità degli oltre 462 attivisti imbarcati e confiscate le imbarcazioni per il reato di ingresso illegale. I natanti partiti da Genova, Palermo, Capo assero, Barcellona, Tunisi e dai porti della Grecia non riuscirono neppure ad avvicinarsi alla battigia di Gaza. Delle 60 barche partite alcune tornarono indietro, altre si fermarono nei porti lungo la rotta. L’unica barca, la Mikeno, che riuscì ad arrivare a 18 miglia marine da Gaza (33 chilometri). «La nuova Flotilla», assicurava ieri il quotidiano Il Fatto riportando dettagli forniti da un comunicato già della Sumud Flotilla Internazionale partirà forse ad aprile, forse a maggio. La raccolta dei fondi inizierà a breve», assicura il Fatto non rendendosi conto che la sottoscrizione è già partita da quasi due mesi. Il vanto è che «nella precedente edizione erano stati messi insieme 3,2 milioni di euro solo in Europa e in Occidente, altri soldi erano arrivati dalla Malesia, dalla Turchia e da mezzo mondo». La novità di quest’anno è che il movimento sembra volersi da fare «per organizzare convogli e carovane di terra verso Gaza e verso la Cisgiordania, forse già prima. Si cerca un coordinamento con la Freedom Flotilla Coalition e le Thousand Madleens, che nel settembre scorso erano salpate con una decina di natanti i intercettati l’8 ottobre. Tra gli organizzatori compare Saif Abukeshek, membro del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, attivista nato a Nablus (capitale della Cisgiordania secondo le rivendicazioni dei palestinesi, centro commerciale della Samaria stando agli storici). Nel direttivo spiccano due cittadini europei senza origini nel Sud del mondo, gli italiani Maria Elena Delia e Tony La Piccirella. Personaggi già noti al grande pubblico. La Picciarella si era occupato di mantenere i collegamenti con le televisioni e la stampa durante la traversata. La Delia aveva trattato con il Vaticano e la Farnesina la possibilità di consegnare a Cipro le 300 tonnellate di aiuti raccolti in modo che venissero consegnati alla popolazione di Gaza attraverso i corridoi umanitari già utilizzati dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Pizzaballa per ben 8 volte era riuscito a far entrare derrate alimentari e materiale sanitario anche nei momenti peggiori del conflitto per portare almeno 8 volte. Tutto inutile: gli attivisti dopo un tira e molla durato settimane (partiti a fine agosto da Genova giunti nelle acque di fronte alla Striscia a inizio ottobre), pretendevano di consegnare direttamente gli aiuti. Non resta che attendere la prossima primavera per seguire l’edizione 2026 della Flotilla.

Pedro Sanchez, "passo di lato": rivolta interna tra i socialisti, viene giù il premier

Pedro Sanchez, "passo di lato": rivolta interna tra i socialisti, viene giù il premier

In Spagna cresce il dissenso interno al Psoe contro leadership Pedro Sanchez . Dopo la debacle di domenica alle elezioni in Estremadura , che ha rappresentato un voto di castigo per gli scandali che negli ultimi mesi scuotono il Partito socialista, Jordi Sevilla , ex ministro della Pubblica Amministrazione durante il governo Zapatero e, poi, presidente dell'ente statale Red Elecrita , ha annunciato un manifesto per "un'alternativa socialdemocratica" nel partito guidato dal premier, che sarà lanciata nei prossimi giorni. In un'intervista all'agenzia Europa Press , Sevilla ha criticato che il Psoe "ha abbandonato il progetto socialdemocratico e abbracciato il populismo ". E che, in sua opinione, intorno al premier si sia configurato "un fans club, senza contrappesi o dibattiti interni negli organi del partito". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45195016]] Il manifesto - che secondo quanto ha anticipato Sevilla è stato firmato da storici dirigenti socialisti - chiede al presidente del governo progressista di "fare un passo di lato " e convocare elezioni e ai militanti socialisti di domandarsi "se Pedro Sanchez è il candidato adeguato" per proporsi per un quarto mandato e "in quali condizioni". [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45528716]] "E' il momento in cui il leader, se realmente ha a cuore il partito, se vuole essere leale con i suoi votanti e coinvolto nel progetto socialdemocratico, si interroghi molto seriamente se è meglio continuare a essere il candidato o se è meglio lasciare passo ad altri", ha rilevato Sevilla, riferendosi al leader del Partito e dell'Internazionale socialista Sanchez. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45528716]]

Askatasuna, Marco Revelli-choc a L'aria che tira: delirio rosso e caos in studio

Askatasuna, Marco Revelli-choc a L'aria che tira: delirio rosso e caos in studio

Tutti zitti, parla Marco Revelli. Lezione di democrazia (o presunta tale) dello storico, in collegamento con David Parenzo a L’Aria che tira su La7. Un delirio rosso su Askatasuna e Viminale capace di far storcere il naso al padrone di casa. E un altro ospite, il sempre frizzantino Luigi Crespi, che non gliele manda a dire. «Il governo, anzi il ministro Piantedosi ha scelto di fare un’operazione muscolare a Torino ai danni della città», attacca il professore sullo sgombero del centro sociale. In sottofondo, Crespi sbotta a microfono aperto: «Che c***o dice?». Revelli va avanti a spron battuto: «La scelta dei modi e dei tempi dello sgombero è sciagurata, chiunque si occupi di gestione dell'ordine pubblico lo direbbe. Nei giorni immediatamente precedenti al Natale, con le città strapiene, con i commercianti che devono incassare quello che possono, riempire di blindati e di centinaia e centinaia di agenti in tenuta antisommossa un quartiere...». Parenzo fa sommessamente notare che «però c’era stato anche l’assalto a La Stampa, quotidiano sul quale anche lei scrive». Senza imbarazzo, lo storico replica: «Una cosa per volta. Gli episodi de La Stampa sono di una gravità estrema da un punto di vista simbolico, i danni materiali sono minimi. Attaccare un giornale è un gesto grave e irresponsabile. Nei locali di Askatasuna invece la devastazione è stata pesante, è stato persino stracciato e calpestato un grosso manifesto che riproduceva Dante Di Nanni, nessuno lo conoscerà di quelli che governano oggi: è stato un eroe della resistenza, un giovane massacrato dalle brigate nere qui a Torino». Mentre «la guerriglia di questi giorni è stata una scelta dei responsabili dell’ordine pubblico. Dopodiché quale rischio per l’ordine pubblico c'era in quello stabile?». «Alcuni protagonisti di Askatasuna si erano resi responsabili di cose gravissime, oltre all’assalto a La Stampa, i no Tav, le bombe carta...», sottolinea Parenzo che si becca il rimbrotto del prof: «Cerchi di fare il conduttore imparziale, per favore». E Crespi non ci sta: «Avremo diritto a replicare o dobbiamo aspettare qua in ginocchio ad ascoltarla, sudditi? Porti rispetto ai giornalisti, visto che ci dà lezioni di democrazia. Mi tocca difendere Parenzo...». Il mondo alla rovescia. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45545181]]

Luna, risolto il thriller cosmico sulle sue origini

Luna, risolto il thriller cosmico sulle sue origini

«Ogni cosa è mutata, mutata interamente / una terribile bellezza è nata». Sono i versi sublimi del poeta irlandese William Yeats ad introdurre al meglio il nuovissimo, affascinante e, come molti ricercatori si augurano, risolutivo studio, pubblicato sulla rivista Science, riguardante Theia, il pianeta “fantasma” che si scontrò con la Terra e che diede origine alla Luna. Si infittisce dunque di un nuovo capitolo quello che potremmo definire un vero e proprio thriller cosmico sull’impatto devastante che però diede origine al sodalizio Terra-Luna come noi oggi lo conosciamo e che diamo, purtroppo, per scontato. Una sorta di metafora nietzschiana, che ci ricorda come a volte sia necessario attraversare momenti di turbolenza e caos per creare una Luna “danzante”. Ad oggi, infatti, non sappiamo con certezza come mai la Terra possegga un satellite così imponente. Basti pensare che i pianeti più vici«O ni e simili alla Terra, i cosiddetti pianeti rocciosi, o non hanno alcun satellite, come Venere, o ne hanno due piccolissimi e di forma irregolare, come Marte, di diametro compreso tra i 10 e i 20 km. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43423491]] La Luna, dunque, è un unicum del Sistema solare e, assieme alla Terra, forma un sistema decisamente insolito e per questo ancora più prezioso, perché secondo le leggi del nostro sistema planetario, udite udite, la Terra non dovrebbe avere alcun satellite o, nella migliore delle ipotesi ne dovrebbe avere uno insignificante, del diametro di pochi chilometri. La Luna, invece, ha un diametro di ben 3470 km e, dunque, risulta molto grande rispetto alla Terra: il suo raggio è più di un quarto del diametro terrestre. Un rapporto armonico, di questi tempi c'è chi lo definirebbe morboso, tra i due corpi celesti a noi più cari, come testimonia l'interazione gravitazionale Terra-Luna, che ha portato, nel corso di milioni di anni, il nostro satellite a rallentare la sua rotazione e quindi a mostrarci sempre la stessa faccia, quella decisamente più attraente tra l'altro. La Luna, se ci pensate, è il “pezzo” di universo più a contatto con la Terra e per questo motivo la sua origine ha suscitato da sempre grande interesse. Una disputa che si è fatta più accesa nel corso dell'Ottocento, quando venne ipotizzato che il nostro satellite fosse stato “strappato” dal bacino dell'Oceano Pacifico. Una teoria, quella della “fissione” o “distacco”, compatibile tra l'altro con i moderni studi sulla composizione chimica delle rocce lunari, risultate «indistinguibili» da quelle terrestri. «Una confusione mortificante», l'ha definita il planetologo, Erik Asphaug. Soprattutto considerato che dagli anni Settanta, la teoria più accreditata è quella dell'impatto gigante, con la Terra in formazione nel contesto di un Sistema solare ancora giovane, caratterizzato da aggregati di polvere e gas, i planetesimi, che scontrandosi violentemente tra loro diedero vita ai pianeti, tra cui, appunto, la Terra. In un contesto simile, circa cento milioni di anni dopo la formazione del Sistema solare, avvenuta quattro miliardi e mezzo di ani fa, la proto-Terra entrò in collisione con un corpo planetario delle dimensioni di Marte, che si scagliò sulla Terra ad una velocità dieci volte superiore a quella del proiettile di un fucile, stravolgendone la composizione e dissolvendosi nello spazio, originando, dopo diversi milioni di anni, la Luna. Il passaggio cruciale riguarda il fatto che nel momento dello scontro, Theia e la Terra non sono distinguibili, con il nucleo di Theia ormai collassato nel mantello roccioso della Terra. Questo spiega la composizione chimica omogenea tra le rocce lunari e quelle terrestri. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:42026828]] Il team guidato dall' Università di Chicago (Usa) e dal Max-Planck-Institut (Germania) analizzando la composizione di 15 rocce terrestri e 6 rocce di Luna raccolte dagli astronauti delle missioni Apollo (perché sì, sulla Luna ci siamo andati veramente), ha potuto confermare come la Terra e la Luna, dal punto di vista della composizione, in particolare del ferro, siano praticamente indistinguibili. Non solo, perché attraverso un efficace sillogismo, i ricercatori hanno potuto risalire anche alla provenienza di Theia, confermata interna al Sistema solare, e non di natura interstellare, come ad esempio la cometa 3I/Atlas che sta attirando l'attenzione di studiosi perle sue caratteristiche anomale, pare ora stia puntando su Giove, ma la Nasa ha escluso si tratti di una navicella aliena! Concludendo: Terra e Luna sono simili, non perché la Luna sia stata “strappata” dalla Terra, ma perché anche Theia era simile alla proto-Terra e interna al Sistema solare durante la sua formazione. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:41687894]]

Pensione in Albania: soldi e benefit, il nuovo paradiso

Pensione in Albania: soldi e benefit, il nuovo paradiso

Fino a pochi anni fa sarebbe stato difficile immaginare l’Albania come una delle destinazioni più ambite per la pensione degli italiani. Eppure oggi il Paese affacciato sull’Adriatico è diventato un vero e proprio nuovo “paradiso” per chi, una volta conclusa la vita lavorativa, cerca una quotidianità più sostenibile dal punto di vista economico senza rinunciare al mare, al clima mite e a una dimensione umana più tranquilla. Sempre più pensionati italiani scelgono di trasferirsi oltreconfine per sfuggire al caro vita e all’incertezza economica. L’Albania si è inserita rapidamente in questo scenario grazie a un costo della vita decisamente inferiore rispetto a quello italiano, a una burocrazia percepita come più snella e a una popolazione che mantiene forti legami culturali e linguistici con l’Italia. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45517650]] Durazzo è una delle città che concentra il maggior numero di pensionati italiani . Qui molti trovano appartamenti spaziosi a canoni contenuti, spesso a pochi passi dal mare, riuscendo a mantenere uno stile di vita sereno anche con assegni pensionistici modesti. La presenza di una comunità italiana consolidata facilita l’integrazione e riduce il senso di spaesamento per chi decide di cambiare Paese in età avanzata, come racconta Fuori dal Coro , il programma di Rete 4 condotto da Mario Giordano . Accanto alla scelta abitativa, un ruolo importante è giocato dal supporto tra connazionali. Alcuni pensionati che vivono da tempo in Albania si sono organizzati in associazioni o reti informali per aiutare chi arriva dall’Italia a orientarsi tra pratiche amministrative, sanità e ricerca della casa, rendendo il trasferimento meno complesso. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45500286]] Non mancano storie di chi ha valutato altre mete tradizionali per la pensione all’estero, come la Spagna o il Portogallo, per poi scegliere l’Albania attratto da un miglior equilibrio tra costi, servizi e qualità della vita . In molti casi, la possibilità di affittare abitazioni ampie a prezzi molto più bassi rispetto alle città italiane rappresenta uno degli elementi decisivi.

Da Scrooge al Grinch, se anche Natale ha bisogno dei cattivi

Da Scrooge al Grinch, se anche Natale ha bisogno dei cattivi

A San Giustino, cittadina in provincia di Perugia , per le feste la Polizia Locale ha accompagnato in visita nella scuole pubbliche un Babbo Natale che ha regalato ai bambini un album del Grinch da colorare. Straordinario corto circuito tra due personaggi entrambi importati dalla cultura Usa, che dovrebbero rappresentare i due poli opposti del 25 dicembre, e che però sempre più spesso stanno iniziando ad andare insieme. Dal videogioco del Grinch in offerta su Amazon a un minimo storico, ai Natali con il Grinch organizzati per bambini dalla Val d’Aosta alla Puglia e dalla Sicilia alla Romagna; dal Merry Grunchmas della campagna natalizia di McDonald's allo spot “grinchiano” di Walmart fin dal Black Friday; dall’altro spot di Crocs alle statuette nei presepi e alle immagini dei pigiama da regalare a Natale: è onnipresente il curioso umanoide verde nemico del Natale che fu inventato nel 1957 dallo scrittore e fumettista statunitense Dr. Seuss pseudonimo di Theodor Seuss Geisel -, ma soprattutto fu lanciato dal cartone animato del 1966 e dal film con Jim Carrey del 2000. Buttandola in politica, per dirla alla Giovannino Guareschi, qualcuno legge in questa evoluzione la capacità del capitalismo di neutralizzare e cooptare anche i suoi critici. Ma in realtà già nella storia originale il Grinch alla fine capisce lo spirito del Natale e diventa buono. Insomma, è un cattivo che serve a dimostrare il potere redentore della festa anche verso coloro che potrebbero sembrarvi più ostili. In effetti, è la stessa evoluzione che aveva avuto 114 anni prima del Grinch l’Ebenezer Scrooge del Canto di Natale di Charles Dickens. Banchiere anziano, avarissimo e crudele che odia il Natale, ma proprio la notte del 24 dicembre viene visitato prima dal fantasma di un suo defunto socio, e poi dagli spiriti del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro, che dopo avergli messo una paura tremenda fanno diventare anche lui buono. A parte ispirare nome e carattere del disneyano Uncle Scrooge , in italiano Paperon de’ Paperoni o Zio Paperone, il racconto è stato trasposto in quasi una settantina tra film e telefilm, per non contare trasposizioni radiofoniche e videogiochi. C’e anche un film disneyano del 1983, dove appunto Scrooge è Paperone e il suo dipendente Topolino. Ma ce ne sono anche uno con i Muppets, uno con Barbie, uno con gli Antenati Flinstone, e un film italiano del 2022 che sposta la vicenda nella Roma del 1829, in un clima tra Rugantino e Marchese Del Grillo, e dove il Natale futuro mostra la Repubblica Romana del 1849. Ma ancora più sono le derivazioni. Appunto lo stesso Grinch; ma anche il Mr. Potter del classico hollywoodiano di Frank Capra del 1946 La vita è meravigliosa, che però non diventa buono, anche se c’è comunque un lieto fine. Ne è una variante lo Ian Hawke punito alla fine di Alvin Superstar. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45554612]] Ma anche i cattivi non redenti hanno un loro ruolo, specie al cinema. Da Harry Lime e Marv Merchants, i due banditi svaligiatori paticcioni che il Natale lo trascorrono a saccheggiare case i cui proprietari sono partiti per le feste e che sono umiliati dalle trappole del piccolo protagonista di Mamma ho perso l’aereo; all’inquietante e ambiguo capotreno di Polar Express, di cui non si capisce bene se è buono o cattivo; fino ai mostruosi Oogie Boogie di Nightmare Before Christmas, Krampus di Natale non è sempre Natale e Stripe dei Gremlins. (Bumble di Rudolph la renna dal naso rosso è un mostro che però diventa anche lui buono). Comunque, rappresentano un polo negativo che costruisce la tensione e la trama contro cui gli ideali del Natale si devono affermare.

Il risveglio cattolico per fermare l'incubo woke

Il risveglio cattolico per fermare l'incubo woke

Che cosa lega il controrivoluzionario Joseph de Maistre al risveglio anti-woke che sta interessando l’America? Il tema è indagato nel libro Il grande risveglio. L’America da de Maistre a Charlie Kirk (ediz. Eclettica) di Francesco e Paolo Filipazzi dove si parte dalla conversione al cattolicesimo di J.D.Vance per spiegare come l’etica cattolica stia guadagnando terreno rispetto alla mentalità calvinista e come possa, in prospettiva, fornire linfa vitale alla battaglia culturale contro le follie della cancel culture, religione civile abbracciata dalla sinistra liberal. «La paranoia woke parte dall’alta società, dalle élite economiche, le quali hanno ben pensato di imporre dei parametri da rispettare alle grandi aziende, in termini di comunicazione e prodotti da immettere sul mercato. Alcune delle maggiori multinazionali americane hanno sposato le linee guida Diversity, Equality, Inclusion , così come lo stesso governo americano. Facendo degli esempi, se il governo Obama ha introdotto gli ufficiali transgender nell’esercito, le case cinematografiche hanno inserito attori afroamericani in situazioni improbabili, le aziende di moda hanno promosso l’immagine delle modelle obese, l’omosessualità ha invaso le pubblicità e i prodotti per bambini. Il risultato è che le aziende hanno perso miliardi, da un lato per assumere costosi “specialisti” dell’agenda D.E.I. (ricordiamo che dietro al woke c’è un business), dall’altro perla fuga della clientela». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45198500]] Non a caso gruppi come Disney, Harley Davidson, Tractor Supply , ma anche Microsoft, Google e Amazon , appena hanno potuto hanno fatto marcia indietro. La vittoria elettorale di Trump è stata anche una riscossa del mondo che non ci sta a pensare che i bianchi vadano puniti per le loro colpe ancestrali. Questa opposizione, da subito molto forte sui social, ha preso il nome di Alt Right e ha favorito in larga misura la prima vittoria di Donald Trump , «che si è posto sin da subito come il paladino di chi rifiutava le demenziali imposizioni da stato etico che ormai avevano invaso cinema, letteratura, televisione ma, soprattutto, scuole, università e uffici pubblici». Con i funerali di Charlie Kirk il Maga «non è più solo un fenomeno di reazione a uno stato di cose, anarchico e spontaneista, riunito attorno alla leadership personalista di Trump. È un “corpo mistico” che celebra la propria liturgia intorno al culto del proprio primo martire, che diventa il modello a cui rifarsi, un modello descritto come quello di un cristiano che ama e perdona i propri nemici». Tornando a Vance, che gli autori considerano il naturale erede di Trump, egli pensa come il leader della tecnodestra Peter Thiel , che la crisi americana sia dovuta all’individualismo e alla perdita di trascendenza derivanti dal protestantesimo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45075037]] Dietro la battaglia culturale anti-woke che si rifà all’etica cattolica ci sono i grandi del pensiero conservatore europeo tra cui Joseph de Maistre ma anche Edmund Burke . Qual era infatti il nocciolo della loro idea? Le vere costituzioni sono le consuetudini e le prassi andatesi a formare, lungo il corso della storia, per effetto delle circostanze, sotto la direzione di quella “mano invisibile” che il conte savoiardo attribuisce alla Provvidenza. «Il modello cui de Maistre si rifà è quello virtuoso del parlamentarismo inglese. Burke, inoltre, difende con decisione il ruolo della Chiesa nella società e denuncia il carattere anticristiano della rivoluzione francese». Le radici storiche degli States affondano in una rivoluzione che fu conservatrice e non intendeva fare tabula rasa come quella giacobina. Ancora, de Maistre scrive nel 1819 il saggio Del Papa e chissà che l’attuale pontefice, americano e agostiniano (J.D. Vance non fa mistero dell’importanza di Sant’Agostino nella sua conversione al cattolicesimo) non possa diventare punto di riferimento e di sintesi tra le due polarità che innervano la società americana: innovazione e conservazione, bloccando fughe in avanti che mirano al disfacimento dei legami comunitari.

Juga torna a camminare: la zampa stampata in 3d

Juga torna a camminare: la zampa stampata in 3d

C’è un prima e un dopo, nella vita di Juga. Un confine sottile, segnato da una zoppia comparsa in silenzio, alla fine dell’estate. A proposito, Juga è una cagnolona boxer di quasi dieci anni, arrivata in famiglia quando era poco più di un cucciolo di tre mesi appena. Già, in famiglia: perché chiunque abbia o abbia mai avuto un cane sa benissimo che non si tratta di un semplice animale domestico, ma di un pelosetto capace di conquistarsi i gradi di membro effettivo della famiglia in tempi record. Lo si voglia o meno. Fatto sta che lei è un cane vivace, curiosa, instancabile. Le passeggiate quotidiane con gli altri due cani di casa erano il suo rituale preferito, tra le strade e i campi di Pontirolo Nuovo, nella bassa bergamasca. Poi qualcosa si incrina. La visita veterinaria, una radiografia. Il sospetto che fa paura. In pochi giorni arrivano la Tac, la biopsia, la conferma: osteosarcoma. Una diagnosi che pesa come una sentenza e che non lascia molte alternative. Il 19 settembre Juga entra in sala operatoria. L’amputazione è l’unica strada possibile, insieme a una terapia di supporto per provare a rallentare la malattia. «Era l’unica cosa da fare, dopo la conferma del tumore. Ci è stata anche consigliata una terapia chemioterapica di supporto» ha detto il suo padrone Giuseppe Cavalieri. Il rientro a casa è fatto di sguardi, di tentativi incerti, di equilibri da reinventare. Chi vive con un cane lo sa: non serve parlare per capirsi. Basta osservare. Juga prova a muoversi, ma il peso del corpo si scarica sulle altre zampe. Ogni passo è uno sforzo immenso. Ogni corsa, un ricordo lontano. È in quel momento che nasce una nuova idea. Non rassegnarsi. Provare a restituirle una postura più naturale, un movimento meno faticoso. Non per tornare indietro, ma per andare avanti. La svolta arriva a Torino, all’Officina Ortopedica Maria Adelaide che si occupa di protesi e ausili per disabili. Per umani, certo, ma è già capitato di avere a che fare anche con amici a quattro zampe come Angus, un Rhodesian Ridgeback nel 2023 e Rio, un giovane pastore australiano solo pochi mesi fa, quest’ultimo perla stessa protesi di Juga. Un team specializzato studia il caso dell’animale come farebbe con una persona. La zampa mancante viene “letta” da uno scanner a luce strutturata, capace di rilevare ogni misura con precisione millimetrica. Da quei dati nasce un modello digitale. Poi il progetto, la stampa 3D, la protesi. È la stessa tecnologia usata per gli esseri umani, adattata a un cane che ha ancora voglia di muoversi. Il risultato è un dispositivo leggero, su misura, pensato per accompagnare il corpo di Juga senza forzarlo. La progettazione CAD della protesi è stata effettuata con il software CUBE, mentre la realizzazione è avvenuta tramite una stampante 3D dedicata all’ortopedia, chiamata Embrance, prodotta dall’azienda danese Create It Real. Quando la protesi viene applicata, accade qualcosa di semplice e straordinario insieme. Il cane si alza. Prova. Cammina. Non corre ancora, ma ritrova un ritmo. Un equilibrio. Una possibilità. Si abitua in fretta, come se quella zampa fosse sempre stata lì, in attesa. Lei non sa cos’è una stampante 3D. Non conosce il significato di parole come Cad o scanner ottico. Sa solo che ora può tornare a seguire i suoi umani, questa è l’unica cosa che conta. «Avevamo molto lavoro ma ci tenevamo a consegnare la protesi prima di Natale» ci dice Roberto Ariagno, direttore dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide,che continua: «Un cane tripode può camminare ma chiaramente si affatica molto. Inoltre tende a mettere l’arto residuo in posizione centrale e questo crea dei problemi, specie se l’animale è abbastanza pesante. Siamo molto contenti per Juga e per la sua famiglia. Si è trovata immediatamente bene con la protesi e siamo certi che, con il passare dei giorni, andrà sempre meglio. Un grosso in bocca al lupo a Juga!». È la prova che la tecnologia, quando incontra l’empatia, può trasformarsi in una seconda possibilità anche per chi cammina su quattro zampe. Un percorso lungo e impegnativo perla famiglia di questa boxerina, ma come disse una volta la scrittrice americana Caroline Knapp: «Prima di prendere un cane, non puoi immaginare come potrebbe essere conviverci insieme, dopo non puoi immaginare di vivere in nessun altro modo».