Olimpiadi Milano-Cortina: “98 opere da finire, serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”. L’allarme della Corte dei Conti

Olimpiadi Milano-Cortina: “98 opere da finire, serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”. L’allarme della Corte dei Conti

La Corte dei Conti “ha sollecitato un puntuale aggiornamento dei cronoprogrammi da parte della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, prevista, nel 2020, dalla cosiddetta legge olimpica, il coordinamento interistituzionale anche tra soggetti attuatori (ANAS e RFI) e un’efficiente programmazione finanziaria, di pari passo con l’avanzamento fisico dei lavori”. Lo si legge nella delibera della magistratura […] L'articolo Olimpiadi Milano-Cortina: “98 opere da finire, serve un aggiornamento dei cronoprogrammi”. L’allarme della Corte dei Conti proviene da Il Fatto Quotidiano .

Maurizio Gasparri: "Ma che lavoro ha fatto?"

Maurizio Gasparri: "Ma che lavoro ha fatto?"

C’era un tempo in cui il Movimento Cinque Stelle, creatura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio , aveva un approccio inflessibile verso la politica: mai sarebbe dovuta diventare un mestiere, due mandati e poi si ritornava al proprio lavoro. La regola alla base del grillismo è stata archiviata ormai da tempo e anche chi una volta la sbandierava come segno distintivo rispetto agli altri partiti, ora fa incetta di candidature e incarichi. È il caso di Roberto Fico che, dopo aver lasciato il Parlamento da presidente della Camera, ora è tornato sulla scena grazie alla candidatura a governatore della Regione Campania con il campo largo. «Non basta un passato da presidente della Camera per sentirsi legittimati a guidare una Regione», ha attaccato il capogruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. L’azzurro pretende chiarezza, soprattutto nei confronti dei cittadini campani che il 23 e 24 novembre si troveranno a dover scegliere chi guiderà la Regione per i prossimi cinque anni. «Fico spieghi come ha mantenuto se stesso quando non aveva più incarichi pubblici. La politica non può essere un rifugio permanente per chi non ha un mestiere». Un discorso che probabilmente avrebbe condiviso anche Beppe Grillo. Non certo la nuova leadership pentastellata. Ma Gasparri ha poi rincarato la dose: «Roberto Fico ha lasciato la Camera da tempo. Ci dica come ha campato in questi anni, chi gli ha pagato lo stipendio e che lavoro ha fatto. Gli elettori hanno diritto di saperlo». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44832010]] Anche Fratelli d’Italia non ha mancato di sottolineare le contraddizioni della nuova vita politica del candidato: «C’era una volta Fico contro la casta. Era il tempo in cui i 5 Stelle urlavano “mai alleati con nessuno”, “via le auto blu”, “in politica non più di dieci anni”. E Fico era il duro e puro del movimento», ha evidenziato il senatore meloniano Antonio Iannone. «È finita come per tutti i moralisti senza morale che rimangano smentiti dalla loro stessa teoria: si è alleato con tutti quelli che diceva di combattere». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44896447]]

Per attaccare la presidente Colosimo s'attaccano al post della Perricciolo

Per attaccare la presidente Colosimo s'attaccano al post della Perricciolo

Una foto del 2015, guarda caso “ritrovata” da Report . Un busto di Mussolini, finito lì non si sa bene come, la strana presenza nello scatto di Pamela Perricciolo, la manager dell’agenzia Aicos, specializzata nella gestione dei personaggi televisivi (da manuale il caso di Pamela Prati e il fantomatico fidanzato Mark Caltagirone , mai esistito...) accanto a Chiara Colosimo , deputata di Fdi e presidente della Commissione parlamentare Antimafia. A scoprire lo scatto nel profilo social della Perricciolo, con tag annesso alla Colosimo, il programma d’inchiesta Report , che a questa storia ha dedicato un servizio nella puntata andata in onda ieri sera. «Francamente ho fatto una stronzata», ha ammesso l’esponente di Fdi, al microfono della trasmissione. E già questo basterebbe a chiudere il caso, se di caso si può parlare, chiedendosi, semmai, come fa un programma come Report ad “attaccarsi” alla Perricciolo. Giorgio Mottola , l’inviato della trasmissione chiede conto alla Perricciolo dello scato. «Io so’ ancora di destra sì, che è un reato?», risponde al giornalista, che le fa notare il rischio di apologia di fascismo. «Ma quando mai? Un busto non ce l’abbiamo mai avuto di Benito Mussolini», dice la Perricciolo. «Dove l’hai trovata ’sta foto?. Pensa a quanto poteva essere grave che la teniamo sul profilo da anni...». In effetti... Perché tirarla fuori proprio ora? Perché? La foto è apparsa sui social dieci anni fa, nel 2015, quando Chiara Colosimo aveva appena terminato una legislatura da consigliera regionale ed era stata candidata al Parlamento. Davanti alla foto la presidente della commissione Antimafia è netta: «Mi dispiace moltissimo, perché io ho fatto il mio primo viaggio della memoria a scuola e da allora non ho mai avuto simpatie per Benito Mussolini. Credo che non gli si possano mai perdonare le leggi razziali», spiega. «Sinceramente sono meravigliata anche di averla fatta perché non è nel mio stile, anzi, detto tra di noi sono sempre stata quella più esterna a queste cose», chiosa l’esponente di Fdi. Alla quale, già in passato, sono state mosse accuse simili. In particolare relativamente allo scatto al fianco di Luigi Ciavardini , ex terrorista nero dei Nar tra i condannati in via definitiva perla strage di Bologna del 1980. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44906447]] In quell’occasione, i familiari delle vittime dell’attentato protestarono contro la sua nomina a presidente della commissione Antimafia. «Mi dispiace che quella foto sia stata letta come un’adesione alle sue idee, non è così», spiega la Colosimo. Che ha ribadito la sua lontananza da qualunque istanza di revisionismo riguardo al processo: «C’è una sentenza, punto. Non abbiamo nulla a che fare con episodi che condanniamo e condanneremo». Un altro caso che non è affatto un caso... [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44930804]]