“Gli arbitri non sono all’altezza, prendiamoli dall’estero. Si sarebbe incaz**to anche Padre Pio”: Sarri dopo la sconfitta con l’Inter

“Gli arbitri non sono all’altezza, prendiamoli dall’estero. Si sarebbe incaz**to anche Padre Pio”: Sarri dopo la sconfitta con l’Inter

“L’arbitro non ha inciso sul risultato, l’Inter ha fatto meglio di noi e avrebbe vinto ugualmente”. Maurizio Sarri ha prima ammesso la superiorità dell’Inter al termine del match finito 2-0 a San Siro con i gol di Lautaro Martinez e Bonny. Poi però ha attaccato gli arbitri e lo ha fatto anche in maniera pesante, […] L'articolo “Gli arbitri non sono all’altezza, prendiamoli dall’estero. Si sarebbe incaz**to anche Padre Pio”: Sarri dopo la sconfitta con l’Inter proviene da Il Fatto Quotidiano .

Nel libro-verità su Gaza Francesca Albanese confessa: "A Reggio Emilia ho sbagliato a rimproverare il sindaco"

Nel libro-verità su Gaza Francesca Albanese confessa: "A Reggio Emilia ho sbagliato a rimproverare il sindaco"

La Verità secondo Francesca Albanese, relatrice speciale Onu sui diritti dei palestinesi, è  racchiusa in un libro: "Inside". Dove, ovviamente, la racconta dal suo punto di vista. Gaza, la Flotilla, le sanzioni (con accuse pesantissime) comminate da americani e israeliani che non le perdonano i rapporti pubblicati per le Nazioni unite su quanto va accadendo in Palestina. "Sono la prima funzionaria nella storia dell'Onu ad aver subito un simile trattamento, che condivido con Putin, Khamenei e Maduro. E che mi viene riservato perché ho collaborato con la Corte penale internazionale", spiega. "La verità è che ho denunciato le violazioni dei diritti umani compiute da Israele", afferma in un'intervista al Corriere della Sera. Quei rapporti sulle carceri, sui bambini, sul "genocidio" e soprattutto ("le parole che mi hanno creato più problemi") sui soldi che ci girano intorno: c'è di tutto tra quelle pagine. E a scorrerle bene Albanese ammette pure qualche errore. L'insofferenza verso la senatrice di origini ebraiche Liliana Segre, eppoi le parole al sindaco di Reggio Emilia. "Non lo rifarei, sicuramente. Quando ho rivisto quel mio commento, me lo son detta: no, non è proprio da me", confessa. Un mese fa al sindaco Marco Massari che le consegnava il Primo Tricolore (massima onorificenza cittadina) sottolineando che per il processo di pace serviva pure liberare gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, Francesca Albanese aveva chiosato: "Non giudico il sindaco e lo perdono. Ma non dica più una cosa così”. A valanga arrivarono gli applausi pro-Pal e, allo stesso tempo, lo sdegno del Partito democratico e del mondo politico. Ora pare abbia cambiato idea. Meglio tardi che mai! Nei suoi rapporti, la parola "genocidio" torna 233 volte. Mentre Hamas è definita terrorista solo 16 volte. E quasi sempre fra virgolette. "Parlare di Hamas avrebbe alterato la condotta delle operazioni militari di Israele? Non c'è dubbio che ci sia stato un attacco terroristico violento, da condannare. Però Israele cosa fa da 60 anni, nel territorio palestinese occupato?", insiste Albanese, che poi si lamenta perché la sua vita "è stravolta". "La pressione è molto forte", sottolinea. "Nel 2024, sono cominciate le minacce di morte, lettere in cui dicevano "sappiamo dove vivi", minacce di stupro verso mia figlia: 'Le faremo quel che han fatto alle donne israeliane'. Lì, è partita l'esigenza d'avere protezione dove vivo, in Tunisia". Ora le hanno congelato i beni. "Negli Usa ho chiuso il conto corrente, ma nell'appartamento dov'è nata mia figlia, né io né mio marito possiamo tornarci, nonostante lui lavori per la Banca Mondiale che ha sede a Washington: c'è anche una persecuzione, affinché sia ​​licenziato. E pene pecuniarie fino a un miliardo, e l'arresto fino a vent'anni, per chiunque mi aiuti. Non posso fare pagamenti, nè riceverne. In nessun angolo del mondo". "Non importa che non mi sopportino per il colore dei capelli o per i miei occhiali. Ma la person assassination non può sovrastare i miei contenuti", afferma Albanese, criticata anche per non essere iimparziale: il marito ha fatto il consigliere dell'Autorità palestinese. Lei la gira così: "No, lui ha lavorato sei mesi per l'Onu in Palestina. L'Onu fa questo: se va in Congo, aiuta le autorità congolesi. Qual è il problema? Io stessa ho lavorato a stretto contatto con l'Anp". L'Anp è l'Autorità nazionale palestinese, quella di batte per la creazione di uno Stato indipendente. Che il libro serva a spianarle la strada in politica? Albanese taglia corto: "Se avessi voluto accettare una candidatura, l'avrei già fatto anni fa: non è stato mica un solo partito a chiedermelo".

Nel libro-verità su Gaza Francesca Albanese confessa: "A Reggio Emilia ho sbagliato a rimproverare il sindaco"

Nel libro-verità su Gaza Francesca Albanese confessa: "A Reggio Emilia ho sbagliato a rimproverare il sindaco"

La Verità secondo Francesca Albanese, relatrice speciale Onu sui diritti dei palestinesi, è  racchiusa in un libro: "Inside". Dove, ovviamente, la racconta dal suo punto di vista. Gaza, la Flotilla, le sanzioni (con accuse pesantissime) comminate da americani e israeliani che non le perdonano i rapporti pubblicati per le Nazioni unite su quanto va accadendo in Palestina. "Sono la prima funzionaria nella storia dell'Onu ad aver subito un simile trattamento, che condivido con Putin, Khamenei e Maduro. E che mi viene riservato perché ho collaborato con la Corte penale internazionale", spiega. "La verità è che ho denunciato le violazioni dei diritti umani compiute da Israele", afferma in un'intervista al Corriere della Sera. Quei rapporti sulle carceri, sui bambini, sul "genocidio" e soprattutto ("le parole che mi hanno creato più problemi") sui soldi che ci girano intorno: c'è di tutto tra quelle pagine. E a scorrerle bene Albanese ammette pure qualche errore. L'insofferenza verso la senatrice di origini ebraiche Liliana Segre, eppoi le parole al sindaco di Reggio Emilia. "Non lo rifarei, sicuramente. Quando ho rivisto quel mio commento, me lo son detta: no, non è proprio da me", confessa. Un mese fa al sindaco Marco Massari che le consegnava il Primo Tricolore (massima onorificenza cittadina) sottolineando che per il processo di pace serviva pure liberare gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, Francesca Albanese aveva chiosato: "Non giudico il sindaco e lo perdono. Ma non dica più una cosa così”. A valanga arrivarono gli applausi pro-Pal e, allo stesso tempo, lo sdegno del Partito democratico e del mondo politico. Ora pare abbia cambiato idea. Meglio tardi che mai! Nei suoi rapporti, la parola "genocidio" torna 233 volte. Mentre Hamas è definita terrorista solo 16 volte. E quasi sempre fra virgolette. "Parlare di Hamas avrebbe alterato la condotta delle operazioni militari di Israele? Non c'è dubbio che ci sia stato un attacco terroristico violento, da condannare. Però Israele cosa fa da 60 anni, nel territorio palestinese occupato?", insiste Albanese, che poi si lamenta perché la sua vita "è stravolta". "La pressione è molto forte", sottolinea. "Nel 2024, sono cominciate le minacce di morte, lettere in cui dicevano "sappiamo dove vivi", minacce di stupro verso mia figlia: 'Le faremo quel che han fatto alle donne israeliane'. Lì, è partita l'esigenza d'avere protezione dove vivo, in Tunisia". Ora le hanno congelato i beni. "Negli Usa ho chiuso il conto corrente, ma nell'appartamento dov'è nata mia figlia, né io né mio marito possiamo tornarci, nonostante lui lavori per la Banca Mondiale che ha sede a Washington: c'è anche una persecuzione, affinché sia ​​licenziato. E pene pecuniarie fino a un miliardo, e l'arresto fino a vent'anni, per chiunque mi aiuti. Non posso fare pagamenti, nè riceverne. In nessun angolo del mondo". "Non importa che non mi sopportino per il colore dei capelli o per i miei occhiali. Ma la person assassination non può sovrastare i miei contenuti", afferma Albanese, criticata anche per non essere iimparziale: il marito ha fatto il consigliere dell'Autorità palestinese. Lei la gira così: "No, lui ha lavorato sei mesi per l'Onu in Palestina. L'Onu fa questo: se va in Congo, aiuta le autorità congolesi. Qual è il problema? Io stessa ho lavorato a stretto contatto con l'Anp". L'Anp è l'Autorità nazionale palestinese, quella di batte per la creazione di uno Stato indipendente. Che il libro serva a spianarle la strada in politica? Albanese taglia corto: "Se avessi voluto accettare una candidatura, l'avrei già fatto anni fa: non è stato mica un solo partito a chiedermelo".

Giorgetti difende la manovra: "Siamo nel giusto, massacrati da chi poteva farlo"

Giorgetti difende la manovra: "Siamo nel giusto, massacrati da chi poteva farlo"

"Una volta che abbiamo cercato di aiutare non i ricchi ma chi guadagna delle cifre ragionevoli siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare" . A parlare è il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti , intervenendo in videocollegamento al festival "Bergamo Città imprese". È una difesa tenace quella del ministro, dopo le accuse per aver escogitato una manovra per ricchi. " Siamo intervenuti sul ceto medio : negli anni scorsi si è intervenuto sui ceti più deboli. Quest'anno abbiamo coperto anche la fascia dei redditi fino a 50mila euro. Mi sembra una logica nell'orizzonte pluriennale sensata. Mi sembra che questo tipo di analisi - riferendosi a Istat, Corte dei conti e BankItalia - si siano concentrate su un solo elemento. Ricordo per esempio che abbiamo reso stabile il cuneo fiscale. Bisogna capire cosa si intende per ricco: se lo è chi guadagna quarantacinque mila euro lordi, quindi circa due mila netti al mese, forse Banca d'Italia e Istat hanno un concezione della vita un po' diversa". Il ministro si dice tranquillo, crede di essere nel giusto, pensa "che un'analisi serena e oggettiva" del complesso della manovra "possa portare a ben altri risultati". Auspica poi un intervento relativo agli iperammortamenti e superammortamenti "perché sono quelli che in qualche modo danno un impulso quasi automatico per rinnovare, investire, migliorare", che si potrà compiere nel passaggio parlamentare della manovra. "Renderli pluriennali - continua Giorgetti - sarebbe una bella cosa perché forniscono agli investitori un quadro di certezza nel tempo e quindi anche la possibilità e la capacità di programmare gli investimenti . Cercheremo sicuramente di trovare una soluzione". Nel suo intervento, c'è spazio anche per le dinamiche geopolitiche: " Si è parlato di politiche aggressive degli Stati Uniti con i dazi, ma tanto dobbiamo preoccuparci del problema dell'aggressività asiatica : l''overcapacity' cinese punta all'Europa attraverso dumping, tassazione di favore, tutte le regole sociali e ambientali che non vengono rispettate. Nel G7 vanno ridiscusse le regole commerciali: non ci deve essere un ingresso libero e indiscriminato. Il problema non è solo italiano - conclude il ministro - ma ha messo in crisi il modello tedesco fatto di energia a basso costo dalla Russia ed esportazioni in Cina. È un modello completamente saltato. Si tratta di un problema di sopravvivenza per l'Europa, non solo per l'Italia".