Pd, la Bologna rossa sfregia il presepe: cosa appare in piazza

Pd, la Bologna rossa sfregia il presepe: cosa appare in piazza

Bologna è notoriamente città d’arte, musica e stravaganze, così anche il Natale 2025 è un’occasione buona per la città per ritrovarsi al centro dell’attenzione. Anche se, in questo caso, è al centro di una polemica, che va ben oltre le luci e i mercatini: in piazza Maggiore , proprio davanti alla maestosa Basilica di San Petronio , sono spuntate infatti rocce gigantesche, massi quasi alieni che sembrano più frutto di un set cinematografico che di una tradizione natalizia. L’installazione si chiama “ Iwagumi-Dismisura ”, 19 megaliti gonfiabili alti fino a 14 metri, opera dell’artista australiano Nimrod Weis e voluta da Illumia e Bologna Festival per le festività. Secondo chi l’ha pensata, un paesaggio surreale che intreccia arte contemporanea e storia cittadina. Ma la reazione di molti bolognesi, e soprattutto di alcuni esponenti politici, è stata di sconcerto e ironia: “Ma cosa è quella roba?”, si chiedono in città, tra meme e battute social. Il commento più duro arriva dall’europarlamentare Stefano Cavedagna , esponente di Fratelli d’Italia , che non le manda a dire alla giunta comunale: “La giunta Lepore è allergica ai presepi. Ci rimangono solo i sassi giganti”. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45543668]] Per Cavedagna, della sinistra capitana da Lepore, piazza Maggiore sarebbe stata sacrificata alle “installazioni artistiche” al posto delle tradizioni natalizie a cui i bolognesi sono abituati. E non finisce qui: Cavedagna rilancia l’idea per il prossimo anno, con un colpo diretto al cuore delle festività: “Per l’anno prossimo proporremo un bel presepe, magari proprio di fronte a San Petronio, la chiesa dei bolognesi”. I detrattori dell’opera definiscono i massi un “calcio all’estetica” della piazza, una scelta estetica discutibile che oscurerebbe la bellezza architettonica del cuore di Bologna mentre i sostenitori parlano di un “dono alla città”, un’opera immersiva e di respiro internazionale che dialoga con luci, colori e spazi urbani. Insomma, tra “sassi di Natale” ironizzati sui social e ambienti politici incandescenti, Bologna si ritrova in un dibattito che mescola arte contemporanea, identità cittadina e tradizione natalizia — e il 2025 chiuderà tra critiche, curiosità e qualche masso gigante di troppo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45543669]]