Terrorismo: Salvini, 'spero espulsioni, processo pace vada avanti nonostante pro-Pal'

Terrorismo: Salvini, 'spero espulsioni, processo pace vada avanti nonostante pro-Pal'

Roma, 27 (Adnkronos) - "Ci sono alcuni milioni di fenomeni che dovrebbero chiedere scusa perché la Guardia di Finanza e gli investigatori ritengono che finanziassero illegalmente il terrorismo islamico basandosi su alcune associazioni onlus in Italia. E quindi l'idolo dei pro Pal che per qualche giorno hanno bloccato l'Italia, hanno devastato città, la stazione centrale di Milano, hanno bloccato le autostrade, hanno invaso i binari ferroviari contro il genocidio sarebbe, secondo gli investigatori e anche secondo la giustizia che ne ha permesso l'arresto, sarebbe un finanziatore del terrorismo, dei massacri del 7 ottobre". Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio e segretario della Lega, Matteo Salvini, intervistato dal direttore di Radio libertà, Giovanni Sallusti. "Quindi c'è qualcuno che non ha capito niente, era in piazza dalla parte sbagliata. Evidentemente -ha aggiunto il vicepremier- spero che vengano presi tutti, spero che vengano espulsi quelli che sono in Italia illegalmente e spero che il processo di pace prosegua nonostante i pro Pal. Perché se oggi, 27 dicembre, a Gaza e a Tel Aviv non volano missili, non è grazie alla Flotilla, all'Albanese, a Greta Thunberg, alla Schlein, ma è grazie a Donald Trump e alla buona volontà dimostrata da palestinesi e israeliani. Ripeto, nonostante i fenomeni che in Italia e in Europa evidentemente hanno fatto casino sempre e comunque dalla parte sbagliata. È incredibile come certa gente riesca sempre a scegliere la parte sbagliata". "L'operazione -ha concluso Salvini- non l'ha fatta il vile Netanyahu, l'operazione è stata fatta a Genova, in Italia, con la Guardia di Finanza, con gli investigatori, le Forze dell'Ordine e la magistratura italiana. A meno che non siano tutti asserviti a Netanyahu, evidentemente qualche piccolo problema anche in Italia nel distinguere fra persone perbene e terroristi c'è. E ricordo con orgoglio che il Governo italiano è il Governo che fra i Paesi non musulmani è quello che maggiormente ha aiutato la popolazione palestinese".

Parodi non molla e l'Anm fa la vittima: "Vogliono allentare i controlli sul potere politico"

Parodi non molla e l'Anm fa la vittima: "Vogliono allentare i controlli sul potere politico"

"C'è un'escalation nei toni che vedo montare. E vedo forzature che aumentano", "Condividiamo da mesi le preoccupazioni dei colleghi della Corte dei Conti. Ed io penso che sta emergendo una verità, sotto la coltre degli slogan: in questo momento è in gioco il principio dell'equilibrio tra poteri dello Stato. E l'allentamento delle funzioni di controllo sul potere politico". Lo spiega, in un'intervista a Repubblica, Cesare Parodi, presidente dell'Anm, dichiarandosi preoccupato per "il grado di aggressività, gli schizzi gratuiti. Credo che ciascuno dovrebbe essere libero di poter esporre i suoi argomenti senza subire accuse gratuite: e infatti il nostro no, fin dal primo momento, è stato spiegato e motivato. I cittadini hanno bisogno di capire per poter scegliere consapevolmente: qui parliamo del loro diritto alla giustizia e delle loro garanzie, non dei nostri 'privilegi'". Si sta portando avanti una battaglia contro le toghe? "Non parlo di tutti, naturalmente, ma il messaggio che passa è proprio quello: e invece insisterò sempre, anche negli incontri, sul fatto che dobbiamo riflettere sul danno che si fa alla Costituzione. Chi chiede il sì vuole rafforzare il potere politico a danno di quello dei giudici che esercitano il controllo. Tutto il resto, dividere i pm dai giudici, è fuffa. Ce lo ha fatto capire il ministro Nordio", prosegue. "Il Guardasigilli è stato molto sincero quando ha detto alla segretaria Schlein: questa riforma converrà anche a voi. Ha ragione: converrà a chiunque è al governo. E poi turba, confesso, una certa aggressività", "Mi sorprende, ad esempio, che l'avvocato Caiazza, presidente dell'Unione Camere Penali, usi ripetutamente il termine 'menzogne' per riferirsi alle analisi che tanti magistrati offrono contro questa riforma. Ma io non ci sto a confrontarmi questo livello", dichiara Parodi.

Timothée Chalamet, il divo ribelle e 'romanista' compie 30 anni

Timothée Chalamet, il divo ribelle e 'romanista' compie 30 anni

Roma, 25 dic. (Adnkronos) - Attore dal talento smisurato, icona di stile, riferimento culturale e tifosissimo della Roma. Ma anche ribelle, con un'attitudine da rockstar. Timothée Chalamet, che oggi 27 dicembre compie 30 anni, è il raro caso in cui talento e immaginario collettivo crescono alla stessa velocità, ridefinendo cosa significhi essere una star oggi. Lo sta dimostrando in queste settimane, mentre attraversa il mondo di città in città per presentare il suo ultimo film, 'Marty Supreme' di Josh Safdie (in arrivo in Italia il 22 gennaio con I Wonder Pictures), in cui interpreta il campione di ping pong Marty Reisman: un tour promozionale che non si limita a sostenere il film, ma ne diventa estensione narrativa, parte attiva del racconto e del personaggio. Il mese scorso, la casa di produzione A24 ha pubblicato una finta call su Zoom tra l'attore e alcuni suoi collaboratori per discutere di come promuovere il film. Le idee 'folli' di Chalamet? Dipingere la Statua della Libertà o la Tour Eiffel di arancione. A diventare parte di questo racconto 'arancione' - come le palline con cui gioca Marty - anche la giacca brandizzata, ormai diventata un 'must-have' tra le celebrità. "Timmy" (come lo chiamano i fan), forse, è stato il primo a intercettare un passaggio chiave: il cinema non è più solo qualcosa da vendere, ma deve essere anche interazione. Lo aveva fatto già con 'A Complete Unknown' - in cui interpreta e dà voce alla leggenda della musica Bob Dylan - presentandosi alla premiere londinese in sella a una bike sharing e sfoggiando, durante il tour, look ispirati a Dylan. Non è un caso che tutto questo accada proprio ora. A trent'anni, Chalamet attraversa una soglia: quella in cui l'attore smette di essere solo "una promessa" e diventa autore del proprio immaginario, capace di controllare non solo ciò che racconta sullo schermo, ma anche il modo in cui quel racconto arriva al pubblico. Classe 1995, nato a New York, da mamma americana e papà francese. Dopo gli esordi in teatro e in televisione, ottiene la consacrazione con 'Chiamami col tuo nome' (2017) di Luca Guadagnino, che gli vale una nomination all'Oscar come miglior attore protagonista. Al centro della storia, l'amore tra Elio e Oliver che continua a far sognare intere generazioni. Per Guadagnino è stato anche un giovane cannibale tenero e romantico nel film 'Bones and All' (2022). Negli anni successivi alterna cinema d'autore e grandi produzioni, lavorando con registi come Greta Gerwig ('Lady Bird', 'Piccole donne'), Wes Anderson ('The French Dispatch') e Denis Villeneuve ('Dune' e 'Dune – Parte Due'). Protagonista di 'Wonka' (2023) e del biopic musicale 'A Complete Unknown', Chalamet è oggi uno dei divi più amati della Generazione Z e non solo. E' anche uno degli attori più richiesti al mondo. Perché? La risposta sta nella sua capacità di interpretare personaggi di qualsiasi genere ed epoca ‘bucando' lo schermo, come solo i ‘grandi' del cinema sanno fare. E pensare che all'inizio della carriera gli dicevano: "Non hai il fisico giusto", ma anche "sei troppo magro, devi prendere peso". Ma lui, come Bob Dylan agli esordi, non è mai sceso a compromessi. Neanche quando deve riconoscere la sua bravura. "Questa è probabilmente la mia miglior performance", ha dichiarato Chalamet in una recente intervista. "Sono 7-8 anni che mi impegno davvero tanto, offrendo performance di altissimo livello. Ed è importante dirlo ad alta voce perché non voglio che le persone diano per scontate la disciplina e l'etica del lavoro che metto in tutto ciò che faccio. E non voglio darle per scontate Questa è davvero roba da 'top player'". A qualcuno potranno sembrare dichiarazioni un po' arroganti, ma è difficile negare il talento di Timothée. Tra le passione di Chalamet c'è il calcio. E' un grande tifoso della Roma e di Francesco Totti. "Spero che Totti veda 'A Complete Unknown', aveva ammesso l'attore in un incontro con la stampa nella Capitale. Ma Chalamet ha un sogno: "Mi piacerebbe interpretarlo in un biopic", aveva detto all'Adnkronos, in occasione del red carpet del biopic su Bob Dyaln. Nella vita di Timothée c'è anche spazio per l'amore, ma quella è una ‘zona a traffico gossippari limitato'. In passato, ha avuto una relazione con l'attrice Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, conosciuta sul set del film 'Il Re'. Con la fine della storia, ha ritrovato l'amore con l'imprenditrice e celebrità Kylie Jenner, sorella della famosa famiglia Kardashian-Jenner. Sono poche le occasioni in cui appaiono pubblicamente insieme, ma quando succede sanno come far parlare di sé. Come la sfilata sul red carpet dei David di Donatello 2025 o su quello di 'Marty Supreme', di recente a Los Angeles, in cui si sono presentati vestiti ‘matchati' con due outfit di colore arancione (ovviamente). Tra impegni di lavoro, candeline da spegnere e un compleanno speciale, tutta l'attenzione è già rivolta alla stagione dei premi. Il prossimo 11 gennaio sarà sul red carpet dei Golden Globe, in cui è candidato come Miglior attore protagonista, mentre il 22 gennaio saranno annunciate le nomination agli Oscar. Inutile dire che questa candidatura sembra ormai scontata. (di Lucrezia Leombruni)

Google rivoluziona Gmail: adesso si può cambiare il proprio indirizzo di posta elettronica senza perdere i dati. Ecco come fare

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Google ha fatto un regalo di Natale agli utenti Gmail. Per la prima volta sarà possibile modificare l’indirizzo di posta elettronica principale terminante con @gmail.com senza perdere dati e servizi collegati. La notizia ha iniziato a circolare in rete ed è stata ripresa da siti specializzati in informatica. Tra questi Hd Blog che ha spiegato: […] L'articolo Google rivoluziona Gmail: adesso si può cambiare il proprio indirizzo di posta elettronica senza perdere i dati. Ecco come fare proviene da Il Fatto Quotidiano .

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Gianni Ippoliti racconta la televisione italiana partendo da sé stesso. Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera in cui ricostruisce una carriera laterale e spesso scomoda, fatta di intuizioni precoci, format inventati e mai rivendicati, successi visti passare di mano e una satira che, dice, “rompe e ricompone le strutture”. L’incipit è già una […] L'articolo “Luca Laurenti l’ho lanciato io ma tutti pensano sia merito di Bonolis. Rocco Tanica mi ha copiato e pure male, Tiberio Timperi? Preferisco non parlarne”: lo sfogo di Giovanni Ippoliti proviene da Il Fatto Quotidiano .