Cambio sesso, il prezzo da pagare: una scomoda verità sui farmaci

Cambio sesso, il prezzo da pagare: una scomoda verità sui farmaci

È a carico del servizio sanitario nazionale dal 2019, è un farmaco off-label, ossia fuori etichetta, perché è stato pensato per altro (il suo primo e principale impiego è nel trattamento del tumore alla prostata) ed è tra i più controversi attualmente disponibili in Italia. La triptorelina, la molecola che “blocca la pubertà”, cioè che mette in stand-by lo sviluppo degli organi sessuali nei ragazzini e nelle ragazzine affette da disforia di genere. In poche parole: inibisce la produzione degli ormoni sessuali, ossia del testosterone e degli estrogeni, e in questo modo blocca o rallenta la comparsa dei cambiamenti fisici del corpo. In un discorso un po’ più ampio: non va preso alla leggera, l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) ne ammette l’impiego a condizione che ci sia un controllo e un percorso psicologico di supporto, e pensare che sia senza effetti, che agisca un po’ come l’aspirina (smetti di prenderla e magari t’è passato pure il mal di testa), è un disservizio fatto soprattutto alla scienza. È che, appunto, bisogna partire dal piano scientifico. Un mesetto fa, erano i primi di novembre, la garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Marina Terragni, si è presentata alla commissione parlamentare degli Affari sociali con una relazione di sei pagine che a leggerle tutte (dati i rimandi, i richiami e le citazioni) ci vuole una settimana. È un documento denso, fitto, estremamente dettagliato (perché vista la delicatezza dell’argomento la precisione e il rigore sono d’obbligo), che ripercorre ciò che è successo e che fa il quadro di quel che sta accadendo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45539373]] Descrive, tuttavia, uno scenario non proprio limpidissimo come si potrebbe pensare. Nel sunto di Terragni che è anche disponibile on-line, per esempio, viene riportato il parere di Maura Massimino. Massimino fa la primaria di oncologia pediatrica all’Istituto dei tumori di Milano, è una professionista seria, una che studia questi aspetti da anni. Non è un caso che Terragni menzioni proprio lei: capita, purtroppo, coi piccoli malati, quando presentano una fase di pubertà precoce, che sia necessario fermarla con la triptolerina per non avere conflitti con la terapia oncologica in atto. Non è mai una scelta che il pediatra fa a cuor leggero, al contrario la prende solo dopo aver svolto un attento calcolo tra costi e benefici a livello di salute. «Non è pensabile un’interruzione e una riaccensione del delicato ed estremamente complesso processo della pubertà con l’automatismo di cui si parla ora», si legge nel documento (Massimino si riferisce a quanti sostengono che sia sufficiente sospendere la terapia con la triptorelina per “tornare a come si era prima”): «Gli effetti collaterali sono ben noti, osteopenia, alterazione del colesterolo e dei trigligeridi, la distribuzione della massa grassa alterata, riduzione del tono muscolare e della crescita». Che già fin qui sarebbe abbastanza. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45528703]] «Dai lavori non appare riportata in maniera soddisfacente la reversibilità di questi effetti», continua però la dottoressa, sottolineando anche che «nei lavori internazionali disponibili di dimostrano: difficoltà nell’apprendimento della matematica e delle scienze esatte, riduzione del tenore osseo anche due anni dopo la sospensione del farmaco, ansia e depressione come prima del trattamento, maggiore massa grassa, riduzione della crescita, riduzione del quoziente intellettivo, aumento ponderale persistente anche dopo 24 mesi dalla fine del trattamento, dislipidemia» (che, al di là del termine tecnico, è un’alterazione dei livelli di grassi nel sangue). Proprio sciocchezze o piccoli “rischi”, non sembrano. Per carità, qui nessuno sta giudicando nessuno: c’entra niente l’ultimo caso del ragazzino 13enne ligure e c’entra niente la polemica dell’anno scorso che ha coinvolto l’ospedale Careggi di Firenze (uno dei pochi centri, in Italia, a trattare i casi di disforia di genere negli adolescenti). Non è (o meglio, non è solo) una faccenda etica. Si sta cercando, semmai, di fotografare la questione dal punto di vista più asettico possibile, quello medico. E gli studi medici, compresi quelli più recenti, quelli che fanno ricerca e non ideologia, né da una parte e tantomeno dall’altra, ce n’è uno spagnolo pubblicato quest’anno sui Cuadernos de Bioética e ce n’è un altro di qualche anno fa dell’University college di Londra, confermano i dubbi che sostiene Massimino. È quello che fa la scienza, dopotutto, dubitare di ogni cosa fino a trovare la miglior soluzione per un problema. Solo che in questo caso il problema è sulle spalle di bambini che non hanno (spesso) neanche l’età per guidare un motorino. Ogni vicenda è a sè: certo, verissimo. Ma proprio per questo bisognerebbe avere il coraggio e l’onestà di raccontarsela tutta, di capire, di indagare e di affrontare il fenomeno nella maniera più completa possibile.

Leone XIV, l'impensabile diktat ai sacerdoti: come usare i social

Leone XIV, l'impensabile diktat ai sacerdoti: come usare i social

«Educato dal mistero che celebra nella liturgia, ogni sacerdote deve “sparire perché rimanga Cristo”» e anche «per questo l’esposizione mediatica, l'uso dei social network e di tutti gli strumenti oggi disponibili va sempre valutato sapientemente, assumendo come paradigma del discernimento quello del servizio all’evangelizzazione: “Tutto mi è lecito! Sì, ma non tutto giova”», sottolinea Papa Leone XIV nella Lettera apostolica “Una fedeltà che genera futuro” redatta in occasione del 60/esimo Anniversario dei decreti Conciliari Optatam Totius e Presbyterorum Ordinis, rivolta ai sacerdoti in cui aggiunge che «in ogni situazione, i presbiteri sono chiamati a dare una risposta efficace, tramite la testimonianza di una vita sobria e casta» mentre avverte che «nel nostro mondo contemporaneo, caratterizzato da ritmi incalzanti e dall'ansia di essere iperconnessi, sono almeno due le tentazioni che si insinuano contro la fedeltà a questa missione»: «una mentalità efficientistica» e il «quietismo». Il Papa nella Lettera apostolica affronta il tema anche dei “pastori smarriti” che abbandonano il sacerdozio: «Il tema della formazione risulta essere centrale anche per far fronte al fenomeno di coloro che, dopo qualche anno o anche dopo decenni, abbandonano il ministero. Questa dolorosa realtà, infatti, non è da interpretare solo in chiave giuridica, ma chiede di guardare con attenzione e compassione alla storia di questi fratelli e alle molteplici ragioni che hanno potuto condurli a una tale decisione». Insomma, scrive il pontefice, «la risposta da dare è anzitutto un rinnovato impegno formativo», il cui obiettivo è «un cammino di familiarità con il Signore che coinvolge l’intera persona, cuore, intelligenza, libertà, e la plasma a immagine del Buon Pastore». Il riferimento è ovviamente ai seminaristi perché compiano «a un lavoro interiore sulle motivazioni che coinvolga tutti gli aspetti della vita: «Non c'è niente di voi, infatti, che debba essere scartato, ma tutto dovrà essere assunto e trasfigurato nella logica del chicco di grano, al fine di diventare persone e preti felici, “ponti” e non ostacoli all’incontro con Cristo per tutti coloro che vi accostano». Inevitabile anche il tema degli abusi nella Chiesa: «In questi ultimi decenni», sottolinea Prevost, «la crisi della fiducia nella Chiesa suscitata dagli abusi commessi da membri del clero, che ci riempiono di vergogna e ci richiamano all’umiltà, ci ha reso ancora più consapevoli dell’urgenza di una formazione integrale che assicuri la crescita e la maturità umana dei candidati al presbiterato, insieme con una ricca e solida vita spirituale». Guardando al futuro il Pontefice avverte che bisognerà tener conto della «necessaria previdenza per le malattie e l’anzianità» dei sacerdoti più fragili. Serve attenzione», dice, «peri confratelli più soli e isolati, nonché quelli infermi e anziani». Si aprono per i presbiteri nuove sfide, legate all’odierna mobilità e alla frammentazione del tessuto sociale. Ciò fa sì che i sacerdoti non siano più inseriti in un contesto coeso e credente che ne sosteneva» in passato. Di conseguenza, essi sono più esposti alle derive della solitudine che spegne lo slancio apostolico e può causare un triste ripiegamento su sé stessi».

Rai 2 vola grazie allo sci: seconda piazza!

Rai 2 vola grazie allo sci: seconda piazza!

Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo CHI SALE (Coppa del Mondo di sci) Le Olimpiadi Invernali 2026, che partiranno il prossimo 6 febbraio, stanno già trainando anche i palinsesti tv, e non solo con le gare della stagione sciistica. Per esempio, sabato pomeriggio su Rai 1, all’interno della maratona Telethon, la presentazione delle medaglie che saranno utilizzate ai Giochi ha coinvolto oltre 1 milione di spettatori con l’11% di share mentre domenica lo storico format Melaverde su Canale 5, con ampio spazio per la Val di Fiemme e la pista olimpionica di salto con gli, ha sfiorato il 20%. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45521839]] Ma il piatto forte è rappresentato naturalmente dalle gare di Coppa del Mondo di sci che accompagnano all'appuntamento olimpico. Domenica la strepitosa vittoria di Sofia Goggia nel Super G in Val d’Isère nella mattinata di Rai 2 è stata seguita da quasi 1 milione di spettatori col 10.7% medio di share e picchi al 12% durante la discesa della nostra atleta facendo di Rai 2 la seconda rete. Ma anche lo slalom gigante in Val Badia ha interessato 615mila italiani con quasi il 10%, nonostante la mancanza di italiani nei primi posti. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45530234]]

Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli: “L’invenzione del diverso”, saggio di critica letteraria da leggere tutto d’un fiato

Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli: “L’invenzione del diverso”, saggio di critica letteraria da leggere tutto d’un fiato

Una conversazione a distanza tra Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli, attraverso le loro opere e le loro irripetibili esistenze. Due modi diversi di essere eccentrici, che sembrano, però, illuminarsi a vicenda. "L’invenzione del diverso di Silvia De Laude è uno di quei rari saggi di critica letteraria che si leggono tutti d’un fiato. Il libro si presenta come un esperimento di lettura insieme rigorosamente filologico e dichiaratamente politico, che restituisce a "Petrolio" e al "Risveglio dei Faraoni" la loro radicale eccentricità rispetto al panorama coevo del romanzo italiano... Leggi l'articolo completo Pier Paolo Pasolini e Mario Mieli: “L’invenzione del diverso”, saggio di critica letteraria da leggere tutto d’un fiato .