Francesca Albanese cancellata dal sito di Georgetown

Francesca Albanese cancellata dal sito di Georgetown

Pd e Avs le conferiscono la cittadinanza onoraria. L’Università di Georgetown, a Washington, la cancella dall’elenco degli “studiosi affiliati”. Nuova impresa di Francesca Albanese, la relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi, la quale a Georgetown ha conseguito una borsa di studio in materia di migrazioni internazionali. Adesso però l’ateneo, a causa delle posizioni dell’Albanese su Hamas e il 7 ottobre, ha cancellato ogni traccia della filoislamica: sul sito sono stati depennati nome e scheda biografica. L’università è intervenuta dopo mesi di pressioni e un rapporto di sessanta pagine di “Un Watch”, organizzazione non governativa che ha sede in Svizzera e il cui scopo è quello di “monitorare le prestazioni delle Nazioni Unite sulla base della propria carta”. Un’istituzione che vigila sull’Onu che chiede e ottiene di cacciare da un ateneo una relatrice dell’Onu non s’era ancora vista. E però mai sottovalutare la Albanese, la quale tra le medaglie più luccicanti vanta il dileggio del sindaco dem di Reggio Emilia reo di aver ricordato gli ostaggi israeliani del 7 ottobre. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45420022]] “UnWatch” era tornata alla carica dopo che la paladina pro-Pal aveva detto che l’assalto alla redazione de La Stampa era anche «un monito ai giornalisti per tornare a fare il loro lavoro». La notizia della cancellazione dell’Albanese da Georgetown l’ha diffusa il direttore esecutivo di “Un Watch”, Hillel Neuer: «È ora di espellere dalle università tutti i sostenitori del terrorismo. Le istituzioni accademiche hanno la responsabilità di difendere standard minimi di integrità e dignità umana. Rimuovere una funzionaria che ha ripetutamente fatto ricorso a retorica antisemita e ha giustificato il terrorismo», ha sottolineato Neuer, «è un passo necessario per ripristinare quegli standard». Poi il direttore di “Un Watch” ha aggiunto: «Non è solo una questione interna all’università. Questo invia un messaggio importante. Le posizioni di autorità alle Nazioni Unite non garantiscono immunità dall’accountability (responsabilizzazione, dr), e le università non devono diventare rifugi sicuri per chi abusa della propria piattaforma per diffondere odio». [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45429395]] Durissima, si capisce, pure l’associazione “Setteottobre”: «Il gesto di Georgetown pesa perché rompe una consuetudine, quella per cui il marchio Onu funziona come scudo reputazionale automatico. In questo caso non ha retto. Anzi», ha aggiunto l’associazione, «ha finito per trascinare con sé chi continuava a offrire legittimazione accademica a una figura sempre più isolata sul piano istituzionale». Attenzione però perché c’è anche chi vuole nuovi e prestigiosi premi per l’Albanese. La “Casa delle donne”, a Milano, ha affisso all’ingresso la foto della paladina pro-Pal e l’invito a firmare per la sua candidatura al Nobel per la pace. Sopra, su un lenzuolo, una scritta coi colori della bandiera palestinese: «La Casa delle Donne ringrazia e sostiene Francesca Albanese che col suo impegno ci consente, nonostante tutto, di credere nella giustizia e coltivare la speranza». È la stessa Casa delle Donne che ha elogiato l’Albanese per il suo tristemente noto rapporto in cui non compare una sola parola di aperta condanna nei confronti dei macellai islamisti di Hamas. Tra i più strenui sostenitori del Nobel per la pace all’Albanese c’è la Bonelli&Fratoianni. Se non altro abbiamo la certezza che non le verrà mai assegnato. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45438559]]

Famiglia nel bosco, i neorurali davanti alla casa di Nathan: guerra ai giudici

Famiglia nel bosco, i neorurali davanti alla casa di Nathan: guerra ai giudici

Il giorno di Natale per Nathan non è stato una festa, ma una parentesi breve dentro una separazione che dura da settimane. La mattina del 25 dicembre ha raggiunto la struttura protetta di Vasto dove vivono i suoi tre figli e la moglie Catherine . Ha potuto stare con loro solo tra le 10 e le 12.30, secondo quanto stabilito dalle disposizioni del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Due ore e mezza trascorse tra abbracci misurati e parole trattenute, con la consapevolezza che il tempo sarebbe finito in fretta. Quando l’incontro si è concluso, Nathan ha salutato i bambini, ha stretto a sé la moglie e poi è tornato verso Palmoli . Non ha parlato con nessuno, non si è fermato davanti alle telecamere. Da tempo ha scelto il silenzio e ha chiesto a chi gli è vicino di evitare fotografie: anche un gesto ordinario, oggi, può diventare motivo di richiamo. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45578419]] Il pranzo di Natale lo ha consumato lontano dalla sua famiglia, ospite di un amico . Un tavolo apparecchiato, ma senza i figli. Chi lo conosce lo descrive come un uomo profondamente stanco, segnato da un’attesa che non concede pause nemmeno nei giorni che, per altri, sono dedicati alla condivisione. La separazione della famiglia risale al 20 novembre , quando un’ordinanza del Tribunale per i minorenni ha disposto l’allontanamento dei figli dai genitori. Da allora, gli incontri avvengono solo all’interno della struttura e in orari prefissati. Una condizione destinata a prolungarsi: i giudici hanno infatti disposto una consulenza tecnica sullo stato psichico dei genitori e un’indagine psicodiagnostica sui minori. La relazione dovrà essere depositata entro 120 giorni, un tempo che per la famiglia si traduce in mesi di attesa e di distanza. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45578417]] I bambini, due gemelli di sei anni e una bimba di otto , fino a poche settimane fa vivevano con i genitori in un rudere nel bosco di Palmoli. Oggi la loro quotidianità è altrove, scandita da nuove regole e da presenze diverse. Anche per Nathan e Catherine la vita è sospesa, in attesa di una valutazione che stabilisca se e come potrà essere ricostruita la normalità familiare. Intanto, attorno alla loro casa nel bosco si prepara un gesto di sostegno. Il 2 gennaio un gruppo di persone della comunità neorurale provenienti dall’Italia e dall’estero ha annunciato l’intenzione di fermarsi con un camper davanti all’abitazione di Nathan e Catherine per un presidio pacifico . Un’iniziativa che, secondo il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, nasce dalla condivisione di uno stesso stile di vita e dall’obiettivo di chiedere pubblicamente la ricongiunzione della famiglia.

Perché tanti infortuni sugli sci avvengono con il sole

Perché tanti infortuni sugli sci avvengono con il sole

AGI - Sole, piste perfette e tempo di ferie: per molti oggi inizia la stagione dello sci e degli sport invernali . Non tutte le giornate sulle piste, però, finiscono tuttavia in modo idilliaco. Lo scorso inverno soltanto l' ospedale di Bressanone in Alto Adige ha assistito 579 sciatrici e sciatori infortunati . Uno studio ha valutato i dati relativi alla stagione 2023/2024 . Molti incidenti avvengono nelle prime due ore della giornata sciistica . Il meteo, tuttavia, non incide quasi per niente: la maggior parte degli episodi avviene con il sole. I dati statistici sugli infortuni I risultati forniscono alcuni indizi su come avvengono gli infortuni sciistici e su come evitarli. Secondo lo studio , gli sciatori più anziani e più esperti si infortunano più spesso e in modo più rilevante rispetto a quelli più giovani. Questi vengono trattati, mediamente, soprattutto per fratture ossee che necessitano di un'operazione. La maggior parte delle volte colpiscono le gambe , in particolar modo le ginocchia e riguardano circa un terzo degli infortunati. Quasi il 70% degli incidenti sono dovuti a errori nella tecnica sciistica . Le collisioni costituiscono il 13%, i salti o la stanchezza circa il 6%. La maggior parte delle cadute si verificano non sulle piste nere (quelle più difficili), ma su quelle rosse (media difficoltà).